Preoccupazione riguardo alla possibilità che i datori di lavoro possano ridurre gli stipendi in qualsiasi momento, senza alcun preavviso

Questa inquietudine ha trovato spazio sui social media e nei dibattiti pubblici, alimentando il timore che i salari non solo stiano perdendo potere d’acquisto, ma anche valore nominale.

Ma cosa c’è di vero in queste voci? È davvero possibile che un datore di lavoro possa tagliare gli stipendi dei dipendenti senza alcuna giustificazione o avviso? Per rispondere a queste domande, è necessario fare chiarezza su quanto prevede la normativa italiana in materia di retribuzione e Trattamento di Fine Rapporto (TFR).

La normativa attuale: cosa prevede la legge?

Per capire meglio cosa sta succedendo, bisogna prima di tutto esaminare la normativa vigente. Non esiste una legge che consenta ai datori di lavoro di ridurre arbitrariamente gli stipendi. In effetti, l’articolo 2120 del Codice Civile stabilisce che il TFR, una forma di retribuzione differita, è un diritto del lavoratore che viene liquidato al termine del rapporto di lavoro, salvo alcune eccezioni previste dalla legge, come ad esempio per anticipazioni.

Lavoratori preoccupati
La preoccupazione dei lavoratori – (diritto-lavoro.com)

Tuttavia, la recente normativa consente ai datori di lavoro di trattenere il TFR in alcuni casi specifici, come ad esempio quando il lavoratore si dimette senza rispettare il preavviso previsto dal contratto. Questo principio è stato ribadito in una recente sentenza del Tribunale di Napoli, che ha legittimato la possibilità per l’azienda di trattenere il TFR in caso di dimissioni senza preavviso.

È fondamentale chiarire che non si tratta di una penalizzazione arbitraria, ma di una compensazione contabile tra due obblighi contrattuali. In altre parole, il datore di lavoro può trattenere solo la somma equivalente al periodo di preavviso non dato dal lavoratore, ma non ha il diritto di ridurre o decurtare le somme spettanti dallo stipendio o dal TFR in maniera ingiustificata.

Non c’è una nuova legge che permetta ai datori di lavoro di ridurre gli stipendi, e le sentenze riguardano solo la gestione del preavviso e gli obblighi reciproci tra datore di lavoro e dipendente. In effetti, la decisione dei giudici non ha introdotto nuove normative, ma ha semplicemente chiarito i limiti di una norma esistente nel Codice Civile, applicandola al contesto attuale.

Come abbiamo visto, dunque, non esiste alcuna possibilità legale che consenta ai datori di lavoro di tagliare gli stipendi senza giustificazione. Le preoccupazioni che si sono diffuse tra i lavoratori riguardano in gran parte malintesi legati alla gestione del TFR e del preavviso. È importante che i lavoratori siano consapevoli dei loro diritti e delle normative che li tutelano, e che comprendano che eventuali decurtazioni sullo stipendio o sul TFR devono essere giustificate da specifiche circostanze contrattuali, come la mancanza di preavviso nelle dimissioni.