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Jobs act: Agenzia nazionale per l’impiego, ammortizzatori sociali e maternità

Il D.L. n. 34/2014, entrato in vigore il 21.3.2014, è intervenuto in materia di servizi per l’impiego per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro al fine di generare nuova occupazione, in particolare quella giovanile, anche attraverso il sistema delle deleghe agli organi competenti.

In particolare, l’art. 3 ha modificato l’art. 4 del D.P.R. n. 442/2000, contenente il Regolamento per la semplificazione del procedimento per il collocamento ordinario dei lavoratori, sostitutuendo il generico termine “Le persone” con “I cittadini italiani, comunitari e stranieri regolarmente soggiornanti in Italia“. Tali categorie di lavoratori saranno poi inserite, a norma dell’art. 4 cit., nell’elenco anagrafico dei lavoratori in cerca di impiego indipendentemente dal luogo della propria residenza.

Per quanto concerne poi lo stato di disoccupazione, ossia la condizione del disoccupato o inoccupato che sia immediatamente disponibile allo svolgimento di un’attività lavorativa, l’art. 3 del D.L. n. 34/2014 ha modificato l’art. 2, comma 1, del D.L. n. 181/2000 (ossia il Decreto contenente le Disposizioni per agevolare l’incontro fra domanda e offerta di lavoro) stabilendo che tale condizione (di disoccupazione) deve essere comprovata dalla presentazione dell’interessato presso il servizio competente, non più “nell’ambito territoriale“, ma in “qualsiasi ambito territoriale dello Stato” in cui si trova il domicilio del lavoratore, accompagnata da una dichiarazione che attesti l’eventuale attività precedentemente svolta, nonchè l’immediata disponibilità allo svolgimento di un’attività lavorativa. In tal modo il decreto elimina la limitazione territoriale ampliando le possibilità del lavoratore di trovare una occupazione.

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Ovviamente oltre alle novità apportate dal D.L. n. 34/2014 vi saranno degli interventi mirati degli organismi competenti al fine di semplificare e rendere più efficienti anche i servizi per l’impiego. Come anticipato dal Ministero del Lavoro, con comunicazione del 12.3.2014, si prospetta infatti in un futuro prossimo, la creazione di una Agenzia Nazionale per l’Impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata dallo Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. All’Agenzia, si legge ancora nella nota del Ministero, “sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASPI e vedrebbe il coinvolgimento delle parti sociali nella definizione delle linee di indirizzo generali“. Inoltre, l’Agenzia – a mezzo di meccanismi di raccordo – si interfaccerà con l’INPS e con altri Enti, sia a livello centrale che a livello territoriale, in materia di incentivi all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità per favorire sia la mobilità del mercato del lavoro che l’incontro fra domanda e offerta.

Invece, per quanto concerne la questione degli ammortizzatori sociali, viene chiesto al Governo di intervenire mediante iniziative che assicurino un sistema di garanzia universale per tutti i lavoratori che preveda, in caso di disoccupazione involontaria, tutele uniformi e legate alla storia contributiva dei lavoratori, di razionalizzare la normativa in materia di integrazione salariale. Un sistema così delineato potrebbe consentire il coinvolgimento attivo di quanti siano espulsi dal mercato del lavoro o siano destinatari di ammortizzatori sociali, mediante la semplificazione delle procedure amministrative e la riduzione degli oneri non salariali del lavoro, come ad esempio attraverso semplificazione delle procedure burocratiche che prevedano anche dei meccanismi automatici di concessione, oppure tramite l’incremento della durata massima dell’ASPI per quei lavoratori con carriere contributive più significative o, ancora, tramite l’estensione dell’ASPI anche ai lavoratori con contratti di co.co.co. con previsione in fase iniziale di un periodo biennale di sperimentazione a risorse definite.

Un altro punto importante oggetto della riforma di cui al Jobs act, riguarda anche la tutela della maternità e il contemperamento dei tempi di vita con i tempi di lavoro dei genitori. In particolare, l’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di evitare che le donne debbano essere costrette a scegliere fra avere dei figli oppure lavorare.

Vengono quindi individuati dei principi e criteri direttivi come l’introduzione a carattere universale dell’indennità di maternità anche per le lavoratrici che versano contributi alla gestione separata; la garanzia alle lavoratrici madri con contratto di lavoro parasubordinato, del diritto alla prestazione assistenziale anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro; l’abolizione della detrazione per il coniuge a carico e l’introduzione del tax credit quale incentivo al lavoro femminile, per le donne lavoratrici, anche autonome, con figli minori e che si trovino al di sotto di una determinata soglia di reddito familiare; incentivare gli accordi collettivi volti a favorire la flessibilità dell’orario lavorativo e l’impiego di premi di produttività, per favorire la conciliazione del’attività lavorativa con l’esercizio delle responsabilità genitoriali e dell’assistenza alle persone non autosufficienti; favorire l’integrazione dell’offerta di servizi per la prima infanzia forniti dalle aziende nel sistema pubblico – privato dei servizi alla persona, anche mediante la promozione del loro utilizzo ottimale da parte dei lavoratori e dei cittadini residenti nel territorio in cui sono attivi.
La delega contiene, inoltre, numerose misure che mirano alla semplificazione degli adempimenti in capo al datore di lavoro come ad esempio:

snellimento delle informazioni che devono essere fornite ai centri per l’impiego in caso di instaurazione e cessazione del rapporto di lavoro;

alleggerimento degli obblighi della documentazione da produrre nel corso del rapporto di lavoro.

Queste, in sintesi, sono i contenuti delle misure previste dal piano per il lavoro messo a punto dal Governo per semplificare le procedure e gli adempimenti, favorire il rilancio dell’occupazione, riformare il mercato dellavoro ed il sistema delle tutele.

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