La legge italiana prevede delle tutele specifiche per chi sceglie di lasciare il lavoro in un periodo delicato della propria vita
La maternità è un momento delicato e complesso, che porta con sé molteplici sfide, soprattutto per le mamme lavoratrici. Conciliando le esigenze familiari con quelle professionali, spesso si arriva a un punto in cui il ritorno al lavoro diventa troppo difficile da gestire. Ogni donna ha la sua storia e il suo percorso, e non esiste una soluzione universale. C’è chi non vede l’ora di rientrare in ufficio, chi vorrebbe restare a casa con il bambino ma è costretta a tornare, e chi, infine, opta per l’addio al lavoro per dedicarsi alla maternità a tempo pieno.
Un aspetto che spesso crea preoccupazione riguarda la possibilità di usufruire della NASpI (Indennità di Disoccupazione) nel caso si decida di dimettersi dopo la maternità. Molte mamme temono infatti di rinunciare a questo diritto, ma la legge italiana prevede delle tutele specifiche per chi sceglie di lasciare il lavoro in questo periodo.
Dimissioni dopo la maternità: cosa prevede la legge
Contrariamente a quanto si pensa, le dimissioni volontarie dopo la maternità non significano automaticamente la perdita della NASpI. La normativa italiana riconosce la possibilità per le mamme di accedere all’indennità di disoccupazione anche in caso di dimissioni, purché queste avvengano entro il primo anno di vita del bambino. In questo caso, le dimissioni sono considerate “per giusta causa”, legata al bisogno di conciliare il lavoro con le necessità del neonato.

Questa regola permette alle mamme di non dover scegliere tra il lavoro e la cura del proprio bambino senza rischiare gravi difficoltà economiche. Tuttavia, affinché la richiesta di NASpI venga accettata, è necessario seguire una specifica procedura: le dimissioni devono essere convalidate presso l’Ispettorato territoriale del lavoro. Questo passaggio ha lo scopo di verificare che le dimissioni siano effettivamente legate a motivi validi, come la difficoltà di gestire i tempi di lavoro con le esigenze del neonato.
È importante precisare che la NASpI non è un diritto automatico, ma una forma di sostegno economico proporzionale ai contributi versati. La sua erogazione fornisce un aiuto durante una fase di transizione molto delicata, come quella che segue la maternità. Oltre ad essere un supporto finanziario, la NASpI rappresenta una protezione che consente alle mamme di affrontare con maggiore serenità il nuovo equilibrio tra vita privata e famiglia.
Inoltre, la possibilità di accedere alla NASpI aiuta a limitare le difficoltà economiche che potrebbero sorgere nel periodo successivo alla maternità, evitando che il passaggio dalla vita professionale a quella familiare comporti un sacrificio insostenibile per molte donne.





