Ultima chiamata per mettersi in regola entro il 30 Settembre 2025.
Mentre l’estate evoca immagini di vacanze e relax, per milioni di contribuenti italiani settembre rappresenta un momento cruciale dal punto di vista fiscale. Tra le principali scadenze che scandiscono questo periodo dell’anno, una in particolare merita attenzione: il 30 settembre 2025.
Si tratta di un termine improrogabile per regolarizzare eventuali omissioni relative all’IMU 2024, l’Imposta Municipale Unica. Una data da cerchiare in rosso sul calendario, perché ignorarla può costare caro.
Dobbiamo pagare 868 euro entro il 30 settembre: lo Stato non ammette eccezioni
L’IMU è un’imposta patrimoniale che colpisce i possessori di immobili diversi dall’abitazione principale (salvo eccezioni come gli immobili di lusso, che restano imponibili anche se adibiti a residenza principale).

L’obbligo al pagamento non riguarda solo i proprietari, ma anche altri soggetti legati all’immobile da diritti reali o contratti particolari:
- Proprietari di seconde case, negozi, uffici, fabbricati industriali o terreni edificabili;
- Titolari di diritti reali come usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie;
- Utilizzatori in regime di leasing o comodato.
Da non confondere con la TARI, che è invece la tassa destinata a finanziare il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.Il termine del 30 settembre 2025 non è una semplice scadenza annuale: è l’ultima finestra utile per i contribuenti che hanno commesso errori o omissioni nel pagamento dell’IMU per l’anno d’imposta 2024 per rimediare attraverso il ravvedimento operoso.
Superata questa soglia temporale, le sanzioni possono diventare estremamente pesanti: in casi gravi, superano l’800% del tributo dovuto, in particolare quando il Comune rileva il mancato versamento e procede con un accertamento formale.
Il ravvedimento operoso è uno strumento previsto dalla normativa fiscale italiana che consente al contribuente di correggere volontariamente la propria posizione irregolare, beneficiando di sanzioni ridotte rispetto a quelle previste in caso di controlli e accertamenti d’ufficio.
Utilizzare questo meccanismo è un modo concreto per prevenire sanzioni gravi e tutelare il proprio patrimonio. Rimandare l’adempimento fino all’ultimo minuto è una strategia rischiosa.
I Comuni stanno investendo sempre di più nella digitalizzazione dei controlli, incrociando dati catastali, anagrafe tributaria e pagamenti registrati. In questo scenario, il rischio di accertamento automatico è alto, e con esso aumentano le sanzioni, le more e le spese legali.
Inoltre, non tutti i casi di ravvedimento sono semplici: alcune situazioni, come la mancata presentazione della dichiarazione IMU nei termini, possono comportare ulteriori adempimenti e verifiche incrociate. Conviene rispettare i termini e regolarizzare la propria posizione, per ogni chiarimento è opportuno rivolgersi ad un esperto.





