L’articolo esplora vari aspetti dei lavori a rischio in Italia, esaminando le definizioni chiave, i settori comuni con indennità di rischio, esempi di professioni ad alto rischio, differenze tra rischi fisici e psicologici, e le statistiche sugli infortuni sul lavoro. La comprensione di questi elementi è essenziale per migliorare la sicurezza e il benessere dei lavoratori.

Definizione di lavori considerati a rischio

Nel contesto italiano, i lavori a rischio sono quelli che espongono i lavoratori a condizioni di elevato rischio di infortuni o malattie professionali.

Questi lavori sono caratterizzati da condizioni di lavoro che possono includere l’esposizione a agenti fisici, chimici, biologici o condizioni climatiche avverse.

L’identificazione di un lavoro come rischioso dipende da vari fattori, tra cui l’ambiente di lavoro, le mansioni specifiche e il livello di pericolosità associato.

In Italia, la sicurezza sul lavoro è regolata principalmente dal Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, che stabilisce le norme di sicurezza e salute per i lavoratori.

Questo decreto specifica anche le misure preventive e protettive che i datori di lavoro devono attuare per minimizzare i rischi.

Compiti quali lavorare in cantieri edili, operare macchinari pesanti, o lavorare con sostanze chimiche pericolose, sono esempi di situazioni che possono essere classificate come lavori a rischio.

La normativa italiana richiede che venga effettuata una valutazione dei rischi per determinare l’esposizione dei lavoratori e le azioni da intraprendere per ridurre tali rischi.

Definizione di lavori considerati a rischio
Definizione di lavori a rischio (diritto-lavoro.com)

Settori comuni che offrono l’indennità di rischio

In Italia, settori come quello industriale, sanitario e delle costruzioni sono noti per offrire indennità di rischio ai loro dipendenti non solo per compensare l’esposizione agli eventuali pericoli, ma anche per incentivare pratiche di sicurezza.

Nel settore delle costruzioni, per esempio, i lavoratori sono spesso esposti a pericoli come cadute dall’alto, passaggio di veicoli e lavorazione in ambienti instabili.

Nel settore sanitario, i professionisti possono essere a rischio di infezioni da contatto con pazienti portatori di malattie contagiose.

All’interno dell’industria manifatturiera e chimica, lavoratori spesso si trovano a dover gestire macchinari complessi e prodotti chimici che richiedono rigorose misure di sicurezza.

Nei trasporti, poi, gli operatori devono affrontare condizioni di lavoro estenuanti e l’imprevedibilità delle condizioni meteorologiche.

L’indennità di rischio copre diversi aspetti dei potenziali pericoli nei luoghi di lavoro, ed è una componente importante nei contratti di lavoro per garantire una compensazione appropriata per quelli che oscillano in aree ad alto rischio.

Esempi di professioni ad alto rischio

Diversi esempi di professioni ad alto rischio in Italia comprendono muratori, carpentieri e operai specializzati nell’edilizia, che affrontano quotidianamente rischi di incidenti e cadute.

All’interno del settore industriale, gli addetti a macchinari pesanti sono esposti a possibilità di lesioni causa di condizioni lavorative non ideali.

I vigili del fuoco, esposti sia a pericoli fisici dovuti al fuoco che a stress psicologico, devono affrontare frequentemente situazioni ad alto rischio durante le operazioni di salvataggio.

In ambito agricolo, gli operatori sono esposti a infortuni legati a macchinari agricoli oltre che a condizioni climatiche estreme.

Gli addetti alla sicurezza e alle forze dell’ordine, invece, incontrano quotidianamente situazioni di pericolo criminale e violento, che mettono a dura prova la loro sicurezza fisica e mentale.

In ambito sanitario, infermieri e medici rappresentano una categoria di impiego che fronteggia elevati rischi a causa dell’esposizione a malattie contagiose e condizioni di lavoro stressanti, specie durante le emergenze sanitarie come la recente pandemia di COVID-19.

Questa categoria di impieghi rappresenta esempi significativi di professioni ad alto rischio che necessitano di misure di protezione avanzate e condizioni contrattuali particolari per tutelare la salute e il benessere dei lavoratori.

Differenze tra rischio fisico e psicologico

I lavori ad alto rischio sono caratterizzati da due principali categorie di pericoli: rischi fisici e rischi psicologici.

Il rischio fisico è facilmente identificabile e include condizioni come l’esposizione al rumore, alle vibrazioni, ai materiali pericolosi, e il rischio di lesioni fisiche come contusioni, fratture o esposizione a sostanze chimiche.

Queste minacce richiedono implementazioni tangibili di misure protettive come l’uso di equipaggiamenti di protezione personale (EPI) e la formazione adeguata per prevenire incidenti.

Al contrario, il rischio psicologico spesso passa inosservato e si manifesta attraverso stress lavoro-correlato, esaurimento psicofisico, ansia, o persino burnout.

Questo tipo di rischio può essere provocato da una serie di fattori, tra cui la pressione costante, le lunghe ore di lavoro, o un ambiente di lavoro ostile e non supportivo.

Inoltre, i lavoratori dei settori come le forze dell’ordine o i servizi di emergenza, che sono regolarmente esposti a situazioni traumatiche, possono affrontare a lungo termine disturbi da stress post-traumatico.

È cruciale che le aziende implementino politiche per affrontare entrambi i tipi di rischio, come sistemi di supporto psicologico e programmi di benessere, insieme a misure di sicurezza fisica.

Statistiche sugli infortuni sul lavoro in Italia

Secondo gli ultimi dati forniti da INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro), nel 2022 si sono verificati circa 560.000 infortuni sul lavoro in Italia.

Questa cifra rappresenta un problema significativo per la salute pubblica e l’economia nazionale, evidenziando la necessità di un’implementazione più rigorosa delle norme sulla sicurezza.

Gli incidenti si concentrano principalmente nei settori delle costruzioni, della logistica e del trasporto, e del manifatturiero, dove l’uso di macchinari pesanti e lavorazioni ad alto rischio sono all’ordine del giorno.

Nonostante i progressi tecnologici e l’aumento della consapevolezza, il paese continua a fronteggiare un numero sostanziale di morti bianche ogni anno, rafforzando la necessità di ulteriori miglioramenti nelle politiche di sicurezza e prevenzione.

La normativa, come il Decreto Legislativo 81/2008, ha migliorato significativamente gli standard di sicurezza attraverso l’introduzione di obblighi circa la formazione e la valutazione dei rischi.

Tuttavia, le statistiche attuali suggeriscono che è necessario continuare a migliorare in termini di monitoraggio e conformità per abbattere il numero di infortuni e incidenti sul lavoro.