Dal bonus Giorgetti al contributo per le mamme fino agli aumenti dei contratti: ecco come cambiano le buste paga entro fine 2025
Le entrate mensili dei lavoratori italiani sono al di sotto della media europea: una realtà entrata nel dibattito quotidiano e che genera il malcontento generale soprattutto per l’inflazione che al contrario è in ascesa continua. Nonostante ciò c’è una categoria di lavoratori che potranno chiudere questo 2025 con una buona notizia: più alti in arrivo. Non si tratta solo dei classici rinnovi contrattuali, ma anche di nuovi bonus e agevolazioni pensati dal governo per alleggerire le spese delle famiglie e dare un po’ di ossigeno ai bilanci domestici.
Il tema interessa sia i dipendenti pubblici che quelli privati: alcune categorie riceveranno importi aggiuntivi già nelle prossime buste paga, mentre altre dovranno attendere la fine dell’anno per vedere riconosciuti i contributi una tantum. A beneficiarne saranno soprattutto due gruppi: i lavoratori che hanno raggiunto l’età pensionabile ma scelgono di restare in servizio, e le donne con figli a carico.
Accanto a questi interventi mirati, bisogna considerare anche i rinnovi dei contratti collettivi nazionali, che in diversi settori porteranno ad aumenti programmati. E naturalmente, a dicembre, ci sarà la tredicesima, con l’ipotesi ancora sul tavolo di una detassazione parziale per aumentare il netto percepito dai lavoratori.
I bonus e gli aumenti da rinnovi contrattuali
Da settembre è attivo il cosiddetto bonus Giorgetti, rivolto a chi ha già i requisiti per andare in pensione (anticipata o con Quota 103) ma decide di continuare a lavorare. In concreto, i contributi che normalmente il dipendente verserebbe all’INPS vengono invece accreditati direttamente in busta paga, e senza tassazione.

Il vantaggio economico non è da sottovalutare: si parla di un incremento medio pari a circa il 9% dello stipendio lordo. Per fare un esempio, con uno stipendio di 1.600 euro netti si ottengono circa 150 euro in più al mese, mentre con 3.000 euro si superano i 270 euro. Attenzione però: questa scelta comporta un effetto sulla pensione futura, che sarà leggermente più bassa perché mancheranno i contributi non versati. Restano invece intatti quelli a carico del datore di lavoro. Il bonus va richiesto una sola volta nella vita lavorativa all’INPS e può essere revocato. Nel settore privato i pagamenti sono già partiti, mentre nel pubblico bisognerà attendere novembre.
Per sostenere le famiglie con figli, il governo ha confermato anche nel 2025 il bonus mamme, che però cambia formula rispetto al passato. Non più sconti mensili sui contributi, ma un contributo unico di massimo 480 euro che verrà versato dall’INPS a dicembre.
Il beneficio è riservato alle lavoratrici con almeno due figli a carico e un reddito annuo inferiore a 40.000 euro. L’importo dipende dai mesi lavorati nell’anno (40 euro per ciascun mese, fino al tetto massimo). Vale fino ai 10 anni del figlio più piccolo se si hanno due figli, oppure fino ai 18 anni se i figli sono tre o più. Restano escluse le lavoratrici domestiche e le casalinghe.
La domanda dovrà essere inoltrata online all’INPS, con modalità operative che saranno rese note a breve. Non solo bonus: a novembre scatteranno anche diversi aumenti frutto dei rinnovi contrattuali.
Nel settore del commercio, servizi e turismo, che coinvolge centinaia di migliaia di lavoratori, ci sarà un nuovo scatto retributivo che aggiungerà tra 24 e oltre 60 euro lordi al mese, a seconda dell’inquadramento.
Si tratta di un passaggio intermedio del percorso che porterà, entro il 2027, a un aumento complessivo fino a 416 euro lordi per i livelli più bassi e fino a 166 euro per quelli più alti. Incrementi anche per i ferrovieri, che vedranno in busta paga aumenti tra 39 e 67 euro lordi, dopo l’una tantum da 1.000 euro già erogata nei mesi scorsi.





