Il “Bonus Sonno” è realtà: ecco chi può richiederlo, come funziona e quali requisiti servono per ottenere il risarcimento
C’è chi la vive e c’è chi la subisce: la movida notturna è la croce e delizia di chi vive nei centri turistici, soprattutto d’estate al mare, o in prossimità di locali notturni o discoteche. Dormire in questi casi è praticamente impossibile e ciò influisce direttamente sulla nostra salute fisica e psicologica. Eppure, non tutti sanno che disturbare il riposo altrui può avere conseguenze legali serie, fino a sfociare in un risarcimento economico significativo.
Negli ultimi anni, in Italia, una serie di sentenze ha aperto la strada a quello che è stato definito il “Bonus Sonno”: un indennizzo concreto che riconosce il danno subito da chi, per colpa altrui o della mancata vigilanza delle istituzioni, non riesce a riposare.
Una storia recente di Napoli ha fatto scalpore: un gruppo di residenti esasperato dal rumore continuo della movida ha portato la questione in tribunale, ottenendo un risarcimento record di 230.000 euro. Non si tratta di un contributo simbolico, ma di una cifra reale destinata a compensare un danno concreto, quello derivante dalla lesione del diritto al sonno e, più in generale, alla salute.
Il sonno come diritto costituzionale
Il riposo è più di un momento di pausa: è un elemento essenziale per la salute mentale e fisica. L’articolo 32 della Costituzione tutela il diritto alla salute, e, in casi estremi, i disturbi legati al rumore possono rappresentare una lesione di questo diritto. La sentenza del tribunale di Napoli ha confermato questo principio, riconoscendo ai residenti il diritto a essere risarciti per i danni subiti a causa della movida notturna in piazza Vincenzo Bellini.

Non solo chi fa rumore può essere considerato responsabile: anche gli enti pubblici, come i comuni, possono rispondere se non adottano le misure necessarie per garantire il rispetto delle ordinanze e la tutela dei cittadini. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 18676 del 2024, ha chiarito che la responsabilità può essere condivisa tra chi causa direttamente il disturbo e chi ha il dovere istituzionale di prevenire tali situazioni.
Per poter ottenere il cosiddetto Bonus Sonno, è necessario dimostrare che il rumore supera livelli tollerabili e incide negativamente sulla vita quotidiana, la salute e il benessere psicofisico. È fondamentale raccogliere prove concrete, come misurazioni del rumore o testimonianze di esperti, che confermino l’entità del danno subito. Il risarcimento può coprire non solo i disagi personali, ma anche eventuali danni economici derivanti da un riposo insufficiente o compromesso.
La cifra di 230.000 euro ottenuta a Napoli rappresenta un caso eclatante, ma la legge offre strumenti concreti per tutelare i cittadini in situazioni simili. È quindi consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto civile e sanitario per capire se le proprie condizioni rientrano nei requisiti per fare domanda e come impostare correttamente la richiesta.





