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Privacy: no telecamere spogliatoi aziendali

Il Garante della Privacy con doc. web n. 3325380 del 10 luglio 2014, ha stabilito che non sono ammissibili le telecamere all’interno degli spogliatoi maschili aziendali.

In particolare, l’azienda che ha proposto il quesito al Garante, non potrà installare le telecamere di videosorveglianza all’interno degli spogliatori dei dipendenti, poiché queste violano la legittima aspettativa di intimità e dignità dei lavoratori. Si legge al riguardo che la suddetta azienda metalmeccanica riteneva tale misura necessaria per arginare le numerose e ripetute segnalazioni di effrazioni negli spogliatoi, che l’avevano già indotta a rafforzare gli armadietti, dotandoli di lucchetti e a installare una telecamera all’ingresso degli spogliatoi.

L’azienda, nel presentare il quesito al Garante, aveva altresì allegato alcune denunce di furti avvenuti negli ultimi due anni, nonché un accordo raggiungo con i sindacati aziendali “che secondo l’impresa avrebbe consentito l’estensione dell’attuale impianto di videosorveglianza all’interno degli spogliatoi”.

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Il Garante, nel vietare l’attuazione del progetto di installazione dell’impianto di videosorveglianza, ha ritenuto che il piazzamento delle telecamere negli spogliatoi dei dipendenti “non fosse conforme alle norme sulla protezione dei dati personali”. Infatti tale sistema era configurato in modo tale da “prevedere espressamente il minuzioso controllo dell’intera area adibita a spogliatoio, senza alcuna limitazione all’angolo di ripresa, in una zona connotata, invece, da una particolare aspettativa di riservatezza e di tutela della intimità e dignità della persona”. L’azienda, inoltre, non aveva motivato l’inutilità delle misure di sicurezza già adottate (e nello specifico: rafforzamento degli armadietti e telecamera all’ingresso degli spogliatoi) e anche le denunce, presentate a sostegno del progetto di installazione di un impianto di videosorveglianza, riguardavano furti avvenuti in realtà in altre aree dell’azienda e al di fuori dell’orario di lavoro.

Il progetto di installazione, inoltre, non rispettava neppure l’accordo raggiunto con i sindacati né per quanto riguardava i luoghi di installazione delle telecamere né, ad esempio, per i tempi di conservazione delle immagini. (Fonte: Garante della Privacy)

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