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L’INPS mette a disposizione di chi si trova in uno stato di disoccupazione diverse forme di sostegno al reddito. Questo vale anche per coloro che lavorano nel settore agricolo. Vediamo più nel dettaglio cosa intende per disoccupazione agricola e quali sono i requisiti per poterla ottenere.

Anche per chi lavora nel settore agricolo è prevista un’indennità da parte dell’INPS. La disoccupazione agricola, così come per le altre forme di sostegno al reddito, necessita tuttavia di particolari requisiti per poter essere richiesta. In questo caso si parla di un’erogazione economica a favore del disoccupato e corrisponde al numero di giornate lavorate.

Cosa s’intende per disoccupazione agricola

La disoccupazione agricola prevista dall’INPS consiste in un sostegno economico fornito ai lavori nel settore agricolo che si trovano senza occupazione. Possono accedervi i lavoratori dipendenti e soggetti equiparati. Per poterla richiedere, però, occorre aver svolto un lavoro con relativi contributi versati per almeno 102 giornate nel 2023 (per quello che concerne le misure dell’anno in corso). L’entità del sostegno varia a seconda delle categorie, per cui si parla del 40% della retribuzione per gli operai a tempo determinato del settore agricolo che hanno perso il lavoro. Mentre spetta il 30% della retribuzione per gli operai a tempo indeterminato. Da come si può evincere, l’importo non è uguale per tutti e dipende dal numero delle giornate lavorate.

Alla disoccupazione agricola possono accedere i lavoratori dell’omonimo settore che rispondono a determinati requisiti. Per l’anno 2023 possono accedervi gli operai agricoli, lavoratori a tempo determinato, che sono iscritti agli elenchi dei lavoratori agricoli dipendenti. La disoccupazione agricola, per l’anno in corso, spetta anche agli operai agricoli, lavoratori a tempo indeterminato, che sono stati assunti o licenziati durante l’anno, con eventuali periodi di mancata occupazione al di fuori del contratto. Alle due categorie elencante si aggiungono anche i piccoli coloni, i compartecipanti familiari e i piccoli coltivatori diretti con iscrizione agli elenchi nominativi che integrano fino a 51 giornate tramite versamenti volontari.

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Accesso ‘consentito’ e accesso ‘negato’ alla domanda

Si rischia di perdere l’accesso alla richiesta se non si rispettano i tempi, oppure se si è iscritti ad una gestione autonoma o alla Gestione Separata INPS per tutto l’anno. Inoltre, chi riceve una pensione diretta o chi ha lavorato in via prevalente in altri settori non può richiedere l’indennità. Importante sottolineare, poi, così come per la Naspi e la Dis-Coll, anche la disoccupazione agricola spetta solo a chi ha perso il lavoro involontariamente e non per dimissione volontaria (ovviamente sempre con le dovute e precise eccezioni, come ad esempio le dimissioni per giusta causa).

È necessario, inoltre, che i beneficiari abbiano almeno due anni di anzianità nell’assicurazione contro la disoccupazione involontaria e almeno 102 giornate contributive versate. Per maggiore chiarezza l’INPS specifica anche quali sono le modalità per poter richiedere l’accesso alla disoccupazione agricola. In questo caso, è necessario procedere tra il 1 gennaio e il 31 marzo dell’anno successivo a quello a cui si riferisce l’indennità. La domanda si presenta all’ente previdenziale tramite i canali ufficiali (fisici o digitali) o attraverso un patronato. Dopo che la misura risulta approvata l’INPS erogherà l’importo spettato.

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