TFR: arriva la svolta. Il datore di lavoro può trattenerlo in questi casi. La sentenza shock.

Una recente sentenza del Tribunale di Napoli ha portato alla ribalta una controversia che tocca da vicino molti lavoratori italiani: il trattamento di fine rapporto. Chi pensava che fosse intoccabile, ora, deve necessariamente di credersi.

In specifiche circostanze, infatti, il datore di lavoro può trattenerne una parte. Trattasi di  un cambio di rotta che potrebbe avere effetti significativi per tutti coloro che stanno pensando di lasciare il proprio impiego.

Nuova sentenza shock, il tuo TFR non è più al sicuro: ora il datore può trattenere parte dei tuoi soldi

Il TFR è una somma di denaro che il dipendente accumula nel periodo lavorativo e che gli viene corrisposta alla fine del contratto, a meno che non venga destinata integralmente ad un fondo pensione integrativo.

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Si tratta di una forma di retribuzione differita, calcolata annualmente e rivalutata nel tempo. Ai sensi dell’articolo 2120 del codice civile, il lavoratore con almeno otto anni di esperienza nella stessa azienda, può richiedere un’anticipazione fino al 70%, per spese specifiche, come cure mediche importanti, l’acquisto della prima casa o la formazione. Tuttavia, non è possibile richiederla più di una volta e l’anticipo viene detratto dal totale finale.

Il caso che ha fatto discutere è stato sottoposto all’attenzione del Tribunale di Napoli, il quale con sentenza n.5476/2025 ha chiarito un aspetto molto importante. Un dipendente aveva dato le dimissioni senza preavviso, ignorando dunque l’obbligo di rispettare il periodo di preavviso sancito nel contratto.

Il datore di lavoro, a quel punto, ha deciso di trattenere una parte del TFR pari all’indennità che avrebbe dovuto ricevere in caso di mancato preavviso. Il lavoratore si è rivolto ai giudici contestando la trattenuta.

Richiamando anche una sentenza della Corte di Cassazione del 2024, il Giudice ha infatti affermato che non si tratta di una compensazione tecnica tra crediti diversi, ma di un conguaglio interno allo stesso rapporto contrattuale.

Quindi, TFR da una parte e indennità per mancato preavviso dall’altra sono importi legati allo stesso contratto di lavoro. Il datore di lavoro può, dunque, calcolare e trattenere automaticamente quanto dovuto, senza dover dare a via ad un procedimento giudiziario o proponendo una richiesta formale di compensazione.

Questa sentenza segna un punto di svolta per molti lavoratori che credevano che il TFR fosse un diritto intoccabile, lo è, ma esistono delle deroghe, richiamate dalla giurisprudenza. Quindi chi decide di interrompere improvvisamente il rapporto di lavoro senza preavviso deve tener conto di un possibile impatto sul TFR.