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Disabili gravi approvato in Senato il DDL sulla tutela patrimoniale: 

Relativamente ai disabili gravi è stato approvato al Senato il DDL di tutela patrimoniale.

Nello specifico il DDL prevede aumento dei progetti individuali come alternativa al ricovero in istituto dei disabili gravi, l’ampliamento degli strumenti di segregazione e tutela del patrimonio dai creditori per le famiglie, l’esenzione dell’imposta di successione e donazione e l’aumento a 750 euro della detraibilità dei premi assicurativi stipulati per garantire un futuro ai disabili.

A parlarci di politiche sociali e del DDL approvato in Senato è anche l’articolo pubblicato oggi (27.5.2016) dal Sole 24 Ore (Firma: Mauro Pizzin, Titolo: “Per i disabili gravi la tutela patrimoniale per limitare i ricoveri”).

Ecco l’articolo.

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Rafforzamento dei progetti individuali come alternativa al ricovero in istituto dei disabili gravi, ampliamento degli strumenti di segregazione e tutela del patrimonio dai creditori a disposizione delle famiglie, conferma dell’esenzione dall’imposta di successione e donazione, aumento della detraibilità a 750 euro dei premi assicurativi stipulati per garantire un futuro ai disabili (progetto per ora bloccato, tuttavia, dai vincoli di bilancio).

Con molte conferme e alcune, importanti, novità è stato approvato ieri dal Senato il disegno di legge sull’assistenza ai disabili gravi. Dopo il via libera dell’Aula, arrivato a larga maggioranza con 181 favorevoli, 20 contrari e 12 astenuti, il testo, approvato con modifiche rispetto a quello inviato dalla Camera (si veda il Sole 24 ore del 24 febbraio 2016), approderà il 7 giugno prossimo nell’altro ramo del Parlamento per quello che dovrebbe essere il via libera definitivo.

Già battezzata legge del “Dopo di noi”, la nuova normativa punta ad evitare per quanto possibile l’istituzionalizzazione dei disabili più gravi nel momento in cui vengono a mancare i genitori e ad incrementare le risorse per l’integrazione e lo sviluppo di una rete di protezione attraverso una serie d’iniziative che vanno dall’istituzione di un fondo per l’assistenza successivo alla scomparsa dei genitori/familiari all’introduzione di regimi fiscali agevolati per la loro assistenza, dall’attivazione di percorsi per l’indipendenza degli individui alla creazione e il sostegno di case-famiglia o di comunità.

«Il nostro obiettivo principale – spiega Annamaria Parente, capogruppo Pd nella Commissione lavoro del Senato e relatrice del provvedimento – è quello di fare in modo che i disabili gravi non siano costretti a vivere in istituto alla morte dei genitori, ma possano scegliere percorsi di autonomia e socialità. In questo senso esistono già buone pratiche di welfare locale con il contributo delle onlus, come il co-housing e i gruppi di appartamento: si tratta di incentivare le sperimentazioni».

La futura legge sarà sostenuta dalle risorse provenienti da un fondo specifico, istituito presso il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, con una dotazione di 90 milioni per l’anno in corso, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni per il 2018.

Destinatari della normativa sono persone con disabilità grave non determinata da naturale invecchiamento o da patologie connesse alla senilità, prive di sostegno familiare in quanto senza genitori o perché gli stessi non sono in grado di sostenere la responsabilità della loro assistenza (ad esempio perché molto anziani): per esse è prevista la progressiva presa in carico durante l’esistenza in vita dei genitori stessi, fermi restando i livelli essenziali di assistenza e gli altri benefici previsti dalla legislazione nazionale a favore dei disabili.

Il disegno di legge prevede anche agevolazioni come l’esenzione dall’imposta di successione e donazione a vantaggio dei trust istituiti in favore delle persone con disabilità grave. Rispetto al testo congedato dalla Camera sono state aggiunte, tuttavia, altre due opzioni – inserite dopo aver sentito tanto le associazioni genitoriali, quanto i professionisti -, ossia il vincolo di destinazione previsto dall’articolo 2645-ter del Codice civile e il contratto di affidamento fiduciario in favore di organizzazioni non a scopo di lucro operanti in questo settore. «Abbiamo fatto questa scelta – precisa Parente – al termine di una lunga serie di audizioni che hanno coinvolto associazioni di familiari e professionisti allo scopo di fornire delle alternative rispetto ad uno strumento come quello del trust, ancora poco utilizzato nel nostro ordinamento».

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