Gestire una successione può diventare complesso quando uno degli eredi si rifiuta di partecipare alle operazioni necessarie. Ecco come fare
Per operazioni necessarie si intendono, tra le altre, la presentazione della dichiarazione di successione o il consenso per sbloccare i conti del defunto. In queste situazioni, purtroppo, il comportamento di ostruzionismo può rallentare notevolmente l’intero processo e creare disagi per gli altri coeredi.
Ma come tutelarsi e proseguire nella successione senza lasciare che uno di essi comprometta l’intero percorso?
Cosa dice la legge?
Secondo la normativa italiana, gli eredi hanno l’obbligo di presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro 12 mesi dalla morte del defunto. Questo atto è fondamentale per comunicare il trasferimento del patrimonio ereditario e per adempiere agli obblighi fiscali.

In genere, la dichiarazione dovrebbe essere firmata da tutti gli eredi. Tuttavia, la legge permette che venga presentata anche da un solo erede, qualora gli altri non collaborino. Questo perché la dichiarazione di successione è un adempimento fiscale inderogabile e, se non effettuata, comporta delle gravi conseguenze, come il blocco dei conti correnti intestati al defunto, sanzioni economiche per gli eredi e l’impossibilità di gestire o alienare i beni ereditati.
L’erede che si fa carico della presentazione della dichiarazione dovrà anticipare le imposte (su successione, catasto e ipotecaria). Tuttavia, potrà successivamente ottenere il rimborso da parte degli altri coeredi, in proporzione alla loro quota di eredità.
Nel caso in cui non venga rispettato il termine di 12 mesi per la presentazione della dichiarazione, ma si provveda in modo spontaneo prima che l’Agenzia delle Entrate emetta un avviso di accertamento, si applicano delle sanzioni ridotte. Queste sono regolate dal “ravvedimento operoso” e possono variare a seconda del tempo di ritardo. Presentazione tardiva entro 90 giorni: sanzione ridotta a 1/9 del minimo (1,11% dell’imposta dovuta, se c’è imposta); presentazione oltre 90 giorni, ma entro 1 anno: sanzione dal 60% al 120% dell’imposta dovuta, con minimo di 200 euro; presentazione oltre 1 anno: sanzione dal 100% al 200% dell’imposta dovuta, con minimo di 250 euro.
Se la dichiarazione non viene presentata affatto, l’Agenzia delle Entrate può emettere un avviso di accertamento, con sanzioni che vanno dal 120% al 240% dell’imposta dovuta. Tuttavia, se non è dovuta alcuna imposta (per esempio, per esenzione fino a un milione di euro tra familiari stretti come coniugi e figli), la sanzione applicabile è comunque fissa, tra 250 e 1.000 euro.
Quando uno degli eredi ostacola la procedura di successione, esistono diverse strade legali per sbloccare la situazione. Negoziazione assistita: gli avvocati degli eredi possono cercare di raggiungere un accordo stragiudiziale, evitando un contenzioso. Questo approccio è spesso più veloce e meno oneroso. Mediazione obbligatoria: prima di intraprendere azioni legali, è necessario tentare una mediazione, che prevede l’intervento di un mediatore per aiutare le parti a trovare una soluzione condivisa. Divisione giudiziale: se la mediazione e la negoziazione non portano a un accordo, uno degli eredi può rivolgersi al Tribunale per chiedere la divisione giudiziale della comunione ereditaria, risolvendo legalmente la questione.





