Nel 2025, i cittadini italiani possono ancora avvalersi di importanti agevolazioni sulla Tari, in caso di disservizi nella raccolta.

Se il Comune non effettua correttamente il servizio di raccolta dei rifiuti, è possibile richiedere uno sconto che può arrivare fino al 60%. Questa disposizione è supportata da diverse sentenze della Corte di Cassazione, che hanno chiarito i diritti dei contribuenti in merito a una delle tasse più temute dagli italiani. Ma come funziona esattamente la richiesta di riduzione e in quali circostanze può essere applicata?

La Tari è un tributo che i cittadini versano per finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, se questo servizio non viene erogato in modo adeguato, gli utenti hanno il diritto di richiedere una riduzione dell’importo dovuto. È importante notare che il diritto alla riduzione non è automatico e dipende dalla durata e dalla gravità del disservizio. La Corte di Cassazione ha stabilito che solo in caso di disservizi prolungati, imputabili al Comune, si può richiedere uno sconto significativo.

Normativa e sentenze e come richiedere la riduzione della Tari

Due sentenze della Corte di Cassazione sono fondamentali per comprendere come e quando richiedere la riduzione della Tari. La prima è la sentenza n. 19767 del 2020, che ha accolto il ricorso di un’impresa contro il Comune di Nola, stabilendo che, se il servizio di smaltimento non è svolto regolarmente, i cittadini possono richiedere una riduzione fino al 40% dell’importo. La sentenza ha chiarito che il tributo è dovuto indipendentemente dall’uso effettivo del servizio, ma il pagamento deve riflettere la qualità del servizio fornito.

La seconda sentenza, l’ordinanza n. 2374 del 2023, ha ribadito che la riduzione della Tari non è un’opzione discrezionale per il Comune, ma un obbligo. Questo perché, secondo l’articolo 59, comma 4 del Dlgs 507 del 1995, il tributo deve essere ridotto se il servizio di raccolta non viene effettuato in modo adeguato, lasciando i cittadini privi di un servizio essenziale.

Per richiedere la riduzione della Tari a causa di disservizi, i cittadini devono seguire un processo specifico. Innanzitutto, è consigliabile documentare le mancanze del servizio attraverso foto e video. Questi materiali possono essere utilizzati per supportare la richiesta. In caso di disservizio protratto, è possibile inviare una diffida formale al Comune, chiedendo un intervento immediato per migliorare la situazione. Se dopo la diffida non si risolvono i problemi, i cittadini possono presentare un esposto alla Procura della Repubblica, evidenziando le irregolarità e allegando le prove raccolte.

È importante sottolineare che la richiesta di riduzione deve essere motivata da disservizi evidenti e duraturi. La Cassazione ha stabilito che la distanza dell’utente dal punto di raccolta più vicino può influenzare la percentuale di riduzione, riconoscendo che in alcune situazioni, la difficoltà di accesso al servizio può giustificare sconti maggiori.

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L’importanza della comunicazione con il Comune (www.diritto-lavoro.com)

Un aspetto cruciale per ottenere la riduzione della Tari è mantenere una comunicazione aperta e costante con il Comune. Gli utenti dovrebbero informarsi sui regolamenti comunali relativi alla Tari e sulle modalità per la presentazione delle richieste di sconto. Inoltre, è utile partecipare alle assemblee pubbliche o contattare direttamente gli uffici competenti per ottenere chiarimenti. La trasparenza e la disponibilità delle amministrazioni locali possono fare la differenza nel risolvere situazioni di disservizio.

La questione della Tari e del diritto a sconti in caso di disservizi solleva interrogativi più ampi sulla qualità dei servizi pubblici in Italia. Le amministrazioni comunali hanno la responsabilità di garantire un servizio di raccolta rifiuti efficiente e regolare, non solo per rispettare la legge, ma anche per tutelare la salute pubblica e l’ambiente. I cittadini, da parte loro, devono essere consapevoli dei propri diritti e delle procedure da seguire per farli valere.