Dal 2026 alcuni lavoratori avranno la priorità nell’accesso allo smart working: una novità che rende più semplice conciliare lavoro e assistenza familiare.
Lo smart working sopraggiunto per necessità durante la pandemia, è rimasto l’alternativa al lavoro in presenza per molti lavoratori. Benché si stia sempre più ridimensionando, non è ancora oggi debellato, tutt’altro. Dal 1° gennaio 2026 entreranno in vigore importanti novità che riguardano migliaia di lavoratori italiani.
Il Governo, con la legge 106/2025, ha scelto di rafforzare le misure a sostegno delle persone con disabilità e di chi ogni giorno presta loro assistenza. Un pacchetto di interventi che punta a rendere più facile conciliare vita privata e lavoro, senza costringere le famiglie a sacrifici impossibili.
Al centro della riforma c’è il congedo straordinario previsto dalla legge 104, uno strumento già conosciuto da chi assiste un familiare con handicap grave. La grande novità, però, riguarda ciò che accade una volta terminato questo periodo di assenza: per la prima volta viene introdotto un vero e proprio diritto di precedenza nello smart working. Una scelta che apre nuove prospettive per i lavoratori e che mira a favorire un rientro graduale, sostenibile e meno traumatico.
Congedo straordinario: cosa resta e cosa cambia
Il congedo straordinario legato alla legge 104 viene confermato con tutte le garanzie già previste. Ogni lavoratore dipendente che assiste un familiare con disabilità grave avrà ancora diritto fino a 24 mesi di assenza dal lavoro. Si tratta di un limite massimo valido per l’intera vita lavorativa: non si rinnova ogni anno, ma rappresenta una riserva unica da gestire con attenzione.

Durante questo periodo, il reddito è tutelato: l’indennità riconosciuta corrisponde all’ultima retribuzione percepita. In altre parole, chi usufruisce del congedo non si trova senza stipendio. A ciò si aggiunge la copertura contributiva, che permette di non avere “buchi” nella carriera previdenziale: quei mesi valgono anche ai fini pensionistici.
Un aspetto molto apprezzato riguarda la flessibilità: il congedo può essere usato tutto insieme oppure suddiviso in più periodi, a seconda delle necessità della famiglia e delle condizioni di salute del familiare.
La vera svolta introdotta dalla legge 106/2025 riguarda il rientro al lavoro. Dal 2026, chi termina un congedo straordinario avrà diritto a una corsia preferenziale per accedere allo smart working, se le mansioni lo consentono e se l’organizzazione aziendale lo rende possibile. Attenzione: non si tratta di un obbligo per le aziende, ma di una priorità. In pratica, quando ci saranno più richieste di lavoro agile, chi torna da un congedo avrà la precedenza rispetto ad altri colleghi.
Questa scelta ha un obiettivo preciso: rendere più gestibile il ritorno alla vita professionale. Dopo mesi o anni di assistenza, molte famiglie continuano a dover organizzare visite mediche, terapie e momenti di cura. Avere la possibilità di lavorare da casa, anche solo per alcuni giorni a settimana, permette di ridurre spostamenti e stress, evitando che il lavoratore si trovi costretto a lasciare il posto.





