Che cosa succede quando l’INPS ci chiede i soldi indietro della NASPI? In alcuni casi, è probabile che accadrà e che non ci si possa rifiutare di pagare. Ecco come comportarsi.
Tra le agevolazioni previste per i lavoratori in difficoltà, la NASPI è sicuramente tra le più importanti messe in campo dall’INPS. Si tratta di un sostegno economico per i lavoratori che perdono il lavoro e che hanno dunque bisogno di un aiuto per poter sostentare le proprie famiglie, in attesa di trovare un altro lavoro o di risolvere determinate situazioni.
Naturalmente per l’erogazione della NASPI devono sussistere alcuni parametri specifici ed ecco perché in base ad alcuni controlli effettuati dall’INPS, è emerso che sono molti i casi in cui l’ente potrebbe chiedere i soldi indietro anche se già in precedenza erogati e approvati. Ma in quali casi questo può accadere e come comportarsi?
Quando l’INPS può chiedere indietro i soldi della NASPI: i casi specifici e come comportarsi
La NASPI viene erogata in seguito ad alcune valutazioni da parte dell’INPS. Come ogni procedura, anche questa può generare errori e importi superiori a quanto dovuto. Questo è uno dei casi in cui l’ente di previdenza sociale può chiedere indietro le cifre ingiustamente erogate al cittadino. Gli errori di calcolo sono rari, ma non è impossibile che accada.
Il secondo caso è quello in cui il beneficiario della NASPI trova un lavoro e per errore il sostegno economico continua ad essere erogato da parte dell’INPS. In quel caso, una volta accortosi dell’errore, l’INPS procederà a chiedere l’importo indietro, considerato come “indebito” e che non spetta, dunque, più alla persona. È possibile, naturalmente, richiedere una rateizzazione dell’importo dovuto, in caso di difficoltà economica nel saldare il debito sul momento.
Sarà l’INPS stesso, eventualmente, ad avviare le procedure di richiesta di rimborso per chi ha ingiustamente e indebitamente percepito la NASPI per i motivi sopracitati o per altri casi che sarà cura dell’ente specificare. Se arriva una comunicazione di rimborso da parte dell’INPS, è bene controllare con molta cura tutti i dati, gli importi, le specifiche, per evitare di incappare in errori, truffe e phishing online. In caso di errata richiesta di soldi da parte dell’INPS, è possibile chiedere il ricorso entro 90 giorni dalla comunicazione.
Se si è in dubbio, è sempre buona pratica contattare l’INPS tramite i numeri verdi presenti sul sito ufficiale dell’ente per la previdenza sociale, per prevenire spiacevoli incomprensioni ed inconvenienti.




