domenica, Maggio 19, 2024
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Accertamenti di assenza di tossicodipendenza.

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accertamenti tossicodipendenza

 Accertamenti di assenza di tossicodipendenza

Per accertamenti di assenza di tossicodipendenza si intendono gli accertamenti sanitari a cui devono essere sottoposti – prima dell’assunzione in servizio e, successivamente, ad intervalli periodici – gli appartenenti alle categorie di lavoratori destinati a mansioni comportanti rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute dei terzi. Tali accertamenti sono effettuati dalle strutture pubbliche del Servizio Sanitario Nazionale e a spese del datore di lavoro. In caso di accertamento dello stato di tossicodipendenza nel corso del rappporto di lavoro, il datore di lavoro è tenuto a far cessare il lavoratore dall’espletamento delle mansioni che comportano i rischi correlati.

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Infortunio in itinere e rischio elettivo

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Infortuni brevi dal 12 ottobre obbligo di segnalazione all’INAIL

Infortunio in itinere e rischio elettivo

Con la sentenza n. 2642/2012 la Sezione Lavoro della Corte Suprema di Cassazione ha reso i seguenti principi: “In tema di infortunio in itinere – nel regime successivo alla riforma di cui all’art. 12 del decreto legislativo 23 febbraio 2000, n. 38, applicabile ratione temporis alla dedotta fattispecie, – il rischio elettivo – cioè dovuto ad una scelta arbitraria del lavoratore infortunato, che interrompa ogni nesso tra lavoro, rischio ed evento – è configurato come l’unico limite alla copertura assicurativa di qualsiasi infortunio, in quanto ne esclude l’essenziale requisito della

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Ricorso per infortunio in itinere

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Ricorso per differenze retributive colf – badanti

Ricorso per infortunio in itinere

Questo tipo di ricorso viene utilizzato per introdurre un giudizio volto ad ottenere una sentenza di accertamento circa la natura di infortunio sul lavoro di un evento dannoso capitato ad un lavoratore nel tragitto da casa al luogo di lavoro o viceversa. Tale tipo di ricorso va depositato soltanto dopo l’avvenuto esperimento del procedimento amministrativo. Il ricorso, unitamente al decreto del giudice di fissazione dell’udienza, va poi notificato all’INAIL a cura del ricorrente.

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Cass. Sez. Lav. n. 1409 del 31 gennaio 2012

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Pubblico impiego

Cass. Sez. Lav. n. 1409 del 31 gennaio 2012

LAVORO SUBORDINATO – CONTRATTO A TERMINE – CONVERSIONE – RISARCIMENTO AL LAVORATORE – MISURA – DISCIPLINA SOPRAVVENUTA EX ART. 32 DEL COLLEGATO LAVORO – APPLICAZIONE NEL GIUDIZIO PENDENTE DI LEGITTIMITÀ – CONDIZIONI – EFFETTI (Sezione Lavoro, Presidente M. De Luca – Estensore V. Nobile)

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Debiti tributari. Pignoramento dello stipendio

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pignoramento

Debiti tributari. Pignoramento dello stipendio

A far data da 2 marzo 2012, a seguito dell’entrata in vigore del D.L. n. 16/2012, il datore di lavoro, in qualità di terzo erogatore, dovrà osservare, nel momento in cui determinerà la trattenuta, i nuovi limiti introdotti dall’art. 3, comma 5, lettera a), del D.L. n. 16/2012, in caso di pignoramento dello stipendio da parte dell’agente della riscossione.

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Cass. Sez. Lav. febbraio 2012

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Pubblico impiego

 Cass. Sez. Lav. febbraio 2012

RESPONSABILITÀ CIVILE – RESPONSABILITÀ DELLO STATO PER OMESSO RECEPIMENTO DI DIRETTIVE COMUNITARIE – PRESCRIZIONE – DISCIPLINA INTRODOTTA DALLA LEGGE DI STABILITÀ 2012 – RETROATTIVITÀ – ESCLUSIONE (Sentenza n. 1850 del 8 febbraio 2012, Cass. Sez. Lav., Presidente F. Miani Canevari – Estensore R. Mancino)

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Licenziamento collettivo e criteri di scelta

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Sospensione dal lavoro con criteri generici in caso di CIGS

Licenziamento collettivo e criteri di scelta

La Sezione Lavoro della Corte Suprema di Cassazione, con la recentissima decisione del 20 febbraio 2012, n. 2429 (Pres. Miani Canevari; Rel. Bandini; P.M. Matera), in tema di licenziamento collettivo e criteri di scelta, ha emanato il seguente principio: “In tema di licenziamento collettivo per riduzione del personale, qualora il progetto di ristrutturazione aziendale si riferisca in modo esclusivo ad un’unità produttiva o ad uno specifico settore dell’azienda, la comparazione dei lavoratori, al fine di individuare quelli da avviare alla mobilità, non deve necessariamente interessare l’intera azienda, ma può avvenire, secondo una legittima scelta dell’imprenditore ispirata al criterio legale delle esigenze tecnico-produttive, nell’ambito della singola unità produttiva, o del settore interessato alla ristrutturazione, in quanto ciò non sia frutto di una determinazione unilaterale del datore di lavoro, ma sia obiettivamente giustificato dalle esigenze organizzative che hanno dato luogo alla riduzione di personale. Anche la delimitazione del personale «a rischio» si opera in relazione a quelle esigenze tecnico-produttive ed organizzative che sono state enunciate dal datore con la comunicazione di cui all’art. 4, c. 3, l. 223/91“.

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Prescrizione contributi, denuncia del lavoratore

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ANF telematico

 Prescrizione contributi, denuncia del lavoratore

La disciplina normativa della prescrizione contributi è regolata, come è noto, dall’art. 3, commi 9 e 10 della L.n. 335/1995, i quali testualmente recitano:

“9. Le contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria si prescrivono e non possono essere versate con il decorso dei termini di seguito indicati: a) dieci anni per le contribuzioni di pertinenza del Fondo pensioni lavoratori dipendenti e delle altre gestioni pensionistiche obbligatorie, compreso il contributo di solidarietà previsto dall’articolo 9-bis, comma 2, del decreto-legge 29 marzo 1991, n. 103, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 giugno 1991, n. 166, ed esclusa ogni aliquota di contribuzione aggiuntiva non devoluta alle gestioni pensionistiche. A decorrere dal 1 gennaio 1996 tale termine e’ ridotto a cinque anni salvi i casi di denuncia del lavoratore o dei suoi superstiti; b) cinque anni per tutte le altre contribuzioni di previdenza e di assistenza sociale obbligatoria”;

 

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Ricorso per cassazione – Sentenza n. 1716 del 7 febbraio 2012

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Pubblico impiego

 

Ricorso per cassazione – Sentenza n. 1716 del 7 febbraio 2012 (Sezione Lavoro, Presidente e Relatore F. Roselli)

“Il principio di autosufficienza del ricorso per cassazione impone al ricorrente la specifica indicazione dei fatti e dei mezzi di prova asseritamente trascurati dal giudice di merito, nonché la descrizione del contenuto essenziale dei documenti probatori con eventuale trascrizione dei passi salienti. Il suddetto requisito non è pertanto soddisfatto nel caso in cui il ricorrente inserisca nel proprio atto d’impugnazione la riproduzione fotografica di uno o più documenti, affidando alla Corte la selezione delle parti più rilevanti e, quindi, un’individuazione e valutazione dei fatti estranea alla funzione del giudizio di legittimità“.

Leggi il testo integrale

 

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Ricorso per differenze retributive colf – badanti

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Ricorso per differenze retributive colf – badanti

Ricorso per differenze retributive colf – badanti

Il Ricorso per differenze retributive colf – badanti è utilizzato per instaurare un giudizio volto ad ottenere il riconoscimento da parte del Giudice delle differenze retributive spettanti in caso di rapporto di lavoro di colf e badanti con conseguenziale condanna del datore di lavoro alla corresponsione delle stesse al lavoratore. Una volta redatto il ricorso, corredato dei relativi documenti (vedi la Sezione di questo sito dedicata alla preparazione del fascicolo di parte e a tutti gli adempimenti connessi), si procede al suo deposito presso la Sezione Lavoro del Tribunale Civile. Successivamente il ricorso, unitamente al decreto del giudice di fissazione di udienza, dovrà essere notificato alla controparte datoriale convenuta in giudizio. Da evidenziare che tra la data della notifica alla controparte e la data dell’udienza devono decorrere almeno 30 giorni.

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