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BONUS e ISEE: questi sono tutti i nuovi contributi del 2025 che si possono richiedere al CAF

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bonus e ISEE: lista dei nuovi contributi
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Bonus e Isee, quali sono i nuovi incentivi che si possono richiedere al CAF. Ecco alcuni benefici e chi vi può accedere. 

Negli ultimi tempi, gli incentivi hanno rappresentato un aiuto significativo per molte famiglie, soprattutto per quelle che si trovano maggiormente in difficoltà.

I bonus, dalla loro introduzione, stanno diventando un punto di riferimento e un supporto, per coloro che necessitano di integrare le proprie risorse economiche. Data l’inflazione e i rincari, c’è bisogno di aiuto per affrontare le varie spese mensili, e di incentivi ce ne sono parecchi a cui accedere, sempre se vi hanno i requisiti, tra cui l’ISEE.

Quest’ultimo, come sappiamo, è un documento indispensabile per poter accedere agli incentivi, in quanto fa emergere la situazione economica dei nuclei familiari. Ci sono delle soglie ben precise di ISEE da non oltrepassare per ottenere vari bonus, e ogni volta i requisiti possono essere diversi (non sempre però), a seconda degli aggiornamenti che si decide di fare o meno.

Per il 2025 sono in arrivi nuovi incentivi, che si possono richiedere nei vari CAF presenti sul proprio territorio. In questo modo si potranno avere anche aiuto e delucidazioni su come muoversi per ricevere un determinato incentivo, e soprattutto se si hanno i requisiti per accedervi.

Bonus e ISEE, nuovi contributi 2025: quali sono

Ci sono nuovi incentivi per questo 2025, e interessano diversi ambiti. In primis, il supporto abitativo. Sono in arrivo incentivi per l’affitto e per comprare la prima casa.

bonus e ISEE: lista dei nuovi incentivi
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Naturalmente si dovrà verificare di rientrare nella soglia ISEE prevista, e se è così si potranno ricevere contributi per pagare l’affitto. Per fare richiesta, è necessario recarsi al CAF. Per chi vuole acquistare la prima casa, ci sono dei contributi per giovani e famiglie con basso reddito. Cosa importante, è aggiornare l’ISEE, in modo da verificare se si hanno i requisiti per ottenere l’incentivo.

Ulteriori agevolazioni sono previste per utenze domestiche, con un aumento degli aiuti per fronteggiare le spese di bollette luce e gas, per famiglie che hanno difficoltà, dal punto di vista economico. I bonus per le utenze, come per gli altri incentivi, possono essere richieste tramite CAF, che verificherà i requisiti e l’ISEE.

Sono previsti anche incentivi per salute e cultura. Nello specifico, ci saranno agevolazioni per spese sanitarie e accesso a eventi tra cui spettacoli, musei ecc. Lo scopo è quello di promuovere il benessere sociale, consentendo anche a chi ha redditi più bassi di prendere parte alle attività culturali proposte.

Legge 104, cambiano le regole e si ricevono €850 in più: Caf presi d’assalto per la richiesta del ricco contributo

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Legge 104 modifiche e bonus
Nuove modifiche alla Legge 104 porteranno ad un bonud di circa 800 euro (diritto-lavoro.com)

Legge 104 cambiano le regole e cambiano gli importi, Arrivano 800 euro in più. Ecco chi ne beneficia e le nuove agevolazioni per il 2025.

Quando si parla di Legge 104 si fa riferimento a una delle misure più importanti in Italia per la tutela delle persone con disabilità e di chi si prende cura di loro.

Un provvedimento che, nel corso degli anni, ha rappresentato un punto di riferimento per tantissime famiglie, garantendo sostegni economici, agevolazioni lavorative e detrazioni fiscali.

Legge 104 tutte le modifiche e gli importi

Proprio nel 2025, alcune novità potrebbero rendere ancora più vantaggiosa questa misura, soprattutto per i caregiver. La Legge 104/1992 è nata con l’obiettivo di offrire una serie di benefici a chi ha una disabilità grave e a coloro che lo assistono. Tra le principali agevolazioni rientrano i permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti, che possono assentarsi dal lavoro per prendersi cura del familiare in difficoltà senza perdere la retribuzione. Un diritto fondamentale, che permette di bilanciare il carico dell’assistenza con le esigenze lavorative.

Ma non è tutto. La Legge 104 prevede anche esenzioni fiscali, agevolazioni per l’acquisto di veicoli destinati al trasporto di persone con disabilità, detrazioni per spese mediche e sanitarie e perfino la possibilità di richiedere il congedo straordinario retribuito per periodi prolungati. Si tratta, dunque, di una normativa che interviene in più ambiti della vita quotidiana di chi si trova in situazioni di difficoltà.

Bonus Caregiver e legge 104
Enormi novità per il bonus caregiver, attenzione a cosa cambia (diritto-lavoro.com)

Nel 2025, però, una delle novità più rilevanti riguarda il cosiddetto “bonus caregiver”, un contributo economico destinato a chi si prende cura di un familiare con disabilità grave. La misura, già prevista da tempo, subirà un incremento di circa 800 euro, un aiuto concreto per chi dedica la propria vita all’assistenza di un parente in difficoltà.

Il bonus caregiver è stato pensato per supportare economicamente coloro che, spesso senza alcuna retribuzione, si prendono cura dei propri cari. Si tratta di un aiuto che può essere utilizzato per coprire spese mediche, farmaci, attrezzature necessarie o per garantire un miglior livello di assistenza.

L’importo del bonus, però, non è uguale per tutti. Infatti, la somma varia in base alla situazione economica del richiedente, con un incremento che potrebbe arrivare fino a 850 euro nelle province che partecipano alla fase di sperimentazione della nuova misura. Un segnale di attenzione che punta a migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno affronta le difficoltà legate alla disabilità di un familiare.

L’aggiornamento della Legge 104 e del bonus caregiver rappresenta, quindi, un passo avanti significativo, che riconosce l’importanza del ruolo di chi si prende cura degli altri. Un aiuto che, senza ombra di dubbio, potrà fare la differenza per molte famiglie italiane.

Le famiglie con ISEE fino a €35.000 possono gioire: 500 euro subito da richiedere al CAF

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Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: 500 euro subito
Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: 500 euro subito-diritto-lavoro.com

Le famiglie che hanno un ISEE fino a 35 mila possono usufruire di un incentivo da 500 euro. Ecco come possono impiegarlo e altri dettagli. 

C’è un metodo che ormai tutti conoscono per misurare la situazione patrimoniale di un nucleo familiare, ed è l’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente).

Quando si intende ottenere un incentivo economico o sociale, è importante avere i giusti requisiti ISEE, altrimenti non si potrà accedere. È un documento essenziale, che deve essere compilato con dati il più accurati possibile, per non incorrere, peraltro, in pesanti sanzioni.

Il governo, soprattutto negli ultimi anni, ha erogato diversi bonus economici e sociali, per supportare le famiglie nell’affrontare le varie spese. Questo, in special modo, perché la crisi economica si fa sempre più largo, e l’inflazione sta abbassando il potere d’acquisto.

In un contesto del genere, molti nuclei familiari fanno fatica ad affrontare le varie spese, soprattutto se hanno figli a carico. Ecco il motivo per cui ci sono aiuti che possono essere usati proprio per alleggerirsi di esborsi che a fine mese, pesano sul portafogli familiare.

Ma scopriamo insieme, ora, come accedere a un nuovo bonus per quelle famiglie che hanno ISEE fino a 35 mila euro.

ISEE fino a 35 mila euro: a chi spetta il bonus 500 euro e come averlo

Come detto, ci sono famiglie che, in un periodo di crisi economica come quello in corso, necessitano di supporto, e da qui nasce un incentivo da 500 euro per famiglie con ISEE fino a 35 mila euro.

Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: come avere bonus 500 euro
Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: come avere bonus 500 euro -diritto-lavoro.com

Sappiamo come tutto abbia un costo, e in particolare, i costi per prendersi cura dei propri figli, in particolare per formazione e attività extra scolastiche, sono piuttosto esosi. Ed è proprio con l’obiettivo di supportare le famiglie nell’incentivare lo sviluppo delle competenze dei giovani, che è stato introdotto un incentivo da 500 euro.

Questo incentivo si può usare soltanto per le spese che riguardano figli che hanno meno di 14 anni, e servono per pagare corsi di lingua, oppure percorsi didattici e culturali, come laboratori che riguardano arte, scienze, e altre attività che riguardano la formazione dei più giovani.

Si possono pagare corsi di musica, oppure attività che riguardano lo sport. È possibile ottenere un rimborso per le suddette spese sostenute presso enti pubblici, privati, ecc. Per ottenere l’incentivo, oltre ai suddetti requisiti, è necessario anticipare le spese, e conservare fatture e ricevute per poi chiedere e ottenere il rimborso. Si tratta di un incentivo che può essere abbinato ad altri aiuti economici, e quindi è realmente un sostegno per le famiglie che vorranno aderirvi.

Mancano pochissimi giorni per incassare il ‘regalo’ dell’INPS: quando avverrà l’accredito della somma sulla carta

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Accredito INPS, manca poco: quando arriverà sulla carta
Accredito INPS, manca poco: quando arriverà sulla carta-diritto-lavoro.com

Dall’INPS arriverà un accredito per alcune categorie di persone. Scopriamo insieme di che cosa si tratta, nello specifico. 

L’INPS è un ente pubblico che si occupa, in Italia, della previdenza sociale. Si tratta di un organismo molto importante nel nostro Paese, in quanto ne regola il welfare, e gestisce tutte quelle pratiche che consentono ai lavoratori di percepire varie prestazioni economiche, previdenziali e assistenziali.

Ma di cosa si occupa l’INPS, di preciso? Ebbene, esso gestisce le varie pensioni, che possono essere di vecchiaia, invalidità, reversibilità. Inoltre fornisce supporto al reddito, ossia Naspi, cassa integrazione e i vari incentivi, si occupa di prestazioni assistenziali, come ad esempio assegno sociale, invalidità civile, e contributi previdenziali.

Questi ultimi sono somme che autonomi, dipendenti, ecc. devono versare in modo obbligatorio. I contributi, infatti, andranno a formare la pensione del contribuente, in base ai vari anni di versamenti, età e altri importanti requisiti, di contorno, da valutare.

Nel mese di marzo, ci saranno diversi accrediti da parte dell’Istituto di Previdenza Sociale. Scopriamo a chi saranno indirizzati, e quando avverranno gli accrediti.

INPS, accrediti in arrivo per alcune categorie: ecco quando

Per molti cittadini, sarà un mese di marzo contraddistinto da accrediti da parte dell’INPS, per alcune categorie di contribuenti. Ma scopriamo meglio chi, nello specifico.

Accredito INPS, quando arriverà sulla carta
Accredito INPS, quando arriverà sulla carta- -diritto-lavoro.com

Questo mese a beneficiare degli accrediti saranno pensionati, famiglie e lavoratori. Le pensioni sono già state accreditate, come sempre, a inizio mese, ma ci sono anche altri soggetti che percepiranno una serie di assegni.

Sappiamo quanto sia importante, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, poter fare dei calcoli e monitorare con attenzione entrate e uscite in una famiglia. Nello specifico, è importante conoscere la data dei sussidi per le varie spese, in modo che i nuclei familiari possano organizzarsi al meglio, per gestire i propri conti.

Molte famiglie dipendono proprio da essi, per cui è fondamentale conoscere le varie date di accredito. Per i pensionati, gli accrediti sono iniziati dallo scorso 1° marzo, e chi ha il conto in banca, il 3 marzo 2025. Per coloro che ricevono l’Assegno Unico Universale, l’accredito è previsto in un periodo compreso tra 18 e 20 marzo 2025, se non sono state apportate modifiche all’ISEE.

Se invece, si sono dovuti apportare aggiornamenti ai dati, il pagamento è previsto per fine marzo 2025. L’AdI (Assegno di Inclusione), invece, arriverà per chi lo percepisce per la prima volta, il 18 marzo 2025, e per chi lo percepisce già, il 27 marzo 2025. Per chi aderisce a Supporto formazione e lavoro, il pagamento si prevede tra 15 e 27 marzo.

Per questo Bonus cambia il limite ISEE e ci rientrano quasi tutti: attenzione, però, alla scadenza del ricco contributo

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Bonus mamma requisiti più facili
Requisiti più agevoli per il bonus, ora più famiglie potranno ottenerlo (diritto-lavoro.com)

In tanti stanno perdendo dei soldi. Per questo bonus cambiano i requisiti e rientrano molte più famiglie ma non lo sanno.

In un periodo economico difficile, i bonus destinati alle famiglie rappresentano un aiuto fondamentale. Tuttavia, molti di questi sostegni non vengono richiesti perché poco conosciuti o perché i criteri di accesso risultano complessi da comprendere.

Spesso, la chiave per ottenere questi aiuti è l’ISEE, un indicatore essenziale che determina l’accesso a molte misure di sostegno. Eppure, non tutti sanno come calcolarlo o quali siano i vantaggi che può portare.

Oggi puoi rientrare in questo bonus ricchissimo

L’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è uno strumento che fotografa la condizione economica di una famiglia, tenendo conto del reddito, del patrimonio immobiliare e mobiliare e della composizione del nucleo familiare. Più basso è l’ISEE, maggiori sono le possibilità di accedere a bonus e agevolazioni. Nonostante sia uno strumento ormai largamente utilizzato, molte persone non sanno che ogni anno possono verificarsi aggiornamenti delle soglie, come nel caso del bonus mamma 2025.

L’assegno di maternità, noto anche come “bonus mamma”, è una misura destinata alle famiglie con redditi medio-bassi che hanno avuto un figlio o adottato un bambino. Per il 2025, il requisito ISEE è innalzato a 20.382,90 euro, una modifica che consente di allargare la platea dei beneficiari rispetto all’anno precedente. Questo cambiamento è importante, perché consente a più famiglie di ottenere un sostegno economico utile in un momento cruciale come la nascita o l’adozione di un bambino.

Bonus e requisiti cosa sapere
Aumentato il tetto ISEE per ricevere questo bonus, ora sarà più facile per tantissime famiglie (diritto-lavoro.com)

L’assegno viene erogato dai Comuni ma pagato dall’INPS, e ha un valore massimo di circa 1.900 euro, divisi in cinque mensilità. È rivolto in particolare alle mamme disoccupate o con contratti di lavoro precari che non beneficiano di un’indennità di maternità. Molte donne non sanno di avere diritto a questo bonus, che può fare la differenza nei primi mesi di vita del bambino, coprendo spese essenziali come pannolini, visite mediche e prodotti per la prima infanzia.

Altre misure a sostegno

Oltre al bonus mamma, esistono altre misure di sostegno spesso trascurate. L’assegno unico universale, i bonus asilo nido e i contributi per le spese scolastiche sono solo alcune delle agevolazioni che ogni anno migliaia di famiglie rischiano di perdere per mancanza di informazioni o per la difficoltà nel presentare le domande. Ecco perché è fondamentale tenersi aggiornati, verificare i requisiti ISEE e rivolgersi a un CAF o direttamente all’INPS per avere un quadro chiaro di ciò a cui si ha diritto.

Le famiglie italiane, oggi più che mai, devono fare i conti con il carovita e l’aumento delle spese quotidiane. Sapere che esistono bonus e agevolazioni può fare la differenza, ma è altrettanto importante essere consapevoli di come funzionano e dei cambiamenti annuali che possono incidere sulla possibilità di ottenerli.

Pensioni, il tanto atteso aumento arriva: chi troverà di più sull’assegno e da quando

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Soldi euro
Pensioni, arriva il tanto atteso aumento: a chi spetta di diritto - Diritto-lavoro.com

Ci sono buone notizie per i pensionati: il tanto atteso aumento delle pensione è stato approvato. Da quando aumenta l’assegno.

In un momento di incertezza economica e difficoltà di una grande parte della popolazione, specie per i pensionati, l’annuncio dell’aumento degli assegni è una boccata d’ossigeno. Va detto che l’aumento riguarderà soltanto i pensionati che soddisfano determinati requisiti. Ma di cosa si tratta?

Parliamo del pagamento della quattordicesima mensilità, da non confondere con la tredicesima. Quest’ultima, infatti, spetta a tutti e viene calcolata in base all’importo della pensione percepita. La quattordicesima, invece, riguarda i redditi più bassi. Ma procediamo con ordine.

Pensioni, chi vedrà l’aumento sull’assegno nei prossimi mesi

L’aumento previsto dalla quattordicesima dipende da diversi fattori. In primo luogo il reddito, poi dalla gestione di appartenenza (ovvero se lavoratori dipendenti o autonomi), e infine dai contributi maturati. Va inoltre ricordato che, come previsto dalla Legge di Bilancio del 2017 (che ha modificato l’art.1, comma 187, della Legge N° 127), gli importi sono fissi e cioè non sono soggetti a rivalutazione annua. Dunque, la quattordicesima del 2025, sarà identica a quella del 2024 e 2023 e degli anni precedenti.

Cambiano però i requisiti e con loro le soglie di riferimento per il calcolo di quanto spetta al pensionato, prendendo in riferimento il trattamento minimo di pensione. Fatta questa premessa, la quattordicesima verrà concessa a coloro che sono titolari di uno (o più) trattamenti pensionistici che sono a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Rientrano in questo ambito: i lavoratori dipendenti, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi, la gestione separata, le forme sostitutive e  del Fondo clero.

Pensionata
A chi spetta l’aumento della quattordicesima e come verificare subito la pensione – Diritto-lavoro.com

Inoltre, hanno diritto alla quattordicesima chi percepisce l’Assegno Ordinario di Invalidità e la Pensione ai superstiti. Non possono richiederla, invece, chi percepisce l’Assegno o Pensione Sociale, oppure l’assegno per l’Invalidità Civile o per l’Ape Sociale. Bisogna aver compiuto 64 anni (nel corso del 2025) e con un reddito che non supera di due volte il valore della pensione minima, ovvero 7.844,20 euro.

Dunque, quanto spetta di aumento? Facciamo qualche esempio. Per chi ha un reddito che non supera di 1,5 volte il valore della pensione minima (quindi entro gli 11.766,30 euro), spetteranno 437,00 se sono lavoratori dipendenti fino 15 anni di contributi o autonomi con 18 anni di contributi. L’assegno sale fino a 655,00 euro se i dipendenti hanno 25 anni di contributi e gli autonomi 28 anni. Gli importi sono netti, dal momento che non sono soggetti ad imposte.

Per ulteriori informazioni, ed eventuale fare domanda, meglio visitare il sito ufficiale INPS, nella sezione privata, oppure recarsi negli appositi uffici (oppure da un Caf per produrre la pratica).

Poste italiane ti regala 7000 € senza fare niente: tutti possono ottenere l’accredito diretto sul conto

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Poste Italiane rendimento buoni fruttiferi
In pochi sanno che la posta regala fino a 7.000 euro, una sorta di bonus se fai questo (diritto-lavoro.com)

Tutti conosciamo le Poste Italiane ma in pochi conoscono il segreto che nessuno ti dice: come farti “regalare” soldi.

Quando si parla di Poste Italiane, spesso si pensa solo ai tradizionali servizi di spedizione e ai pagamenti delle bollette, ma in realtà c’è molto di più.

Negli ultimi anni, il colosso postale ha ampliato la sua offerta di prodotti finanziari, mettendo a disposizione strumenti che, se utilizzati nel modo giusto, possono davvero far crescere i risparmi.

Cosa sapere su Poste Italiane per ricevere fino a 7.000 euro

Uno dei servizi più popolari tra gli italiani è senza dubbio la PostePay, una carta prepagata che permette di effettuare pagamenti online, prelievi e acquisti nei negozi con estrema facilità. Disponibile sia nella versione standard che nella variante PostePay Evolution, dotata di IBAN.

Poste italiane bonus soldi
In questo modo guadagni 7.000 euro con le Poste Italiane (diritto-lavoro.com)

Questa carta è una delle soluzioni più versatili per chi vuole gestire il proprio denaro senza dover aprire un conto corrente tradizionale. Infatti, offre la possibilità di ricevere bonifici, accreditare lo stipendio e persino pagare bollette e abbonamenti con pochi clic. Molte misure di sostegno del Governo, poi, spesso passano per le Poste Italiane contribuendo, cocì, ad alleviare le sofferenze economiche delle famiglie italiane.

Però, il vero punto forte delle Poste è rappresentato dai prodotti di investimento, tra cui i Buoni Fruttiferi Postali. Questi strumenti, emessi da Cassa Depositi e Prestiti e garantiti dallo Stato, sono una delle soluzioni più sicure per chi vuole mettere da parte i propri soldi senza rischi.

Facciamo un esempio concreto: chi oggi investisse 10.000 euro in un Buono Fruttifero Postale a 20 anni, alla scadenza otterrebbe circa 17.000 euro, grazie agli interessi maturati nel tempo. Questo significa che, senza alcuno sforzo, il capitale iniziale si rivaluterebbe di 7.000 euro, un rendimento che poche altre forme di investimento garantiscono con lo stesso livello di sicurezza.

Oltre ai buoni, Poste Italiane offre anche altre soluzioni di risparmio, come il libretto postale, che rappresenta una scelta interessante per chi vuole mettere da parte piccole somme senza vincoli.

Poste Italiane, dunque, senza ombra di dubbio, non si limita a offrire semplici servizi di pagamento, ma permette di gestire il proprio denaro in modo strategico, senza dover affrontare le complessità tipiche delle banche. Chi sa sfruttare al meglio questi strumenti può ritrovarsi, nel lungo periodo, con un capitale molto più elevato di quello iniziale. E tutto questo senza particolari rischi o costi nascosti.

Bollette, in molti fanno questo errore e le devono pagare un’altra volta: cosa fare per evitare di spendere un botto

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Bollette non fare questo errore
Attenzione se fai questo errore devi pagare le bollette due volte (diritto-lavoro.com)

Sulle bollette dell’energia elettrica rischi grosso. Se fai questo errore la devi ripagare. Ecco tutti i consigli per non spendere un botto.

La situazione economica attuale non è certo tra le più rosee, e il peso delle bollette dell’energia elettrica si fa sentire sempre di più sui bilanci familiari.

Tra rincari, conguagli e spese fisse sempre più elevate, ogni mese pagare la luce è un impegno che mette a dura prova tantissime famiglie italiane.

Bollette della luce ecco perché te le fanno pagare due volte, fatti furbo

Tra consumi in aumento e tariffe altalenanti, non è raro che ci si trovi davanti a importi che sembrano non avere una logica chiara. Proprio per questo motivo, è fondamentale sapere quanto tempo bisogna conservare una bolletta pagata, così da non rischiare spiacevoli sorprese nel caso in cui il gestore richieda un pagamento già effettuato.

Non tutti sanno, infatti, che per legge le bollette della luce vanno conservate per almeno 5 anni dalla data di scadenza del pagamento. Questo perché il fornitore può effettuare verifiche o richiedere pagamenti arretrati in caso di errori amministrativi o contestazioni. Se si riceve una richiesta di pagamento per una bolletta già saldata, avere la ricevuta è l’unico modo per dimostrare di essere in regola ed evitare il rischio di pagare due volte.

Bollette come risparmiare
Tutti fanno questo errore pagando le bollette e pagano di più, presta attenzione (diritto-lavoro.com)

Per tenere tutto sotto controllo, il consiglio è di conservare le ricevute in formato digitale, scansionando o fotografando le bollette e archiviandole in una cartella dedicata. Questo permette di ritrovarle facilmente senza accumulare montagne di carta.

Per quanto riguarda il risparmio in bolletta, uno degli strumenti più efficaci è senza dubbio il mercato libero. Molti consumatori, abituati a restare nel mercato tutelato, non hanno ancora esplorato le opportunità offerte dalle tariffe personalizzate che i fornitori privati mettono a disposizione. Infatti, passando a un contratto più adatto alle proprie esigenze, si possono ottenere riduzioni significative dei costi.

Consigli utili per risparmiare

Uno dei fattori chiave da considerare è la possibilità di scegliere tariffe a prezzo fisso o indicizzato. Le prime permettono di sapere in anticipo quanto si pagherà, proteggendosi dagli aumenti di prezzo, mentre le seconde seguono l’andamento del mercato e possono essere vantaggiose nei periodi di ribasso. Per trovare l’offerta migliore, vale la pena confrontare più fornitori, leggere attentamente le condizioni e verificare eventuali costi nascosti, come spese di attivazione o penali di uscita anticipata.

Un altro accorgimento utile è quello di prestare attenzione alle fasce orarie. Se si ha una tariffa bioraria, ad esempio, usare gli elettrodomestici nelle ore serali o nei weekend può ridurre i consumi nelle fasce di picco, dove l’energia costa di più. Inoltre, investire in elettrodomestici di classe energetica alta può fare una grande differenza sul lungo termine.

Senza ombra di dubbio, gestire al meglio le bollette della luce richiede attenzione e qualche accorgimento in più. Però, con le giuste strategie, è possibile tenere sotto controllo i costi e non farsi trovare impreparati di fronte agli eventuali imprevisti del mercato dell’energia.

IMU, puoi non pagarla, ma non ve lo dice nessuno: come compilare il modulo per evitare la tassa

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Esenzione IMU seconde case
Ci sono casi in cui si può evitare di pagare l'IMU, ecco come fare (diritto-lavoro.com)

L’IMU sulla casa puoi anche non pagarla ma nessuno ti dice come fare. Ecco quando è possibile evitare di pagarla anche sulle seconde case.

In Italia, la casa è da sempre un simbolo di stabilità, un bene prezioso che, però, porta con sé anche una serie di costi, tra cui l’IMU. Questa tassa, che grava sugli immobili diversi dall’abitazione principale, rappresenta una spesa importante per chi possiede più di una proprietà.

L’IMU è, infatti, dovuta per tutte le seconde case, ma esistono delle circostanze specifiche in cui è possibile evitarne il pagamento, anche se l’immobile non è la propria abitazione principale.

Ecco quando perché l’IMU non è dovuta

Senza ombra di dubbio, l’IMU è una delle imposte più discusse e spesso fonte di confusione per i proprietari di immobili. Il suo importo varia a seconda della rendita catastale della casa e dell’aliquota fissata dal Comune in cui l’immobile è situato. Tuttavia, ci sono delle eccezioni che consentono di ottenere un’esenzione parziale o totale, riducendo così il peso fiscale.

Una delle condizioni più comuni per ottenere l’esenzione è il comodato d’uso gratuito a un familiare. Se un genitore decide di concedere in uso la seconda casa a un figlio, ad esempio, può beneficiare di una riduzione del 50% sulla base imponibile, purché l’immobile sia adibito ad abitazione principale del beneficiario e si rispettino i requisiti richiesti dal Comune.

Evita l'IMU così
In questi casi non devi l’IMU nemmeno sulla seconda casa (diritto-lavoro.com)

Un’altra situazione riguarda le seconde case non agibili o inabitabili. Se l’immobile si trova in condizioni tali da non poter essere utilizzato, è possibile ottenere un’esenzione o una riduzione dell’IMU, ma solo a seguito di una perizia tecnica che ne attesti lo stato. Questo è particolarmente utile per chi possiede vecchi immobili in attesa di ristrutturazione.

Però, c’è anche chi può evitare di pagare l’IMU sulle seconde case perché risiede all’estero. I pensionati italiani residenti fuori dall’Italia possono beneficiare di un’esenzione totale su un solo immobile posseduto in Italia, a patto che non sia affittato o concesso in comodato. Questa agevolazione è stata pensata per facilitare coloro che hanno lavorato una vita e si trovano a risiedere in un altro Paese, senza rinunciare alle proprie radici.

Un’ulteriore possibilità è quella delle abitazioni appartenenti a coniugi separati o divorziati. Se l’immobile è assegnato dal giudice a uno dei due coniugi come residenza principale, il coniuge assegnatario sarà esonerato dal pagamento dell’IMU, mentre l’ex proprietario dovrà continuare a pagarla solo se possiede altre proprietà.

Infine, ci sono alcuni Comuni che prevedono specifiche agevolazioni locali per determinate categorie, come le famiglie con disabili o gli immobili storici. È sempre consigliabile verificare il regolamento comunale per scoprire se si rientra in qualche forma di esenzione che permetta di ridurre l’imposta o addirittura di azzerarla.

Conoscere le possibilità di esenzione è fondamentale per evitare di pagare una tassa che, in alcuni casi, non è dovuta. Per ottenere lo sconto o l’esonero, è necessario presentare la documentazione richiesta al proprio Comune di residenza e verificare ogni anno eventuali modifiche alla normativa. Risparmiare sull’IMU è possibile, ma solo se si è ben informati sulle opzioni disponibili.

Bonus di €682,50 più i soldi per l’affitto: lo Stato fa un mega regalo a queste famiglie

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INPS misure a sostegno
Ecco le misure a sostegno delle persone che vivono sole e versano in difficoltà economiche (diritto-lavoro.com)

Vivere soli in Italia è una sfida sempre più difficile per molti significa una condizione di povertà. Questa misura, però, può aiutarti.

In Italia, vivere da soli sta diventando una vera e propria sfida, soprattutto per chi ha un reddito basso o addirittura è senza alcun sostentamento economico.

Le spese per l’affitto, le bollette e la spesa alimentare continuano a salire, rendendo la quotidianità sempre più complessa per chi non può contare su un aiuto familiare o su un’entrata sicura.

Le misure dello Stato per aiutare chi vive solo

Se un tempo la solitudine era una scelta, oggi spesso diventa una condizione obbligata, soprattutto per le persone anziane o per chi ha perso il lavoro e si trova a dover affrontare la vita senza una rete di supporto economico e sociale.

Senza ombra di dubbio, la situazione è resa ancora più complicata dall’aumento del costo della vita. Il caro-affitti, il rincaro delle utenze e l’inflazione che non accenna a fermarsi rendono difficile arrivare a fine mese, specialmente per chi percepisce uno stipendio minimo o una pensione molto bassa. E per chi non ha contributi sufficienti per accedere alla pensione tradizionale, il futuro appare ancora più incerto.

Soldi dall'INPS come sostegno
L’INPS ed il Governo vengono incontro a chi ha difficoltà economiche magari vivendo solo, ecco tutte le msiure (diritto-lavoro.com)

Però, non tutto è perduto. Esistono delle misure di sostegno che possono dare un aiuto concreto a chi si trova in difficoltà. Una delle più importanti è senza dubbio l’Assegno di Inclusione (ADI), che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza. Questa misura è pensata per chi ha un reddito molto basso e si trova in una condizione di particolare vulnerabilità economica. Viene erogato a chi rispetta determinati requisiti ISEE e offre un aiuto mensile per coprire le spese essenziali.

Un’altra importante forma di sostegno è la pensione sociale, dedicata a chi ha raggiunto l’età pensionabile ma non ha versato contributi sufficienti per ottenere una pensione tradizionale. Questa misura permette di ricevere un assegno mensile che consente di avere almeno un minimo di stabilità economica, fondamentale per chi è solo e senza altri mezzi di sostentamento.

Nonostante queste misure siano un aiuto concreto, la realtà rimane difficile. Gli importi erogati spesso non bastano per coprire tutte le spese di una persona che vive da sola e non ha altre entrate. È per questo che molte persone cercano soluzioni alternative, come la coabitazione con altre persone in situazioni simili o il ricorso ai servizi sociali per ottenere ulteriori agevolazioni su affitto, spesa e cure mediche.

In un’Italia in cui il costo della vita aumenta e le opportunità lavorative per molte categorie si riducono, vivere soli può essere un vero ostacolo. Tuttavia, conoscere i propri diritti e le misure di sostegno disponibili può fare la differenza e garantire un minimo di tranquillità anche nelle situazioni più difficili.

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