Molti coprono la webcam per paura di essere spiati, ma dimenticano un elemento ancora più vulnerabile. Ecco come difendersi davvero.
In questa era alla “Truman Show”, essere spiati a nostra insaputa non è una cosa impossibile. Siamo continuamente davanti allo schermo, sia per lavoro che per divertimento e c’è chi ha messo un pezzetto di nastro adesivo sulla videocamera del computer per sentirsi al sicuro. Questa è una delle soluzioni più semplici e immediate, che molti adoperano, soprattutto da quando si è diffusa la consapevolezza che anche una webcam spenta può essere riattivata da remoto da hacker esperti.
Questa precauzione nasce da una paura reale: essere spiati nella propria quotidianità, magari mentre si lavora o ci si rilassa, è una realtà concreta. Non è un caso che molti personaggi del mondo tech – da Mark Zuckerberg agli esperti di sicurezza – abbiano ammesso di farlo. Ma quello che in pochi sanno è che coprire l’occhio della webcam, da solo, non basta. C’è un altro “orecchio” nel computer che resta ben aperto, pronto a captare suoni, conversazioni e rumori di fondo: il microfono.
Quasi invisibile, integrato in più punti del dispositivo e attivo anche quando non ce ne accorgiamo, il microfono è un punto d’ingresso ancora più subdolo della videocamera. E proprio per questo, è una delle porte preferite da chi tenta di violare la nostra privacy.
Il microfono: il sorvegliato speciale dimenticato
La minaccia non è immaginaria: nel tempo si sono moltiplicati i casi in cui software malevoli, chiamati spyware, sono riusciti ad attivare il microfono di un dispositivo senza che l’utente se ne accorgesse. A differenza della webcam, che si può coprire fisicamente, il microfono è difficile da disattivare senza un intervento tecnico o specifiche impostazioni. Alcuni laptop moderni montano addirittura più microfoni per migliorare la qualità audio, rendendo ancora più complesso isolarli tutti.

Gli hacker lo sanno. Ecco perché, anche con la videocamera oscurata, possono continuare a raccogliere informazioni preziose attraverso l’audio: conversazioni riservate, password pronunciate ad alta voce, riunioni di lavoro. Fortunatamente, c’è un trucco tanto semplice quanto ingegnoso per difendersi: collegare un vecchio paio di cuffie con microfono al jack audio del PC. In questo modo, il computer penserà che l’input audio debba arrivare da lì, disattivando automaticamente il microfono interno. Basta poi controllare nelle impostazioni audio di Windows o macOS per verificare quale microfono è attivo e, se necessario, disattivare manualmente quelli indesiderati.
Ma il livello di protezione può e deve andare oltre. Da computer e smartphone, è fondamentale monitorare regolarmente le autorizzazioni concesse alle applicazioni. Quali programmi possono accedere al microfono? Quali alla fotocamera? Molto spesso, si scopre che app scaricate mesi prima hanno ancora accesso completo ai nostri dispositivi, anche se non le usiamo più.
Su Windows, è possibile revocare i permessi andando su Impostazioni > Privacy > Microfono. Da lì, si può disattivare completamente l’accesso o selezionare solo le app che davvero lo necessitano. Lo stesso vale su Android e iPhone, dove si può intervenire dalle impostazioni del telefono, nella sezione Privacy o Autorizzazioni app.





