La politica discute su questa ipotesi. Ecco chi andrebbe a pagare un’aliquota più alta tra il 12,5 e il 15%
Il dibattito è aperto: per i proponenti, il nuovo contributo rappresenterebbe un primo passo verso una maggiore equità fiscale, mentre i critici temono che una tassa extra possa ridurre l’attrattiva del regime e scoraggiare nuovi arrivi.
L’aliquota ipotizzata oscillerebbe tra il 12,5% e il 15%, e il gettito verrebbe destinato ai bilanci comunali per ridurre gli squilibri generati dall’arrivo dei grandi patrimoni.
Il progetto di legge
Un’imposta aggiuntiva per i super ricchi che trasferiscono la residenza in Italia con l’obiettivo di ottenere agevolazioni fiscali. È questa la novità contenuta in un disegno di legge presentato dal Partito Democratico, che punta a introdurre una sovraimposta sui redditi esteri dei miliardari attratti dal regime fiscale agevolato introdotto negli ultimi anni.

Dal 2016 l’Italia ha avviato una politica volta a richiamare nel Paese contribuenti ad alta capacità economica, grazie a un regime speciale: una tassa forfettaria di 100.000 euro l’anno sui redditi prodotti all’estero. Questa flat tax, confermata per quindici anni, si è rivelata un richiamo irresistibile per molti Paperoni internazionali. Nel 2024, la cifra è stata raddoppiata a 200.000 euro, con un’ulteriore quota di 25.000 euro per ogni familiare a carico. Nonostante l’aumento, il regime resta molto competitivo rispetto a quello applicato in altre nazioni, dove l’imposizione fiscale è nettamente più alta.
Secondo la Corte dei Conti, questa misura, pur essendo vantaggiosa per i miliardari, non ha generato un reale beneficio per l’economia italiana. Nel 2023 sono arrivati nel nostro Paese circa 1.500 super ricchi per sfruttare la flat tax, e tra il 2020 e il 2024 i beneficiari complessivi sono stati oltre 4.000. Tuttavia, il problema evidenziato dagli esperti è che non esiste un obbligo di investire nel tessuto produttivo italiano: il vantaggio resta quindi quasi esclusivamente fiscale.
L’iniziativa lanciata da Cristina Tajani, capogruppo Pd in Commissione Finanze al Senato, introduce un cambiamento significativo: dare ai Comuni la possibilità di applicare una tassa aggiuntiva sui redditi esteri dei contribuenti che aderiscono al regime agevolato.
La proposta arriva in un momento importante. Il governo britannico ha recentemente eliminato il regime fiscale di favore per i “residenti non domiciliati”, obbligando chi vive nel Regno Unito a pagare le imposte ordinarie su tutti i redditi globali. Dal 6 aprile 2024, quindi, molti miliardari stanno cercando alternative più vantaggiose, e l’Italia – con la sua flat tax – rischia di diventare la destinazione preferita.
Secondo le stime della Corte dei Conti, questa possibile ondata di super ricchi potrebbe aumentare ulteriormente la pressione sui mercati immobiliari e amplificare le disuguaglianze, senza garantire un ritorno proporzionato per le casse dello Stato. Da qui la necessità, per il Pd, di introdurre una forma di tassazione aggiuntiva che consenta almeno alle amministrazioni locali di beneficiare in modo diretto della presenza di questi contribuenti.





