L’articolo esplora le differenze tra i quadri normativi europei e statunitensi in materia di whistleblowing, analizzando la protezione e la riservatezza offerte, le conseguenze legali per chi denuncia e l’efficacia delle tutele a livello internazionale.
Quadro normativo: UE vs. USA
Il quadro normativo sul whistleblowing nel contesto europeo e statunitense presenta significative differenze.
In Europa, la Direttiva (UE) 2019/1937 del Parlamento europeo e del Consiglio, nota come Direttiva sul Whistleblowing, è stata un passo cruciale verso un approccio unitario.
Essa fornisce una protezione completa per i dichiaranti di illeciti all’interno dell’UE, obbligando i paesi membri ad implementare leggi nazionali coerenti entro dicembre 2021.
In contrasto, gli Stati Uniti adottano un approccio più frammentato, basato su una combinazione di leggi statali e federali, come il Dodd-Frank Act e il Sarbanes-Oxley Act, che offrono protezioni ma variano notevolmente per portata e applicazione.
Negli USA, le protezioni spesso favoriscono settori specifici e prevedono incentivi finanziari per incoraggiare le segnalazioni.
Mentre la Direttiva europea cerca di creare una coerenza normativa su tutto il territorio dell’UE, l’approccio americano premia l’iniziativa individuale attraverso meccanismi di ricompensa.
Protezione e riservatezza: due continenti a confronto
Sul fronte della protezione e della riservatezza, l’Europa e gli USA adottano strategie differenti.
La Direttiva europea enfatizza il principio della riservatezza, proteggendo l’identità dei whistleblower e applicando misure severe contro le ritorsioni.
Le aziende sono tenute a stabilire canali di denuncia riservati e ad adottare misure preventive volte a proteggere i segnalanti.
Negli Stati Uniti, pur garantendo la riservatezza, il focus è spesso sulla protezione legale post-denuncia, con strumenti legali che permettono ai whistleblower di portare avanti azioni legali anonime o protette, ma le norme di riservatezza possono variare notevolmente a seconda delle giurisdizioni.
Tale differenza nel trattare la riservatezza deriva dall’approccio culturale più informale degli USA rispetto alla forte regolamentazione europea, dove la privacy è un diritto fondamentale sancito anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

Conseguenze legali per chi denuncia: prospettive diverse
Le conseguenze legali che un whistleblower può affrontare differiscono notevolmente tra Europa e USA.
Nell’UE, una denuncia conforme agli standard della Direttiva offre una protezione legale robusta contro ogni forma di ritorsione, compreso il licenziamento ingiustificato.
Le sanzioni per le aziende che non rispettano queste norme possono includere pesanti multe e altre misure correttive.
Negli USA, il quadro è più complesso e variegato; le protezioni possono includere la possibilità di beneficiare di premi in denaro, specialmente in casi di frodi finanziarie, ma le tutele a livello statale possono essere meno solide, lasciando i denunciatari a rischio di cause legali per diffamazione o violazione di segreti commerciali.
Inoltre, laddove l’azione di segnalazione possa interferire con i contratti di lavoro o con norme di riservatezza, i whistleblower negli USA possono affrontare battaglie legali prolungate, non sempre coperte da protezione federale.
Efficacia delle tutele a livello internazionale
L’efficacia delle tutele per i whistleblower a livello internazionale dipende dalla robustezza delle normative locali e dalla loro applicazione.
L’Europa, grazie alla Direttiva sul Whistleblowing, sta cercando di stabilire un alto livello di protezione uniforme che incentivi le segnalazioni spontanee di illeciti.
Tuttavia, l’efficacia reale di tali tutele dipende dall’implementazione accurata delle leggi nazionali da parte degli Stati membri, che possono differire nel rigore e nei dettagli applicativi.
Negli USA, mentre il sistema di incentivi finanziari ha dimostrato una certa efficacia nel promuovere le segnalazioni soprattutto in ambito finanziario, le differenze normative tra stati rappresentano un ostacolo a una protezione uniforme.
Internazionalmente, organismi come l’OCSE lavorano per promuovere la protezione dei whistleblower come parte delle politiche anticorruzione globali, ma una sfida significativa resta l’armonizzazione delle norme e delle pratiche attraverso giurisdizioni che mantengono approcci divergenti.





