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Con lavoro domestico si fa riferimento alle prestazioni svolte da colf e badanti, ma anche a tutti i lavoratori che prestano il loro servizio per il funzionamento della vita familiare. A tal proposito è bene sapere che la legge prevede un contratto, una retribuzione specifica e il pagamento di contributi.

Come chiarisce l’INPS, rientrano tra i lavoratori domestici colf e badanti, ma anche baby sitter, autisti, cuochi, giardinieri e tutti i lavoratori che prestano il loro servizio per le esigenze familiari. Di conseguenza quest’ultimi svolgono la loro attività presso l’abitazione del datore di lavoro o di uno stretto familiare. Si tratta, in quanto attività lavorativa in piena regola, di un lavoro che può essere formalizzato in due modi diversi e per il quale è prevista una retribuzione specifica nonché il versamento di contribuiti.

Contratti per colf e badanti

La formalizzazione del lavoro di colf e badanti e di tutti i lavoratori domestici può avvenire attraverso libretto famiglia INPS o assunzione con contratto di lavoro. Nel primo caso, in situazioni di prestazioni occasionali, il datore di lavoro può utilizzare un voucher nominativo prefinanziato, composto da titoli di pagamento, il cui valore nominale è fissato in 10 euro all’ora. Il lavoro domestico non prevede l’obbligo di comunicare all’Ispettorato del Lavoro l’avvio di ogni rapporto di lavoro autonomo, anche in caso di attività occasionale. Tuttavia, i committenti che operano in qualità di imprenditori sono sottoposti a tale obbligo.

Nel caso del contratto di lavoro, invece, si stabiliscono i parametri precisi. Innanzitutto il collaboratore può essere convivente, se vive nella casa del datore di lavoro, oppure non convivente. Il contratto può essere stipulato o tra privati o del tipo CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). Nel caso di CCNL si parla sempre di contratto che ha effetto tra privati a seguito di lettera di assunzione, secondo lo schema concluso dalle associazioni dei datori di lavoro e i sindacati dei lavoratori. Questo schema serve a disciplinare gli aspetti del rapporto lavorativo. Non è obbligatorio applicare il CCNL, tranne che il datore di lavoro sia iscritto a una delle associazioni stipulanti o il lavoratore aderisca al sindacato interessato.

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Mansioni e regole sull’impiego

Le mansioni chiarite nel CCNL del lavoro domestico di colf e badanti, ma non solo, si suddividono su diversi livelli. Nel livello A rientrano gli assistenti familiari generici, non addetti all’assistenza alle persone (pulizia, aiuto cucina, lavanderia, stalliere). Il livello A super fa riferimento alle attività di compagnia senza altre mansioni aggiuntive. Per quanto riguarda il livello B è dedicato al collaboratore familiare generico polifunzionale per incombenze relative al normale andamento familiare (pulizia, riordino, stiratura, lavenderia etc). Il livello B super prevede invece le mansioni relative al baby sitting o all’assistenza di persone autosufficienti. Invece, il livello C è per collaboratori familiari in possesso di specifiche conoscenze di base e con determinate responsabilità. Il livello C super è per l’assistenza a persone non autosufficienti.

Il livello D è per lavoratori che svolgono funzioni di coordinamento, hanno autonomia decisionale e particolari responsabilità. Infine, il livello D super è per l’assistenza a persone non autosufficienti previo corso di formazione di 500 ore. Oltre alle mansioni, nel CCNL per colf e badanti e altri lavoratori domestici sono previste anche le regole sull’impiego. Ovvero, orario di lavoro, periodo di prova, maternità, infortuni, malattia, scatti di anzianità, ferie, permessi, retribuzione delle ore per sostenere gli esami annuali (diritto allo studio). E poi ancora formazione professionale, congedo matrimoniale, lavoro straordinario, indennità in caso di morte, trasferta (con rimborso delle ore per le spese del viaggio), preavviso licenziamento o dimissioni. A cui si aggiungono trattamento di fine rapporto determinato sull’ammontare delle retribuzioni percepite nell’anno e anticipo TFR nella misura massima del 70% di quanto maturato.

Retribuzione, contribuiti e infortunio

Passando poi alla retribuzione, essa dipende dal livello di specializzazione. Nel testo si distingue poi tra collaboratori conviventi, anche part time, non conviventi e lavoratori che svolgono assistenza notturna. In generale, la retribuzione oraria di un lavoratore domestico varia da 5,27 a 9,36 euro all’ora per i non conviventi. Per assumere colf e badanti, così come gli altri lavoratori domestici, il datore di lavoro è tenuto a versare i contributi del lavoratore all’INPS ogni trimestre. I contributi sono calcolati sulla base della retribuzione del lavoratore e al numero delle ore lavorate. Una parte dei contributi è a carico del lavoratore e il datore li potrà trattenere dallo stipendio che versa al dipendente. Nel caso di mancato versamento dei contribuiti il datore di lavoro rischia sanzioni civili e penali.

Infine, per quanto riguarda gli infortuni e la tutela del lavoro domestico è bene sapere che tutti i lavoratori regolarmente assunti hanno diritto alle prestazioni a carico dell’INAIL. Inoltre, assistenza sanitaria medica, farmaceutica, ospedaliera, ambulatoriale, specialistica sono a carico del Servizio Sanitario Nazionale in caso di infortuni sul posto di lavoro.

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