Un intervento significativo per le badanti che svolgono un ruolo fondamentale nelle famiglie e nella società in Italia
Il lavoro domestico in Italia è ormai un comparto consolidato e riconosciuto, regolato da un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) specifico per colf e badanti. Una disciplina che, almeno formalmente, lo equipara agli altri settori del lavoro dipendente, garantendo diritti e doveri simili a quelli previsti per qualsiasi altra categoria di lavoratori. Eppure, alcune peculiarità distinguono ancora oggi questo ambito, imponendo regole particolari anche ai datori di lavoro.
Una differenza rilevante riguarda il ruolo del datore di lavoro. Nel lavoro domestico, infatti, il datore non funge da sostituto d’imposta: non applica ritenute, non versa direttamente le imposte e non gestisce bonus fiscali. In pratica, corrisponde al lavoratore lo stipendio lordo, lasciando a quest’ultimo l’onere di occuparsi in autonomia dei propri adempimenti fiscali.
La particolarità del TFR: anticipo ogni anno
Un’altra caratteristica che rende unico il settore domestico riguarda il Trattamento di Fine Rapporto (TFR). A differenza della generalità dei lavoratori, che possono ottenere un anticipo solo dopo almeno otto anni di anzianità e per motivi specifici (come spese mediche o acquisto della prima casa), badanti e colf hanno la possibilità di richiederne un anticipo ogni anno.

Il CCNL del lavoro domestico prevede infatti che il 70% del TFR maturato annualmente possa essere chiesto in anticipo, senza necessità di motivazioni particolari. La richiesta va presentata entro dicembre e il datore di lavoro è obbligato a corrispondere l’importo con la busta paga dello stesso mese. Un rifiuto da parte del datore costituirebbe una violazione contrattuale.
Per una badante convivente, lo stipendio minimo mensile stabilito dalle tabelle retributive 2025 è pari a 1.187,36 euro. A dicembre, oltre alla normale retribuzione, spetta anche la tredicesima mensilità, equivalente a circa un mese di stipendio pieno in caso di anno lavorato interamente.
Se la lavoratrice richiede anche l’anticipo del TFR, il compenso di fine anno può risultare sensibilmente più alto. In media, una badante con retribuzione minima riceve circa 830 euro aggiuntivi, portando così la busta paga di dicembre a superare i 3.000 euro.
Un aspetto su cui l’Ispettorato Nazionale del Lavoro è dovuto intervenire riguarda una pratica scorretta diffusa: quella di liquidare il TFR mese per mese insieme allo stipendio. Con la nota n. 616 del 3 aprile 2025, l’Ispettorato ha ribadito che questa modalità non è ammessa.
Il TFR, infatti, deve essere corrisposto solo alla cessazione del rapporto di lavoro, oppure con l’anticipo annuale del 70%, come previsto dall’articolo 41 del CCNL del lavoro domestico.





