Regali in denaro sì, ma attenzione: sopra certe soglie scatta l’imposta di donazione e il notaio diventa obbligatorio
Con l’arrivo di feste, matrimoni e compleanni, i regali in denaro sono sempre più frequenti: dai genitori ai figli, dai nonni ai nipoti, passando per amici e colleghi. In molti credono che ricevere soldi come regalo sia completamente esente da tasse, ma la realtà normativa è più complessa di quanto si pensi. Non tutti i regali in denaro sono automaticamente liberi da imposte: a seconda del valore e della parentela tra chi dona e chi riceve, potrebbe essere necessario versare l’imposta di donazione.
Il confine tra regalo e donazione, infatti, è molto sottile. Sotto il profilo della legge, i due concetti coincidono: un regalo in denaro è considerato una donazione e segue le stesse regole fiscali. Questo significa che, se il regalo supera certe soglie di valore, la legge richiede un atto pubblico redatto da un notaio e il pagamento di un’imposta specifica, variabile a seconda della somma e del grado di parentela.
In pratica, i regali di piccolo importo, definiti “di modico valore”, restano esenti da formalità e imposte. Si tratta di somme che, valutate in proporzione al patrimonio e al reddito di chi dona, non rappresentano un peso significativo. Per un cittadino con un reddito medio, può trattarsi di poche centinaia o migliaia di euro, mentre per chi possiede un patrimonio elevato, il concetto di modico valore può salire anche a decine di migliaia di euro.
Limiti formali e modalità di pagamento
Non esiste un limite legale assoluto alla cifra che si può donare, ma la normativa stabilisce limiti formali per tutelare il sistema fiscale e garantire tracciabilità. Ogni regalo in denaro superiore a 4.999 euro deve essere effettuato tramite mezzi di pagamento tracciabili, come bonifico bancario, assegno o altre modalità documentabili. Questo permette di evitare donazioni in contanti di grandi somme, difficili da controllare per il fisco.

Se la donazione supera valori significativi, la legge impone che l’atto avvenga per atto pubblico davanti a un notaio, il quale certificherà l’operazione e calcolerà l’eventuale imposta di donazione. Per somme inferiori a questa soglia, il notaio e l’atto pubblico non sono necessari, e il regalo può restare semplice e informale.
L’imposta di donazione entra in gioco solo su regali rilevanti o su somme che eccedono certe soglie stabilite dalla legge. Ad esempio:
- Tra genitori e figli, la tassa è dovuta solo per la parte del regalo che supera 1 milione di euro.
- Tra fratelli e sorelle o parenti fino al terzo grado, l’imposta si applica sulle somme che superano 100.000 euro.
Questo significa che la stragrande maggioranza dei regali in denaro rimane esente da tasse, ma per donazioni consistenti è necessario prestare attenzione alle regole e, eventualmente, rivolgersi a un notaio per regolarizzare la procedura.
Anche se i regali in denaro non vanno dichiarati nella dichiarazione dei redditi, possono influire sull’ISEE dei beneficiari nei due anni successivi, perché quest’ultimo considera le giacenze medie sui conti correnti e libretti di risparmio. Pertanto, somme consistenti ricevute come regalo possono avere un impatto indiretto su prestazioni e agevolazioni legate all’ISEE.





