Sempre più italiani scelgono di lasciare l’Italia: stipendi competitivi, costo della vita più basso e settimana lavorativa di 4 giorni senza tagli in busta paga.

Negli ultimi anni la parola “emigrazione” non è più legata solo ai nostri nonni che partivano con la valigia di cartone. Sempre più giovani italiani, oggi, lasciano il Belpaese non tanto per disperazione (anche se di questo passo ci siamo quasi) quanto per ambizione. I giovani italiani cercano stipendi più alti, meno stress e un equilibrio migliore tra lavoro e vita privata.

Secondo i dati Istat, nel 2024 quasi 93.000 under 35 hanno deciso di trasferirsi oltre i confini nazionali per la prospettiva di condizioni più vantaggiose. La realtà che mostra il Paese vicino al nostro, il cosiddetto nostro dirimpettaio è molto diversa da quella italiana. Di quale Paese si tratta?

Con oltre 325mila residenti italiani registrati, la Spagna è una delle mete più gettonate. Vicina geograficamente, simile culturalmente e con una lingua facile da imparare, rappresenta un compromesso ideale per chi vuole cambiare vita senza allontanarsi troppo. Ma la vera calamita sono i salari e, soprattutto, le nuove regole sul lavoro.

Più soldi in tasca e costo della vita più basso

Un dato su tutti: lo stipendio medio spagnolo si aggira sui 24.600 euro netti annui per famiglia, che corrispondono a circa 2.000 euro al mese. A prima vista non è molto distante da quello italiano, ma la differenza si sente quando si guarda al costo della vita. 

Italiani in Spagna
Molti italiani emigrano in Spagna per gli stipendi altri e le buone condizoini di lavoro – diritto-lavoro

Spesa al supermercato, ristoranti, trasporti e bollette pesano meno sul bilancio familiare rispetto all’Italia. L’unico capitolo che può risultare più caro è quello degli affitti o degli acquisti immobiliari, specialmente nelle grandi città come Madrid e Barcellona. Questo significa che, a parità di stipendio, in Spagna si riesce a vivere meglio. Concretamente, il potere d’acquisto di un lavoratore medio è superiore e la qualità della vita cresce di conseguenza.

Le opportunità di lavoro non mancano, soprattutto nei settori sanitario, informatico e turistico. Un medico, ad esempio, può arrivare a guadagnare circa 2.900 euro al mese, un farmacista oltre 2.800, mentre i dentisti superano addirittura i 5.000. Anche l’IT manager può portare a casa più di 2.700 euro mensili. Certo, non tutti i comparti garantiscono cifre così alte: nel turismo, settore trainante dell’economia iberica, lo stipendio medio si ferma intorno ai 1.200 euro. Ma nel complesso, la Spagna riesce a offrire una gamma di stipendi competitivi e in linea con il costo della vita.

Oltre ai soldi, ciò che rende la Spagna un vero “Paese dei sogni” è l’approccio innovativo al lavoro. Qui il dibattito sulla settimana corta non è rimasto sulla carta: molte aziende hanno già adottato l’orario di 4 giorni a parità di stipendio, grazie ad accordi sindacali e progetti pilota incoraggiati dal governo.

La riforma prevede la riduzione dell’orario settimanale a 37,5 ore, distribuite su quattro giorni invece che cinque. In pratica: un giorno libero in più senza tagli in busta paga. L’obiettivo è duplice: aumentare la produttività delle imprese e, allo stesso tempo, migliorare il benessere dei dipendenti.

Il ragionamento è semplice: lavoratori meno stressati sono più motivati ed efficienti, con ricadute positive anche sulle aziende. E per chi si trasferisce dall’Italia, significa guadagnare più tempo per sé stessi, per la famiglia e per gli hobby, senza sacrificare la stabilità economica.