Una possibilità concreta, che consente di uscire dal mondo del lavoro fino a 5 anni prima rispetto all’età pensionabile standard

Questa forma di pensionamento anticipato è regolata dal decreto legislativo 67/2011, e sarà applicabile almeno fino al 2026, senza l’adeguamento automatico dei requisiti all’aspettativa di vita. Vediamo nel dettaglio come funziona, chi ne ha diritto e quali passi bisogna seguire.

Per accedervi è essenziale documentare con precisione l’attività svolta, rispettare le scadenze e verificare i parametri individuali. Una corretta pianificazione può fare la differenza tra un ritiro anticipato e una pensione rinviata.

I lavoratori che possono anticipare la pensione

La normativa definisce lavoratore notturno chi presta la propria attività lavorativa tra mezzanotte e le cinque del mattino, per un numero minimo di notti all’anno. Più precisamente se si lavora almeno 78 notti all’anno, si accede alla quota 97,6 (cioè età + contributi), con un’età minima di 61 anni e 7 mesi per i dipendenti, oppure 62 anni e 7 mesi per gli autonomi; se si lavorano tra 72 e 77 notti, la quota sale a 98,6 e l’età minima a 62 anni e 7 mesi per i dipendenti (63,7 per gli autonomi); con 64-71 notti annue, la quota è 99,6 e si può andare in pensione a 63 anni e 7 mesi (64,7 per gli autonomi).

Lavoratore notturno, pensione anticipata
I lavoratori notturni possono anticipare la pensione – (diritto-lavoro.com)

Chi lavora meno di 64 notti all’anno non rientra in questa forma di pensionamento anticipato. Oltre al numero di notti lavorate, è richiesto che l’attività sia stata svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure per almeno 7 anni in periodi lavorativi più lunghi, purché si sia trattato di attività continuativa.

Per accedere a questa pensione agevolata è indispensabile aver maturato almeno 35 anni di contributi. Inoltre, bisogna raggiungere la quota prevista (ad esempio 97,6, 98,6 o 99,6), sommando età anagrafica e anni di contribuzione. A differenza di altre forme anticipate, non è previsto alcun ricalcolo penalizzante dell’assegno pensionistico: l’importo viene determinato con le regole ordinarie.

I lavoratori interessati devono presentare una domanda di accesso alla pensione per lavori usuranti entro il 1° maggio dell’anno precedente a quello in cui intendono andare in pensione. Ad esempio, per chi intende ritirarsi nel 2026, la richiesta va presentata entro il 1° maggio 2025.

È importante rispettare questa scadenza: in caso contrario, anche se i requisiti sono comunque maturati, la decorrenza della pensione può slittare di 1 a 3 mesi per ogni mese di ritardo nella presentazione.

Alla domanda va allegata una documentazione dettagliata, che includa certificazione del datore di lavoro attestante le mansioni notturne svolte, buste paga o turni che dimostrino il numero di notti effettuate, eventuale validazione ministeriale, se richiesta.

Dal 2017, la pensione per lavori usuranti non è soggetta a finestra mobile: ciò significa che l’assegno decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono maturati i requisiti. Inoltre, il meccanismo non subirà variazioni almeno fino al 31 dicembre 2026: fino ad allora, l’età e la quota richieste non aumenteranno in base all’aspettativa di vita.