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La protesta degli agricoltori dilaga ormai anche in Italia. Un’onda partita dalla Germania e dalla Francia che sembra crescere giorno dopo giorno in vari paesi di tutta Europa. L’obiettivo della protesta è quello di contrastare una politica comunitaria troppo penalizzante, orientata come è al Green Deal.

Il Green Deal è il ‘Patto Verde’ con cui i 27 Stati membri dell’Unione europea hanno stabilito di far diventare la Ue il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. E per raggiungere questo traguardo hanno preso l’impegno di ridurre le emissioni inquinanti nell’aria di almeno il 55% entro il 2030 – cioè fra soli 6 anni – rispetto ai livelli del 1990. E mentre anche nel fine settimana appena trascorso decine di trattori hanno bloccato il traffico sulla A1 all’altezza dell’uscita di Orte nel Lazio, in entrambe le direzioni, nuovi grandi raduni sono previsti martedì prossimo 30 gennaio. Si svolgeranno in varie zone di Lombardia, Toscana e Sardegna organizzate dal movimento ‘Riscatto Agricolo‘.

Un altro momento topico della protesta sarà il presidio del 31 gennaio (mercoledì) a Verona, in occasione della inaugurazione di Fieragricola, la fiera di riferimento del settore. Coltivatori e allevatori italiani, ridotti allo stremo da costi di produzione esagerati e basse remunerazioni, faranno sentire la loro voce sfilando con i loro trattori per le strade e nelle piazze. “Non ci sentiamo rappresentati dalle organizzazioni agricole” ha affermato all’Adnkronos Giorgio Bissoli, contoterzista di Verona, portavoce di un movimento di base, che risponde allo slogan ‘Uniti si vince’. “Ci sono questioni che riguardano la politica europea ma molte le si devono affrontare anche a livello nazionale. Come il fatto di riconoscere un costo di produzione, fermo dal 2019“. Una protesta, dunque, che esula dalle appartenenze di ciascun agricoltore o allevatore alle associazioni di settore come Coldiretti, Confagricoltura, Cia, Copagri.

Protesta, le rivendicazioni degli agricoltori

Martedì scorso Remo Roncari, 52 anni, commerciante veneto di materie prime, ha partecipato a una manifestazione sempre a Verona nei pressi del mercato ortofrutticolo che si è svolta in maniera pacifica. Gli agricoltori si sono accampati nei pressi del mercato ortofrutticolo per due giorni, sono rimasti tutta la notte e sono andati via il pomeriggio del giorno seguente. “Siamo arrivati con 400 trattori, eravamo un migliaio, – riferisce raggiunto al telefono – se non avremo risposte andremo avanti ma non vogliamo fare blocchi stradali, noi chiediamo sempre le autorizzazioni. Nel mio gruppo whatsapp siamo circa 900 persone”. Si tratta infatti di gruppi di centinaia di contadini che interagiscono tra loro e si autoconvocano via social nelle varie province, da nord a sud.

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Il mercato sta cambiando per via delle massicce importazioni di prodotti agricoli come il mais che fanno abbassare i prezzi delle nostre produzioni” ha spiegato ancora Roncari. “Tutto mentre non si sono abbassati i costi produttivi e gli agricoltori non ce la fanno – ha detto Roncari – e quello che ci fa anche innervosire è che il prezzo al consumo non si è abbassato”. Anche le tasse, dall’Imu all’Irpef, pesano sui redditi agricoli ed incombe la minaccia che possa sparire l’agevolazione sul carburante come è avvenuto per i colleghi francesi e tedeschi. Tra le varie rivendicazioni anche quella di contenere la fauna selvatica che provoca ingenti danni come, ad esempio, le nutrie in Emilia Romagna.

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