L’articolo esplora cosa accade ai contratti di lavoro quando una startup innovativa dichiara fallimento, analizzando le implicazioni legali, le tutele per i lavoratori e i ruoli coinvolti in questo processo complesso.
Definizione di startup innovative
Le startup innovative sono aziende che si caratterizzano per un forte elemento di innovazione tecnologica e operativa.
Queste imprese tendono a crearsi attorno a un’idea originale e a un modello di business scalabile, frequentemente nel settore tecnologico e digitale.
L’Italia, con il decreto-legge n.
179 del 2012 (noto come decreto crescita 2.0), ha definito specifici requisiti che un’azienda deve soddisfare per qualificarsi come ‘startup innovativa’.
Tra questi figurano la data di costituzione non superiore a cinque anni, sede principale in Italia, e un fatturato annuo non eccedente i cinque milioni di euro.
Inoltre, queste aziende devono impiegare una parte significativa degli eventuali profitti nella ricerca e sviluppo.
Le startup innovative sono essenziali per stimolare l’economia mediante l’introduzione di nuove idee e tecnologie, ma il loro percorso non è privo di rischi, con un elevato tasso di fallimento rispetto ad altre forme di aziende tradizionali.

Quando un fallimento è dichiarato
Il fallimento di una startup innovativa è una situazione che si verifica quando la società non è in grado di far fronte alle proprie obbligazioni finanziarie.
In generale, la procedura di fallimento si avvia quando la società stessa o i creditori presentano al tribunale una richiesta di dichiarazione di fallimento.
Il tribunale, dopo aver verificato l’effettiva sussistenza della situazione di insolvenza, emette una sentenza dichiarativa, che segna l’inizio ufficiale del processo di fallimento.
Questo passaggio è cruciale, in quanto porta alla nomina di un curatore fallimentare, il quale gestirà le operazioni successive.
Durante questo periodo, tutte le attività della startup, compreso il pagamento degli stipendi e dei fornitori, vengono sospese.
Pertanto, il fallimento non rappresenta solo un problema finanziario per l’azienda, ma ha anche conseguenze dirette e immediate per i suoi dipendenti, che si trovano di fronte a una fase di grande incertezza.
Implicazioni legali sui contratti dei dipendenti
I contratti di lavoro rappresentano una delle principali aree colpite quando una startup dichiara fallimento.
Una volta emessa la sentenza di fallimento, i rapporti di lavoro dei dipendenti non vengono automaticamente risolti, ma subiscono delle significative alterazioni.
In particolare, il curatore fallimentare ha il compito di valutare e decidere in merito alla continuazione o alla cessazione di tali contratti.
Scrutinando la sostenibilità e l’utilità di ciascun contratto per il proseguimento di eventuali attività residue della società, il curatore può decidere di interrompere i rapporti di lavoro.
In questo contesto, i dipendenti si trovano spesso ad affrontare la sospensione delle retribuzioni, accumulando crediti nei confronti della società fallita.
È importante sottolineare che i diritti dei lavoratori sono protetti dalla legislazione vigente, che prevede specifiche procedure per il pagamento delle somme arretrate, ricorrendo, se necessario, al Fondo di Garanzia dell’INPS.
Tuttavia, la complessità delle procedure legali e l’incertezza sui tempi di risoluzione rendono questa situazione particolarmente difficile per i lavoratori coinvolti.
Tutele previste per i lavoratori
Nonostante le difficoltà generate dal fallimento di una startup innovativa, esistono diverse tutele legali a favore dei lavoratori.
Una delle principali garanzie è il Fondo di Garanzia dell’INPS, istituito per coprire i crediti di lavoro non soddisfatti, quali retribuzioni maturate e il trattamento di fine rapporto (TFR).
Questo fondo interviene a seguito della chiusura della procedura fallimentare o dopo che il curatore ne conferma l’impossibilità di pagamento con le risorse dell’azienda fallita.
Oltre al Fondo di Garanzia, in alcuni casi possono essere applicati ammortizzatori sociali quali la cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS), che fornisce un sostegno economico temporaneo ai lavoratori.
Anche gli aspetti contrattuali non devono essere trascurati.
Il lavoratore conserva il diritto di contestare eventuali licenziamenti ingiustificati dinanzi al giudice del lavoro.
Sebbene le procedure possano essere lunghe e costose, rappresentano un importante mezzo di tutela dei diritti dei lavoratori.
Il ruolo del curatore fallimentare
Il curatore fallimentare gioca un ruolo centrale nella gestione delle conseguenze del fallimento di una startup innovativa.
Nominato dal tribunale fallimentare, il curatore agisce in qualità di amministratore dell’azienda fallita, con l’obiettivo di liquidare le attività aziendali al fine di soddisfare, per quanto possibile, i creditori.
La sua autorità si estende anche alla valutazione dei contratti di lavoro, decidendo se proseguire temporaneamente l’attività aziendale, con o senza i dipendenti attuali, o se procedere con la cessazione immediata dei rapporti di lavoro.
Il curatore deve inoltre garantire la corretta gestione dei beni aziendali, cercando soluzioni che possano ridurre al minimo le perdite per tutte le parti interessate.
Sebbene il suo intervento non garantisca soluzioni rapide, rappresenta un passaggio cruciale per garantire trasparenza e legalità nel processo di fallimento.
Consigli per gestire un contratto fallimentare
Gestire un contratto di lavoro durante il fallimento di una startup richiede attenzione e una chiara comprensione dei propri diritti.
È fondamentale che i dipendenti si informino sui propri diritti e sulle tutele disponibili, eventualmente cercando consulenza legale professionale per navigare attraverso le complessità del processo fallimentare.
Mantenere un dialogo aperto con il curatore fallimentare può anche fornire preziose informazioni sulla situazione dell’azienda e su come questa possa evolversi.
A livello personale, è consigliabile che i dipendenti inizino a valutare altre opportunità lavorative, non solo per ragioni economiche ma anche per garantire una continuità professionale.
Parallelamente, è utile documentare ogni comunicazione e tenere traccia delle proprie spettanze, delle ore lavorate e dei bonus maturati.
In un contesto di crisi aziendale, la proattività è fondamentale per proteggere e far valere i propri diritti.





