Con l’arrivo di estati sempre più torride, cresce il disagio nelle abitazioni in affitto: ma il proprietario è davvero tenuto a installare ventilatori o condizionatori? Ecco cosa prevede la legge e cosa puoi chiedere se vivi in affitto.
Milioni di persone stanno boccheggiando per il caldo afoso di quest’ estate appena cominciata ma che sta già facendo parlare di sé per le temperature da record. Specialmente in città dove il cemento trattiene il calore rendendo le case soffocanti.
Per chi vive in affitto, affrontare il caldo può diventare ancora più difficile: non sempre infatti è possibile installare liberamente condizionatori o sistemi di raffrescamento, e spesso il proprietario non interviene per migliorare la situazione. Ma quali sono davvero i diritti degli inquilini in questi casi?
La questione interessa tutti a prescindere dallo Stato in cui si vive. Per esempio in Francia il problema è diventato oggetto di discussione parlamentare: alcuni deputati stanno spingendo per una legge che imponga ai proprietari di installare dispositivi come ventilatori a soffitto o schermature solari esterne, su richiesta degli affittuari. E in Italia?
Il problema delle abitazioni troppo calde in estate
Le abitazioni datate sono state costruite per trattenere il calore d’inverno, quando l’inverno era ancora una stagione con temperature basse. Il cambiamento climatico ci sta portando a temperature più miti che in estate diventano estreme. Molte case nella bella stagione diventano delle vere e proprie serre.

Anche in Italia la questione comincia a farsi sentire. Il caldo intenso può mettere a rischio la salute, specialmente per anziani e bambini, ma oggi non esiste una normativa che obblighi i proprietari a installare strumenti contro il caldo. Tuttavia, ci sono alcune situazioni in cui è possibile far valere i propri diritti, soprattutto se il disagio è legato a difetti strutturali dell’immobile.
La prima cosa da chiarire è che no, in Italia il locatore non ha alcun obbligo specifico di dotare l’abitazione di condizionatore o ventilatori, salvo diversa indicazione nel contratto. È piuttosto raro trovare accordi scritti in tal senso, ma nulla vieta di richiederlo al momento della firma. Altrimenti, è l’inquilino a doversi occupare – a sue spese – dell’acquisto e dell’eventuale installazione, rispettando però le condizioni dell’immobile e i regolamenti condominiali.
Ciò non significa che il proprietario non abbia alcun obbligo nei confronti del suo inquilino: la legge stabilisce che l’appartamento dev’ essere in buone condizioni e abitabile. Se il caldo insopportabile è causato, ad esempio, da finestre che non si aprono, vetri rotti, infissi danneggiati o isolamento termico praticamente assente, allora il proprietario è tenuto a intervenire. In particolare, deve occuparsi della manutenzione straordinaria e degli interventi necessari per garantire una vivibilità minima. Questo non significa installare il climatizzatore, ma sistemare ciò che ostacola il ricambio d’aria o contribuisce in modo evidente al surriscaldamento.
Anche schermature solari come tapparelle, persiane o tende da sole possono rientrare negli interventi richiesti, se la casa è costantemente esposta al sole e le temperature interne risultano eccessive. In questi casi, l’inquilino ha il diritto di segnalare il problema e pretendere una soluzione, ma dovrà sempre dimostrare che il disagio è oggettivo e non gestibile con soluzioni temporanee.
E se si vuole installare qualcosa per conto proprio? Ventilatori portatili e simili sono sempre consentiti. Per dispositivi fissi come i ventilatori a soffitto o i condizionatori, invece, serve l’autorizzazione del proprietario e bisogna evitare di danneggiare l’immobile. Se si installa qualcosa senza accordo, non si ha diritto ad alcun rimborso.





