Questo articolo esplora i principali strumenti internazionali che promuovono la parità salariale. Vengono analizzate le convenzioni dell’OIL e le normative europee, le iniziative globali, il confronto tra i paesi e le migliori pratiche, e il ruolo delle organizzazioni non governative.
Convenzioni OIL e normative europee
Le convenzioni dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) costituiscono uno dei principali pilastri nella promozione della parità salariale a livello globale.
La Convenzione n.
100 dell’OIL, adottata nel 1951, è una delle più importanti, stabilendo il principio di retribuzione eguale per un lavoro di pari valore senza distinzione di sesso.
Questa convenzione è stata ratificata da oltre 170 paesi, segnando un passo significativo verso l’equità salariale.
Oltre a promuovere un trattamento equo, le convenzioni forniscono un quadro legale che guida le politiche nazionali in materia di parità retributiva.
Parallelamente, le normative europee rafforzano questi principi attraverso legislazioni specifiche, come la Direttiva 2006/54/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che definisce e promuove l’applicazione del principio di pari opportunità e parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego.
L’Unione Europea, con la sua ampia giurisdizione, è riuscita a intraprendere un approccio coordinato che richiede agli Stati membri di implementare pratiche di trasparenza salariale.
Inoltre, l’UE ha lanciato iniziative come la Carta delle Pari Opportunità, che mira a migliorare l’uguale trattamento nel settore lavorativo attraverso un impegno concreto da parte delle aziende. Questi strumenti legali e normative non solo rappresentano impegni formali da parte degli Stati per migliorare la condizione delle lavoratrici e dei lavoratori, ma fungono anche da guida per la creazione di politiche interne che riducano il divario salariale.
Tuttavia, l’efficacia delle convenzioni e delle normative dipende dalla loro implementazione reale e dagli sforzi continui per monitorarne e valutarne l’applicazione nei contesti nazionali.

Iniziative globali per la riduzione delle disparità
Le iniziative globali giocano un ruolo cruciale nel dirigere gli sforzi verso la riduzione delle disparità salariali.
Una di queste iniziative è rappresentata dalla campagna di UN Women, che sostiene l’uguaglianza di genere come un diritto fondamentale e una condizione essenziale per lo sviluppo globale.
Attraverso partnership con governi, organizzazioni internazionali, e società civile, UN Women ha lavorato per stabilire standard normativi più rigorosi e promuovere politiche che eliminino il gap tra uomini e donne in materia salariale. Iniziative come Equal Pay International Coalition (EPIC), un’alleanza tra l’OIL, l’OCSE, e ONU Donne, dimostrano l’impegno internazionale volto a chiudere il divario solido intorno agli aspetti tecnici e culturali delle disuguaglianze salariali.
EPIC lavora condividendo normative e strategie innovative per promuovere la trasparenza negli stipendi, formando piattaforme per il dialogo tra gli stakeholder globali al fine di identificare e replicare le migliori pratiche.
Ulteriormente, il Forum Economico Mondiale ha evidenziato l’importanza della parità economica tra i generi attraverso la pubblicazione del Global Gender Gap Report, che offre intuizioni sulla disparità economica a livello globale e fornisce valutazioni annuali dell’evoluzione del divario.
Questi sforzi congiunti suggeriscono che per affrontare con efficacia il problema della disparità salariale, bisogna puntare a interventi a più livelli, che combinino norme legislative, iniziative politiche, e una continua sensibilizzazione sul tema.
Queste iniziative dimostrano l’importanza di un’integrazione globale tra aspetti legislativi, politico-culturali, e valori condivisi.
Confronto tra i paesi e le best practice
Il confronto tra i diversi paesi evidenzia le best practice che possono essere adottate per ridurre la disparità salariale.
Alcuni paesi, come la Scandinavia, sono particolarmente avanzati in termini di uguaglianza salariale, avendo implementato politiche strutturali che promuovono l’equilibrio tra vita lavorativa e personale, l’accesso all’istruzione, e politiche fiscali favorevoli.
In Svezia, ad esempio, la trasparenza salariale è fortemente incoraggiata, e le aziende sono legalmente obbligate a fornire rapporti sulla parità retributiva, rendendo più facile l’identificazione delle discrepanze. La Nuova Zelanda è un altro esempio positivo.
Ha adottato leggi incisive che sanzionano le disparità salariali ingiustificate.
Il Pay Equity Bill è una normativa che richiama l’attenzione sulla necessità di valutazioni sistematiche e trasparenti del lavoro, per garantire retribuzioni uguali per mansioni comparabili.
D’altro canto, alcuni paesi stanno ancora lottando per implementare cambiamenti significativi.
In molte economie in via di sviluppo, la sottoccupazione e la forte presenza nel settore informale rendono difficile l’applicazione di meccanismi di equità salariale.
Tuttavia, questi paesi possono trarre vantaggio dall’esperienza dei paesi che hanno avuto successo, adottando pratiche come l’educazione alla parità di genere sin dalla scuola e la promozione di politiche di trasparenza nelle aziende. Le best practice identificano metodi efficaci che combinano cultura organizzativa e norme legali, creando un contesto lavorativo che promuova l’uguaglianza.
Le esperienze internazionali mostrano chiaramente che l’impegno politico combinato con un cambiamento culturale può determinare progressi significativi, e questi esempi possono servire da modello per paesi che ancora lottano per superare il divario salariale.
Ruolo delle organizzazioni non governative
Le organizzazioni non governative (ONG) svolgono un ruolo fondamentale nella promozione della parità salariale a livello mondiale.
Esse intervengono laddove le politiche governative non riescono ad affrontare il problema, offrendo sostegno, consulenza e formazione.
Le ONG, come Equal Pay International Coalition (EPIC) e il World Economic Forum, agiscono come intermediari cruciali che colmano il divario tra legislazione e pratica.
Queste organizzazioni conducono ricerche dettagliate e campagne di sensibilizzazione per educare il pubblico e le imprese sui benefici economici e sociali della parità salariale.
Ad esempio, il Global Gender Gap Report del World Economic Forum annualmente fornisce statistiche chiave e analisi su come i paesi potrebbero migliorare i loro sistemi.
Le ONG spesso collaborano con aziende per sviluppare programmi di formazione atti a migliorare le politiche interne relative all’equità salariale.
Questi programmi educano i dirigenti aziendali sull’importanza di una cultura lavorativa inclusiva.
Inoltre, le ONG sono in prima linea per quanto riguarda l’advocacy presso i governi, spingendo per l’introduzione di normative più severe che garantiscano una retribuzione equa. Attraverso il monitoraggio e la valutazione dell’impatto delle politiche, le ONG fungono anche da canale per la segnalazione delle lacune nelle leggi esistenti, incitando un adattamento legislativo continuo e rilevante.
In questo modo, le ONG non solo aiutano a costruire consapevolezza sulle ingiustizie salariali ma agiscono anche come forza propulsiva dietro il movimento verso un cambiamento effettivo e sostenibile.





