I controlli dell’Agenzia delle Entrate diventano sempre più severi: da settembre cambia tutto, c’è chi rischia grosso.

Trasferirsi all’estero non basta per sottrarsi alle notifiche del Fisco italiano. Chi risiede oltre confine ed è iscritto all’AIRE può comunque ricevere comunicazioni tributarie da parte dell’Agenzia delle Entrate, grazie ad uno strumento ben collaudato e supportato da convenzioni internazionali.

Per tutti i contribuenti che vivono, infatti, in Paesi esteri la procedura di notifica degli accertamenti fiscali è chiara: la comunicazione avviene tramite raccomandata internazionale con ricevuta di ritorno, spedita all’indirizzo estero dichiarato al momento dell’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Astero.

Agenzia delle Entrate, controlli sempre più severi: chi rischia grosso da settembre

Rispetto a quanto avviene per i residenti in Italia, infatti, non è prevista l’affissione presso l’albo pretorio del Comune come metodo alternativo. Questo passaggio può essere realizzato soltanto se la raccomandata internazionale non va a buon fine, ad esempio, perché l’indirizzo è errato, soltanto in questi casi l’atto può essere depositato presso la casa comunale.

Cosa non può fare l'Agenzia delle Entrate
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Affinché la notifica sia valida è necessario che il contribuente mantenga aggiornate le informazioni registrate presso l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero. Trattasi di un onere che gli spetta, infatti, se l’indirizzo è errato gli atti fiscali possono essere considerati regolarmente notificati all’ultima residenza resa nota, con tutte le conseguenze del caso.

Coloro che hanno appena effettuato l’iscrizione all’AIRE devono prestare particolare attenzione, infatti, per i primi 60 giorni la notifica resta vincolata al precedente domicilio fiscale in Italia. Questo meccanismo è volto ad impedire che il trasferimento all’estero diventi uno strumento per eludere la ricezione di atti già in fase di emissione.

Per i residenti all’estero, i termini per presentare l’opposizione ad una notifica fiscale non partono dalla data di affissione all’albo, bensì dal momento in cui la raccomandata viene ricevuta. Dunque è importante controllare la posta estera e l’avviso di ricevimento, perché da quel momento scattano i giorni per la presentazione di eventuali ricorsi.

Nella cornice delle notifiche estere, le convenzioni contro le doppie imposizioni firmate dall’Italia con altri Paesi sono importantissime. Ci sono infatti accordi specifici che sanciscono regole per la trasmissione degli atti fiscali, semplificando le procedure e prevedendo canali diplomatici ad hoc.

In assenza di convenzioni, si applicano le norme italiane contenute nel DPR 200/1967, che richiedono il coinvolgimento delle rappresentanze consolari e, talvolta, la traduzione dell’atto nella lingua ufficiale del Paese estero.

Oltre alla raccomandata internazionale, oggi, l’Agenzia delle Entrate sfrutta anche strumenti moderni per recapitare gli atti, come la posta elettronica certificata, obbligatoria per le imprese e per tutti i titolari di partita IVA.