Sta facendo discutere un tema particolarmente controverso: c’è un cavillo nel Codice della Strada che ti salva dalle multe.
Negli ultimi anni, l’innovazione tecnologica ha accelerato verso un traguardo che un tempo sembrava pura fantascienza, la guida autonoma. Le auto senza conducente non sono più un’ipotesi remota, ma una realtà tangibile, sperimentata in diverse città del mondo, in particolare negli Stati Uniti.
Tuttavia, mentre la tecnologia corre, il diritto e la regolamentazione arrancano, costretti a confrontarsi con interrogativi inediti e scenari paradossali. Tra i casi che hanno recentemente attirato l’attenzione pubblica c’è quello, emblematico, delle forze dell’ordine americane che si sono trovate di fronte a veicoli autonomi autori di infrazioni.
La questione solleva un dilemma tanto concreto quanto delicato: se l’auto è priva di conducente, chi risponde delle sue azioni? Può davvero un veicolo “intelligente” sottrarsi alla legge per il solo fatto di non essere guidato da un essere umano?
Se hai questa auto, nessuno ti può più fare multe: il cavillo nel Codice della Strada che nessuno conosce
Sebbene questi episodi abbiano alimentato una narrazione quasi grottesca, non è corretto affermare che i veicoli autonomi siano immuni da sanzioni. Anzi, il principio di responsabilità giuridica resta fermo, anche in assenza di una mano sul volante.

Negli Stati Uniti, dove la diffusione di auto autonome è in fase avanzata ma ancora sperimentale, le lacune normative esistono e variano da Stato a Stato. Tuttavia, nessun ordinamento prevede esplicitamente una “zona franca” per i veicoli senza conducente.
Nel contesto italiano, dove l’uso di auto autonome non è ancora diffuso, la normativa non ha ancora introdotto regole ad hoc per questi veicoli. Tuttavia, il nostro ordinamento giuridico contiene già strumenti capaci di rispondere in modo coerente a questa sfida.
Due norme, in particolare, fanno chiarezza. L’articolo 6 della legge n. 689/1981 stabilisce che il proprietario del bene usato per commettere una violazione è responsabile del pagamento della relativa sanzione, a meno che non dimostri che il bene è stato utilizzato contro la sua volontà.
Questo principio, se applicato ai veicoli autonomi, significa che il proprietario dell’auto risponde delle infrazioni, anche se non era fisicamente presente. A rafforzare questo quadro c’è anche l’articolo 196 del Codice della Strada, secondo cui esiste una responsabilità solidale tra il conducente e il proprietario del veicolo.
Se il conducente non è identificabile, come accade nei casi di guida autonoma, la responsabilità ricade sul proprietario o sull’utilizzatore abituale del mezzo. La risposta è chiara, l’assenza di un conducente non rende l’auto impunibile.
La responsabilità si sposta semplicemente su altri soggetti coinvolti nella circolazione del mezzo: il proprietario, il noleggiatore, il gestore della flotta o l’azienda produttrice, a seconda dei casi. In caso di malfunzionamento, poi, ci potrebbe essere spazio per una rivalutazione contrattuale o legale tra utilizzatore e fornitore del servizio.





