Ecco quali sono i lavori che danno diritto a una pensione anticipata legata all’attività svolta. L’elenco
In Italia, accedere alla pensione non è solo una questione di età e anni di contributi. Oltre ai requisiti anagrafici e contributivi stabiliti dalla normativa, in alcuni casi la tipologia di lavoro svolto può fare la differenza, consentendo ai lavoratori di lasciare il mondo del lavoro con un anticipo significativo. Si parla, in questi casi, di pensione anticipata legata all’attività lavorativa.
Tre sono le principali misure che permettono di uscire prima dal mercato del lavoro: lo scivolo per lavori usuranti, la Quota 41 per i lavoratori precoci e l’Anticipo Pensionistico Sociale (Ape Social). Vediamo nel dettaglio in cosa consistono, chi può beneficiarne e quali requisiti bisogna rispettare.
I lavori che danno diritto alla pensione anticipata
È la misura più consolidata tra quelle previste dal sistema previdenziale. Riguarda chi svolge mansioni considerate particolarmente faticose o rischiose. Per accedervi, è necessario che queste attività siano state svolte per almeno metà della vita lavorativa oppure per 7 degli ultimi 10 anni di carriera.

Le professioni classificate come usuranti includono: lavori in galleria, cave o miniere, attività in cassoni ad aria compressa, lavoro da palombaro, attività con esposizione a temperature elevate, lavorazione del vetro cavo, mansioni in spazi angusti, lavori legati all’asportazione dell’amianto.
Rientrano inoltre categorie come addetti al lavoro notturno, conducenti di mezzi pubblici con almeno 9 passeggeri e operatori su linee a catena.
I requisiti per questa tipologia di pensione anticipata sono: 61 anni e 7 mesi di età, 35 anni di contributi, Quota 97,6 (somma di età e anzianità contributiva).
Un’altra via per la pensione anticipata è rappresentata dalla Quota 41, riservata ai cosiddetti “lavoratori precoci”, ossia coloro che hanno almeno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni di età.
Per usufruire di questa misura, servono: 41 anni di contributi, senza vincoli di età anagrafica; attività usuranti o gravose svolte per 7 degli ultimi 10 anni, oppure 6 degli ultimi 7; lo status di lavoratore precoce come requisito di base.
Alle mansioni già citate per i lavori usuranti si aggiungono le 15 attività gravose, che comprendono: conciatori di pelli autotrasportatori e camionisti, macchinisti e personale ferroviario viaggiante, gruisti e operatori di perforazioni, addetti alle pulizie senza qualifica, facchini e addetti alla movimentazione merci, infermieri e ostetriche in sala operatoria, maestre ed educatori di asili nido, operai edili, netturbini e addetti alla raccolta rifiuti, assistenti a persone non autosufficienti, marittimi, pescatori, lavoratori agricoli, operai siderurgici.
Infine, esiste una misura transitoria, l’Ape Social, rivolta esclusivamente ai lavoratori che svolgono attività gravose. A differenza delle altre due opzioni, non si tratta di una pensione definitiva, ma di un assegno temporaneo che accompagna il lavoratore fino al raggiungimento dell’età pensionabile di vecchiaia.
I requisiti per accedervi sono: 63 anni e 5 mesi di età, 36 anni di contributi, attività gravosa per 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7. Tuttavia, questa misura presenta alcune limitazioni: importo massimo di 1.500 euro mensili, assenza di tredicesima, adeguamenti all’inflazione e assegni familiari e non è reversibile e non prevede integrazione al minimo.





