Commercianti, artigiani e professionisti dovranno accettare il POS per ogni importo: multe da 30 euro più il 4% della somma rifiutata.

Dal 1° gennaio 2025, resta confermato l’obbligo per tutti gli esercenti di accettare pagamenti elettronici, senza eccezioni. La misura, in vigore dal 2012 con il decreto-legge 179, è stata rafforzata nel tempo fino alla definizione attuale contenuta nell’articolo 18 del D.L. 36/2022. Nessuna modifica è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2025, che ha mantenuto inalterato l’impianto normativo. Tutti i commercianti, artigiani, liberi professionisti e attività con vendita diretta al pubblico dovranno essere in grado di accettare pagamenti elettronici con terminale POS fisico, indipendentemente dall’importo.

Cosa prevede l’obbligo: regole, sanzioni e strumenti ammessi

Il POS deve essere fisico. La normativa non riconosce valide soluzioni alternative come app peer-to-peer, wallet NFC, link di pagamento o bonifici bancari. Per essere in regola, l’esercente deve essere dotato di un dispositivo POS con lettore fisico, che consenta il pagamento con carte di debito, credito o bancomat.

Nel caso in cui un cliente chieda di pagare elettronicamente e riceva un rifiuto, la sanzione prevista è di 30 euro fissi, cui si aggiunge un 4% dell’importo rifiutato. Queste penalità si applicano anche su transazioni di valore minimo, senza soglie di tolleranza o franchigie. Non è possibile, dunque, rifiutare un pagamento di 0,50 centesimi con la motivazione che “non conviene”. La normativa elimina qualsiasi discrezionalità.

POS
POS, Pagamenti elettronici obbligatori anche nel 2025 – diritto-lavoro.com

I controlli sul rispetto dell’obbligo saranno affidati alla Guardia di Finanza e al Prefetto, che potranno agire anche su segnalazione di cittadini. L’obiettivo è rafforzare l’uso tracciabile del denaro, riducendo le aree grigie del contante e favorendo la digitalizzazione del commercio. Le autorità potranno accertare le infrazioni anche durante attività ispettive generiche o controlli di routine, senza necessità di denuncia formale.

Chi opera senza POS rischia dunque sanzioni certe, anche se l’importo rifiutato è modesto. Le regole si applicano a tutte le categorie commerciali, compresi ambulanti, artigiani, liberi professionisti, medici, tassisti e tutte le altre attività soggette a pagamento diretto da parte del cliente.

Limiti ai pagamenti in contanti e obblighi futuri sui registratori

In parallelo all’obbligo di accettare il POS, resta vigente il limite di 5.000 euro per i pagamenti in contanti, come stabilito dall’art. 49 del D.Lgs 231/2007, aggiornato dalla legge 197/2022. Questo limite si riferisce a ciascuna operazione, non frazionabile, anche tra soggetti privati. Il tentativo di suddividere una cifra in più operazioni per aggirare la soglia non è consentito e può portare a sanzioni a partire da 1.000 euro.

Dal 1° gennaio 2026 sarà introdotta una nuova misura: l’integrazione automatica tra POS e registratore telematico. Ogni pagamento elettronico sarà trasmesso automaticamente al sistema fiscale, unificando i flussi e semplificando la gestione delle vendite. L’obiettivo è chiudere ogni margine di discrezionalità nella fiscalizzazione dei corrispettivi, con un tracciamento istantaneo tra incasso e dichiarazione.

Sul fronte europeo, è previsto per il 2027 un limite uniforme a 10.000 euro per i pagamenti in contanti. Gli Stati membri, però, potranno mantenere soglie più basse. L’Italia ha già scelto di fissare un tetto ben inferiore, lasciando intendere che non verrà alzato nel breve periodo.

Per chi opera nel commercio o nelle libere professioni, il 2025 rappresenta quindi un anno di conferme: nessuna deroga, nessun rinvio. Chi non si è ancora dotato di POS deve farlo. Le sanzioni sono immediate, i controlli attivi, e le regole parlano chiaro. Il pagamento elettronico non è più una scelta: è un obbligo legale, indipendentemente dall’importo e dalla tipologia di attività.