Aumenti stipendio e bonus: come funziona-diritto-lavoro.com
Ci sono lavoratori che potranno percepire un aumento di stipendio e una serie di bonus. Scopriamo per chi sarà un marzo 2025 remunerativo.
Il mese di marzo 2025 sarà un buon mese per alcune categorie di lavoratori, che vedranno un aumento di stipendio e anche incentivi. Viviamo in un periodo in cui, tra inflazione e rincari, c’è bisogno, per molti lavoratori, di un aiuto per poter affrontare l’aumento delle spese.
È chiaro che, con un incremento dello stipendio, si possono fronteggiare meglio i vari esborsi che si presentano nel corso di un mese. Ma chi può godere di questi benefici, nello specifico, e come funziona? Scopriamo insieme maggiori dettagli in merito ad aumento di stipendio e bonus: ecco chi ne potrà usufruire.
Aumento di stipendio e bonus: chi potrà usufruirne, importi e modalità di accesso
C’è una nuova proposta di legge, presentata da Tommaso Antonino Calderone di Forza Italia, che vorrebbe istituire delle particolari indennità per coloro che lavorano in ambito statale, nelle isole italiane, e quindi in Sicilia, Sardegna e isole minori italiane.
Aumenti di stipendio, a chi spettano-diritto-lavoro.com
Si tratta di una proposta di aumento di stipendio per dipendenti pubblici che lavorano nelle isole d’Italia, e questo per compensare le difficoltà che scaturiscono dall’isolamento geografico e fare in modo che queste destinazioni lavorative possano essere maggiormente attrattive, per coloro che sono assegnati a operare nei suddetti luoghi.
Il punto è che costoro devono affrontare dei costi aggiuntivi, per cui ci sarebbe meno attrattiva per andare a lavorare da queste parti. La proposta di legge mira, in sostanza, a combattere lo spopolamento e ad assicurare continuità per ciò che concerne i servizi fondamentali.
Tra coloro che andrebbero a beneficiare di un incremento di stipendio ci sarebbero categorie come forze dell’ordine, magistrati, vigili del fuoco, docenti ecc.
La proposta di legge punta su due tipi di incentivi, ossia un aumento di stipendio del 3% per coloro che lavorano in Sicilia e Sardegna, e del 4%, per chi lavora nelle isole minori (Eolie, Egadi, Tremiti, Arcipelago Maddalena, ecc.). L’altro incentivo è un contributo annuale dedicato a spese di viaggio tra isole e terraferma.
L’importo annuo lordo del suddetto bonus trasporti si aggirerebbe sui 1.076,84 euro a lavoratore, e 1.206,62 euro se il coniuge o la persona che vive con lavoratore, non gode dello stesso incentivo.
I fondi per finanziare questo provvedimento sarebbero attinti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e altri fondi europei. Vedremo, quindi, come sarà accolta la suddetta proposta di legge.
Part time full time, cambiare possibile (diritto-lavoro.com)
Esploriamo le dinamiche del passaggio da un contratto full-time a part-time e viceversa, analizzando le normative italiane, le procedure operative e i pro e i contro per lavoratori e aziende.
Introduzione ai contratti di lavoro: full vs part-time
Nel mondo del lavoro moderno, la flessibilità è diventata un elemento chiave per soddisfare sia le esigenze dei lavoratori che quelle delle aziende.
Due forme principali di contratti di lavoro sono il full-time e il part-time, ognuno con proprie caratteristiche e vantaggi.
I contratti full-time tipicamente richiedono un impegno di lavoro a tempo pieno, di solito 40 ore settimanali, e offrono benefici di stabilità e spesso migliori reti di protezione sociale.
D’altro canto, i contratti part-time offrono maggiore flessibilità, consentendo spesso di bilanciare gli impegni lavorativi con le necessità personali, come proseguire gli studi o gestire la famiglia.
La scelta tra questi due tipi di contratti può influire significativamente sulla qualità della vita dei lavoratori, rendendo cruciale una comprensione approfondita delle loro reciproche dinamiche.
Normative legali: cosa dice la legge italiana
In Italia, il passaggio da un contratto full-time a part-time o viceversa è regolato da normative specifiche che puntano a proteggere i diritti dei lavoratori.
Secondo il Codice del lavoro, qualsiasi modifica al contratto originale richiede il consenso del lavoratore.
Ciò significa che un datore di lavoro non può unilateralmente modificare l’orario di lavoro di un dipendente da full-time a part-time o viceversa.
Inoltre, gli articoli del Codice specificano che le richieste per passare da un contratto part-time a full-time devono essere considerate prioritarie se il lavoratore ne fa esplicita richiesta.
Esistono anche disposizioni riguardanti la parità di trattamento, che assicurano che i lavoratori part-time non subiscano discriminazioni rispetto ai loro colleghi full-time riguardo a retribuzione, ferie e altri benefici lavorativi, proporzionati alle ore lavorate.
Procedure operative per i datori di lavoro
Per i datori di lavoro, gestire la transizione di un dipendente da full-time a part-time o viceversa richiede l’adozione di procedure ben definite, mirate a garantire la conformità legale e il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Innanzitutto, ogni cambiamento deve avvenire attraverso un accordo bilaterale, documentato per iscritto, e firmato da entrambe le parti.
È inoltre importante che i datori di lavoro forniscano una giustificazione chiara e coerente per qualsiasi proposta di modifica che parte dalla loro iniziativa.
Una pratica ritenuta utile è la conduzione di colloqui individuali, permettendo al dipendente di esprimere preoccupazioni o necessità specifiche.
Durante queste trattative, deve essere garantita completa trasparenza riguardo a come una modifica dell’orario potrebbe influenzare stipendio, benefici e condizioni di lavoro complessive.
Come presentare la richiesta di cambio orario
I lavoratori che desiderano passare da un contratto full-time a part-time o viceversa devono presentare una richiesta formale al loro datore di lavoro.
Questa richiesta dovrebbe includere motivazioni dettagliate che giustificano il cambiamento, come cure parentali, studi accademici o esigenze di salute personale.
È consigliabile accompagnare la richiesta con documentazione che supporta le motivazioni, come certificati medici o iscrizioni scolastiche.
Cambiare orario di lavoro è possibile (diritto-lavoro.com)
Inoltre, il lavoratore deve specificare il nuovo orario desiderato e il periodo di tempo per il quale si richiede il cambiamento.
Prepararsi ad un eventuale colloquio per discutere la richiesta può aumentare le possibilità di successo, poiché dimostra serietà e impegno.
Infine, è bene ricordare che il rifiuto di una richiesta deve essere sempre giustificato in modo dettagliato dal datore di lavoro.
Vantaggi e svantaggi per i lavoratori
Il passaggio da un contratto full-time a part-time o viceversa comporta numerosi vantaggi e svantaggi per i lavoratori.
Tra i vantaggi del part-time spiccano la maggiore flessibilità e il tempo libero da dedicare ad altri progetti o esigenze personali.
I lavoratori part-time possono anche beneficiarne quando si tratta di ridurre lo stress e migliorare il benessere complessivo.
Tuttavia, gli svantaggi non sono trascurabili: un orario ridotto comporta una retribuzione inferiore e, spesso, minor accesso a determinati benefici aziendali.
Al contrario, tornare a un contratto full-time offre stabilità finanziaria e un pieno accesso ai benefici aziendali, ma a costo di una diminuzione della flessibilità e del tempo libero.
I lavoratori devono quindi ponderare attentamente le loro priorità personali e professionali prima di effettuare qualsiasi cambiamento.
Vantaggi e svantaggi per le aziende
Le aziende possono trarre benefici significativi dall’offerta di opzioni di lavoro flessibili, come il part-time, poiché ciò può portare a una maggiore soddisfazione e produttività dei dipendenti.
Avere team con orari variabili può anche facilitare una migliore copertura operativa e un’ottimizzazione delle risorse.
Tuttavia, ci sono anche sfide operative e logistiche: la gestione di orari differenti potrebbe richiedere un’organizzazione più complessa e una comunicazione interna efficiente per evitare conflitti di programmazione.
Passare dal part-time al full-time o viceversa potrebbe anche influire sul morale del team, specialmente se le modifiche non sono gestite in modo trasparente e inclusivo.
Pertanto, le aziende devono bilanciare abilmente le loro necessità operative con il benessere dei dipendenti per mantenere un ambiente di lavoro sano e produttivo.
Consigli pratici per un cambiamento efficace
Affrontare un cambiamento di orario da full-time a part-time o viceversa richiede un’approccio strategico e ben pianificato per evitare incomprensioni e massimizzare i benefici.
Comunicare apertamente è fondamentale: mantenere un dialogo continuo e chiaro tra lavoratori e datori di lavoro può prevenire conflitti e garantire che le esigenze di entrambe le parti siano soddisfatte.
È consigliabile considerare tutte le implicazioni personali e professionali di un cambiamento di orario, come l’impatto finanziario e gli effetti sulla vita familiare e sociale.
I lavoratori dovrebbero prendersi del tempo per valutare come verrà gestito il loro tempo libero aggiuntivo o ridotto, e le aziende dovrebbero prepararsi a ridistribuire compiti e risorse in modo efficiente.
Infine, entrambi dovrebbero essere aperti a una fase di prova, che permette di valutare in pratica le conseguenze del cambio e apportare eventuali aggiustamenti prima di renderlo permanente.
650 euro al mese di Bonus per due anni se ti assumono: chi può richiedere subito il ricco contributo
-diritto-lavor.com
Bonus: se ti assumono devono darti 650 euro al mese per due anni: il ricco contributo è legge. Cosa c’è da sapere.
La crisi economica sembra essere inarrestabile e i rincari, si fanno sentire soprattutto per i nuclei familiari in cui ci sono figli minori a carico, disabili o disoccupati. Il mercato del lavoro ha subito un duro colpo in seguito ai blocchi della produzione causati dalla pandemia di Covid-19 e, dei conflitti internazionali.
Inoltre, con l’avanzare della tecnologia, alcune professioni sono divenute obsolete, con la triste conseguenza che, in tanti sono disoccupati. Non è semplice per questi ultimi trovare impiego, ed è per questo che il legislatore ha sancito delle misure ad hoc.
650 euro al mese di Bonus per due anni se ti assumono: chi può richiedere subito il ricco contributo
Per sostenere i nuclei familiari delle persone disoccupate e per rendere la loro vita più semplice è stato introdotto un nuovo bonus. In un contesto di precarietà e di instabilità come quello odierno, il supporto e il sostegno del Governo è indispensabile.
650 euro al mese di Bonus per due anni se ti assumono diritto-lavoro.com
È stata introdotta, proprio a tal riguardo, una misura che potrà alleggerire la vita di molti beneficiari. Trattasi di un incentivo che migliorerà le condizioni di tanti cittadini che, purtroppo, versano in uno stato di precarietà.
Sono tanti, purtroppo, gli italiani che stanno affrontando momenti particolarmente duri a causa della crisi economica. Con questo bonus, il legislatore, mira ad offrire un aiuto concreto affinché possano sostenere le spese quotidiane che, sono divenute difficili da affrontare.
Trattasi, dunque, di un’opportunità davvero imperdibile per chi sta cercando un escamotage per alleggerire le spese. Il bonus Zes è una misura statale creata per incentivare l’occupazione nelle regioni del Mezzogiorno, come l’Abruzzo, la Calabria e la Sicilia.
Il bonus è pensato per le aziende che assumono lavoratori over 35 disoccupati da lungo tempo, con una agevolazione che arriva fino a 650 euro al mese per due anni.
La misura è valida per le aziende che hanno meno di 10 dipendenti e che assumono personale non dirigenziale in una delle otto regioni Zes. 650 euro al mese per 24 mesi è pari ad un importo complessivo di 15.600 euro.
È una misura nata per sostenere le aziende in un periodo di forte crisi, altresì per ridurre il divario territoriale e per promuovere l’occupazione. Con tale importo, i beneficiari potranno infatti, contare su un aiuto concreto.
Inoltre, questo incentivo stimola la crescita del mercato del lavoro in quelle zone del Paese con un tasso di disoccupazione alto. La notizia ha entusiasmato i beneficiari i quali si sono detti soddisfatti ed hanno iniziato a cercare informazioni in rete. Questo nuovo bonus rappresenta, infatti, per molti un mezzo per migliorare le condizioni della loro vita.
La Tari e i diritti dei cittadini (diritto-lavoro.com)
TARI c’è lo sconto del 25% per aiutare le famiglie italiane ma in pochi lo sanno. Ecco cosa devi fare per ottenerlo subito.
In un periodo in cui il costo della vita continua a salire, le famiglie italiane devono fare i conti con bollette sempre più pesanti e tasse che incidono profondamente sul bilancio familiare.
Tra queste, una delle più sentite è senza dubbio la TARI, la tassa sui rifiuti, che rappresenta un costo fisso da affrontare ogni anno. Oggi, però, c’è la possibilità di ottenere lo socnto del 25%.
Tari come beneficiare dello sconto
La TARI è una tassa che ogni famiglia è obbligata a pagare per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. L’importo varia in base a diversi fattori, tra cui la grandezza dell’immobile e il numero di componenti del nucleo familiare. Negli ultimi anni, l’incremento dei costi di gestione dei rifiuti ha portato a un aumento delle tariffe, mettendo ancora più in difficoltà chi già fatica ad arrivare a fine mese.
Così risparmi sulla TARI fino al 25%, ecco cosa devi fare (diritto-lavoro.com)
Per fortuna, esiste un’agevolazione che può alleggerire questo peso economico: il Bonus Sociale per la TARI. Si tratta di uno sconto del 25% sulla tassa per le famiglie con un ISEE basso, una misura che permette di ridurre la spesa in modo significativo. La cosa positiva è che questo sconto viene applicato in modo automatico una volta rinnovato l’ISEE, senza bisogno di presentare domande o fare lunghe trafile burocratiche.
Per poter accedere al bonus, è necessario rientrare in determinati parametri economici. In particolare, il nucleo familiare deve avere un ISEE fino a 9.530 euro. Tuttavia, per le famiglie numerose, con almeno quattro figli a carico, il limite si alza fino a 20.000 euro. Inoltre, il richiedente deve essere l’intestatario dell’utenza domestica per il servizio di gestione dei rifiuti.
Questa agevolazione rappresenta un aiuto concreto per molte famiglie italiane che, senza ombra di dubbio, stanno vivendo un periodo complicato dal punto di vista economico. Infatti, con il costo della vita che non accenna a diminuire, ogni possibilità di risparmio diventa fondamentale per mantenere una stabilità finanziaria.
Il consiglio, per chi rientra nei requisiti, è di verificare che l’ISEE sia aggiornato, perché è proprio su questo valore che si basa l’erogazione automatica del bonus. Una volta aggiornato il proprio ISEE, infatti, lo sconto verrà applicato in automatico. Un piccolo accorgimento che può fare la differenza e permettere di risparmiare su una delle tante spese fisse che gravano sui bilanci familiari.
bonus e ISEE: lista dei nuovi contributi-diritto-lavoro.com
Bonus e Isee, quali sono i nuovi incentivi che si possono richiedere al CAF. Ecco alcuni benefici e chi vi può accedere.
Negli ultimi tempi, gli incentivi hanno rappresentato un aiuto significativo per molte famiglie, soprattutto per quelle che si trovano maggiormente in difficoltà.
I bonus, dalla loro introduzione, stanno diventando un punto di riferimento e un supporto, per coloro che necessitano di integrare le proprie risorse economiche. Data l’inflazione e i rincari, c’è bisogno di aiuto per affrontare le varie spese mensili, e di incentivi ce ne sono parecchi a cui accedere, sempre se vi hanno i requisiti, tra cui l’ISEE.
Quest’ultimo, come sappiamo, è un documento indispensabile per poter accedere agli incentivi, in quanto fa emergere la situazione economica dei nuclei familiari. Ci sono delle soglie ben precise di ISEE da non oltrepassare per ottenere vari bonus, e ogni volta i requisiti possono essere diversi (non sempre però), a seconda degli aggiornamenti che si decide di fare o meno.
Per il 2025 sono in arrivi nuovi incentivi, che si possono richiedere nei vari CAF presenti sul proprio territorio. In questo modo si potranno avere anche aiuto e delucidazioni su come muoversi per ricevere un determinato incentivo, e soprattutto se si hanno i requisiti per accedervi.
Bonus e ISEE, nuovi contributi 2025: quali sono
Ci sono nuovi incentivi per questo 2025, e interessano diversi ambiti. In primis, il supporto abitativo. Sono in arrivo incentivi per l’affitto e per comprare la prima casa.
bonus e ISEE: lista dei nuovi incentivi-diritto-lavoro.com
Naturalmente si dovrà verificare di rientrare nella soglia ISEE prevista, e se è così si potranno ricevere contributi per pagare l’affitto. Per fare richiesta, è necessario recarsi al CAF. Per chi vuole acquistare la prima casa, ci sono dei contributi per giovani e famiglie con basso reddito. Cosa importante, è aggiornare l’ISEE, in modo da verificare se si hanno i requisiti per ottenere l’incentivo.
Ulteriori agevolazioni sono previste per utenze domestiche, con un aumento degli aiuti per fronteggiare le spese di bollette luce e gas, per famiglie che hanno difficoltà, dal punto di vista economico. I bonus per le utenze, come per gli altri incentivi, possono essere richieste tramite CAF, che verificherà i requisiti e l’ISEE.
Sono previsti anche incentivi per salute e cultura. Nello specifico, ci saranno agevolazioni per spese sanitarie e accesso a eventi tra cui spettacoli, musei ecc. Lo scopo è quello di promuovere il benessere sociale, consentendo anche a chi ha redditi più bassi di prendere parte alle attività culturali proposte.
Nuove modifiche alla Legge 104 porteranno ad un bonud di circa 800 euro (diritto-lavoro.com)
Legge 104 cambiano le regole e cambiano gli importi, Arrivano 800 euro in più. Ecco chi ne beneficia e le nuove agevolazioni per il 2025.
Quando si parla di Legge 104 si fa riferimento a una delle misure più importanti in Italia per la tutela delle persone con disabilità e di chi si prende cura di loro.
Un provvedimento che, nel corso degli anni, ha rappresentato un punto di riferimento per tantissime famiglie, garantendo sostegni economici, agevolazioni lavorative e detrazioni fiscali.
Legge 104 tutte le modifiche e gli importi
Proprio nel 2025, alcune novità potrebbero rendere ancora più vantaggiosa questa misura, soprattutto per i caregiver. La Legge 104/1992 è nata con l’obiettivo di offrire una serie di benefici a chi ha una disabilità grave e a coloro che lo assistono. Tra le principali agevolazioni rientrano i permessi retribuiti per i lavoratori dipendenti, che possono assentarsi dal lavoro per prendersi cura del familiare in difficoltà senza perdere la retribuzione. Un diritto fondamentale, che permette di bilanciare il carico dell’assistenza con le esigenze lavorative.
Ma non è tutto. La Legge 104 prevede anche esenzioni fiscali, agevolazioni per l’acquisto di veicoli destinati al trasporto di persone con disabilità, detrazioni per spese mediche e sanitarie e perfino la possibilità di richiedere il congedo straordinario retribuito per periodi prolungati. Si tratta, dunque, di una normativa che interviene in più ambiti della vita quotidiana di chi si trova in situazioni di difficoltà.
Enormi novità per il bonus caregiver, attenzione a cosa cambia (diritto-lavoro.com)
Nel 2025, però, una delle novità più rilevanti riguarda il cosiddetto “bonus caregiver”, un contributo economico destinato a chi si prende cura di un familiare con disabilità grave. La misura, già prevista da tempo, subirà un incremento di circa 800 euro, un aiuto concreto per chi dedica la propria vita all’assistenza di un parente in difficoltà.
Il bonus caregiver è stato pensato per supportare economicamente coloro che, spesso senza alcuna retribuzione, si prendono cura dei propri cari. Si tratta di un aiuto che può essere utilizzato per coprire spese mediche, farmaci, attrezzature necessarie o per garantire un miglior livello di assistenza.
L’importo del bonus, però, non è uguale per tutti. Infatti, la somma varia in base alla situazione economica del richiedente, con un incremento che potrebbe arrivare fino a 850 euro nelle province che partecipano alla fase di sperimentazione della nuova misura. Un segnale di attenzione che punta a migliorare la qualità della vita di chi ogni giorno affronta le difficoltà legate alla disabilità di un familiare.
L’aggiornamento della Legge 104 e del bonus caregiver rappresenta, quindi, un passo avanti significativo, che riconosce l’importanza del ruolo di chi si prende cura degli altri. Un aiuto che, senza ombra di dubbio, potrà fare la differenza per molte famiglie italiane.
Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: 500 euro subito-diritto-lavoro.com
Le famiglie che hanno un ISEE fino a 35 mila possono usufruire di un incentivo da 500 euro. Ecco come possono impiegarlo e altri dettagli.
C’è un metodo che ormai tutti conoscono per misurare la situazione patrimoniale di un nucleo familiare, ed è l’ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente).
Quando si intende ottenere un incentivo economico o sociale, è importante avere i giusti requisiti ISEE, altrimenti non si potrà accedere. È un documento essenziale, che deve essere compilato con dati il più accurati possibile, per non incorrere, peraltro, in pesanti sanzioni.
Il governo, soprattutto negli ultimi anni, ha erogato diversi bonus economici e sociali, per supportare le famiglie nell’affrontare le varie spese. Questo, in special modo, perché la crisi economica si fa sempre più largo, e l’inflazione sta abbassando il potere d’acquisto.
In un contesto del genere, molti nuclei familiari fanno fatica ad affrontare le varie spese, soprattutto se hanno figli a carico. Ecco il motivo per cui ci sono aiuti che possono essere usati proprio per alleggerirsi di esborsi che a fine mese, pesano sul portafogli familiare.
Ma scopriamo insieme, ora, come accedere a un nuovo bonus per quelle famiglie che hanno ISEE fino a 35 mila euro.
ISEE fino a 35 mila euro: a chi spetta il bonus 500 euro e come averlo
Come detto, ci sono famiglie che, in un periodo di crisi economica come quello in corso, necessitano di supporto, e da qui nasce un incentivo da 500 euro per famiglie con ISEE fino a 35 mila euro.
Famiglie con ISEE fino a 35 mila euro: come avere bonus 500 euro -diritto-lavoro.com
Sappiamo come tutto abbia un costo, e in particolare, i costi per prendersi cura dei propri figli, in particolare per formazione e attività extra scolastiche, sono piuttosto esosi. Ed è proprio con l’obiettivo di supportare le famiglie nell’incentivare lo sviluppo delle competenze dei giovani, che è stato introdotto un incentivo da 500 euro.
Questo incentivo si può usare soltanto per le spese che riguardano figli che hanno meno di 14 anni, e servono per pagare corsi di lingua, oppure percorsi didattici e culturali, come laboratori che riguardano arte, scienze, e altre attività che riguardano la formazione dei più giovani.
Si possono pagare corsi di musica, oppure attività che riguardano lo sport. È possibile ottenere un rimborso per le suddette spese sostenute presso enti pubblici, privati, ecc. Per ottenere l’incentivo, oltre ai suddetti requisiti, è necessario anticipare le spese, e conservare fatture e ricevute per poi chiedere e ottenere il rimborso. Si tratta di un incentivo che può essere abbinato ad altri aiuti economici, e quindi è realmente un sostegno per le famiglie che vorranno aderirvi.
Accredito INPS, manca poco: quando arriverà sulla carta-diritto-lavoro.com
Dall’INPS arriverà un accredito per alcune categorie di persone. Scopriamo insieme di che cosa si tratta, nello specifico.
L’INPS è un ente pubblico che si occupa, in Italia, della previdenza sociale. Si tratta di un organismo molto importante nel nostro Paese, in quanto ne regola il welfare, e gestisce tutte quelle pratiche che consentono ai lavoratori di percepire varie prestazioni economiche, previdenziali e assistenziali.
Ma di cosa si occupa l’INPS, di preciso? Ebbene, esso gestisce le varie pensioni, che possono essere di vecchiaia, invalidità, reversibilità. Inoltre fornisce supporto al reddito, ossia Naspi, cassa integrazione e i vari incentivi, si occupa di prestazioni assistenziali, come ad esempio assegno sociale, invalidità civile, e contributi previdenziali.
Questi ultimi sono somme che autonomi, dipendenti, ecc. devono versare in modo obbligatorio. I contributi, infatti, andranno a formare la pensione del contribuente, in base ai vari anni di versamenti, età e altri importanti requisiti, di contorno, da valutare.
Nel mese di marzo, ci saranno diversi accrediti da parte dell’Istituto di Previdenza Sociale. Scopriamo a chi saranno indirizzati, e quando avverranno gli accrediti.
INPS, accrediti in arrivo per alcune categorie: ecco quando
Per molti cittadini, sarà un mese di marzo contraddistinto da accrediti da parte dell’INPS, per alcune categorie di contribuenti. Ma scopriamo meglio chi, nello specifico.
Accredito INPS, quando arriverà sulla carta- -diritto-lavoro.com
Questo mese a beneficiare degli accrediti saranno pensionati, famiglie e lavoratori. Le pensioni sono già state accreditate, come sempre, a inizio mese, ma ci sono anche altri soggetti che percepiranno una serie di assegni.
Sappiamo quanto sia importante, soprattutto in un periodo di crisi economica come quello che stiamo attraversando, poter fare dei calcoli e monitorare con attenzione entrate e uscite in una famiglia. Nello specifico, è importante conoscere la data dei sussidi per le varie spese, in modo che i nuclei familiari possano organizzarsi al meglio, per gestire i propri conti.
Molte famiglie dipendono proprio da essi, per cui è fondamentale conoscere le varie date di accredito. Per i pensionati, gli accrediti sono iniziati dallo scorso 1° marzo, e chi ha il conto in banca, il 3 marzo 2025. Per coloro che ricevono l’Assegno Unico Universale, l’accredito è previsto in un periodo compreso tra 18 e 20 marzo 2025, se non sono state apportate modifiche all’ISEE.
Se invece, si sono dovuti apportare aggiornamenti ai dati, il pagamento è previsto per fine marzo 2025. L’AdI (Assegno di Inclusione), invece, arriverà per chi lo percepisce per la prima volta, il 18 marzo 2025, e per chi lo percepisce già, il 27 marzo 2025. Per chi aderisce a Supporto formazione e lavoro, il pagamento si prevede tra 15 e 27 marzo.
Requisiti più agevoli per il bonus, ora più famiglie potranno ottenerlo (diritto-lavoro.com)
In tanti stanno perdendo dei soldi. Per questo bonus cambiano i requisiti e rientrano molte più famiglie ma non lo sanno.
In un periodo economico difficile, i bonus destinati alle famiglie rappresentano un aiuto fondamentale. Tuttavia, molti di questi sostegni non vengono richiesti perché poco conosciuti o perché i criteri di accesso risultano complessi da comprendere.
Spesso, la chiave per ottenere questi aiuti è l’ISEE, un indicatore essenziale che determina l’accesso a molte misure di sostegno. Eppure, non tutti sanno come calcolarlo o quali siano i vantaggi che può portare.
Oggi puoi rientrare in questo bonus ricchissimo
L’ISEE, ovvero l’Indicatore della Situazione Economica Equivalente, è uno strumento che fotografa la condizione economica di una famiglia, tenendo conto del reddito, del patrimonio immobiliare e mobiliare e della composizione del nucleo familiare. Più basso è l’ISEE, maggiori sono le possibilità di accedere a bonus e agevolazioni. Nonostante sia uno strumento ormai largamente utilizzato, molte persone non sanno che ogni anno possono verificarsi aggiornamenti delle soglie, come nel caso del bonus mamma 2025.
L’assegno di maternità, noto anche come “bonus mamma”, è una misura destinata alle famiglie con redditi medio-bassi che hanno avuto un figlio o adottato un bambino. Per il 2025, il requisito ISEE è innalzato a 20.382,90 euro, una modifica che consente di allargare la platea dei beneficiari rispetto all’anno precedente. Questo cambiamento è importante, perché consente a più famiglie di ottenere un sostegno economico utile in un momento cruciale come la nascita o l’adozione di un bambino.
Aumentato il tetto ISEE per ricevere questo bonus, ora sarà più facile per tantissime famiglie (diritto-lavoro.com)
L’assegno viene erogato dai Comuni ma pagato dall’INPS, e ha un valore massimo di circa 1.900 euro, divisi in cinque mensilità. È rivolto in particolare alle mamme disoccupate o con contratti di lavoro precari che non beneficiano di un’indennità di maternità. Molte donne non sanno di avere diritto a questo bonus, che può fare la differenza nei primi mesi di vita del bambino, coprendo spese essenziali come pannolini, visite mediche e prodotti per la prima infanzia.
Altre misure a sostegno
Oltre al bonus mamma, esistono altre misure di sostegno spesso trascurate. L’assegno unico universale, i bonus asilo nido e i contributi per le spese scolastiche sono solo alcune delle agevolazioni che ogni anno migliaia di famiglie rischiano di perdere per mancanza di informazioni o per la difficoltà nel presentare le domande. Ecco perché è fondamentale tenersi aggiornati, verificare i requisiti ISEE e rivolgersi a un CAF o direttamente all’INPS per avere un quadro chiaro di ciò a cui si ha diritto.
Le famiglie italiane, oggi più che mai, devono fare i conti con il carovita e l’aumento delle spese quotidiane. Sapere che esistono bonus e agevolazioni può fare la differenza, ma è altrettanto importante essere consapevoli di come funzionano e dei cambiamenti annuali che possono incidere sulla possibilità di ottenerli.
Pensioni, arriva il tanto atteso aumento: a chi spetta di diritto - Diritto-lavoro.com
Ci sono buone notizie per i pensionati: il tanto atteso aumento delle pensione è stato approvato. Da quando aumenta l’assegno.
In un momento di incertezza economica e difficoltà di una grande parte della popolazione, specie per i pensionati, l’annuncio dell’aumento degli assegni è una boccata d’ossigeno. Va detto che l’aumento riguarderà soltanto i pensionati che soddisfano determinati requisiti. Ma di cosa si tratta?
Parliamo del pagamento della quattordicesima mensilità, da non confondere con la tredicesima. Quest’ultima, infatti, spetta a tutti e viene calcolata in base all’importo della pensione percepita. La quattordicesima, invece, riguarda i redditi più bassi. Ma procediamo con ordine.
Pensioni, chi vedrà l’aumento sull’assegno nei prossimi mesi
L’aumento previsto dalla quattordicesima dipende da diversi fattori. In primo luogo il reddito, poi dalla gestione di appartenenza (ovvero se lavoratori dipendenti o autonomi), e infine dai contributi maturati. Va inoltre ricordato che, come previsto dalla Legge di Bilancio del 2017 (che ha modificato l’art.1, comma 187, della Legge N° 127), gli importi sono fissi e cioè non sono soggetti a rivalutazione annua. Dunque, la quattordicesima del 2025, sarà identica a quella del 2024 e 2023 e degli anni precedenti.
Cambiano però i requisiti e con loro le soglie di riferimento per il calcolo di quanto spetta al pensionato, prendendo in riferimento il trattamento minimo di pensione. Fatta questa premessa, la quattordicesima verrà concessa a coloro che sono titolari di uno (o più) trattamenti pensionistici che sono a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria. Rientrano in questo ambito: i lavoratori dipendenti, le gestioni speciali dei lavoratori autonomi, la gestione separata, le forme sostitutive e del Fondo clero.
A chi spetta l’aumento della quattordicesima e come verificare subito la pensione – Diritto-lavoro.com
Inoltre, hanno diritto alla quattordicesima chi percepisce l’Assegno Ordinario di Invalidità e la Pensione ai superstiti. Non possono richiederla, invece, chi percepisce l’Assegno o Pensione Sociale, oppure l’assegno per l’Invalidità Civile o per l’Ape Sociale. Bisogna aver compiuto 64 anni (nel corso del 2025) e con un reddito che non supera di due volte il valore della pensione minima, ovvero 7.844,20 euro.
Dunque, quanto spetta di aumento? Facciamo qualche esempio. Per chi ha un reddito che non supera di 1,5 volte il valore della pensione minima (quindi entro gli 11.766,30 euro), spetteranno 437,00 se sono lavoratori dipendenti fino 15 anni di contributi o autonomi con 18 anni di contributi. L’assegno sale fino a 655,00 euro se i dipendenti hanno 25 anni di contributi e gli autonomi 28 anni. Gli importi sono netti, dal momento che non sono soggetti ad imposte.
Per ulteriori informazioni, ed eventuale fare domanda, meglio visitare il sito ufficiale INPS, nella sezione privata, oppure recarsi negli appositi uffici (oppure da un Caf per produrre la pratica).