Non ci sono buone novità per quanto riguarda la TARI, previsto infatti un aumento dal punto di vista economico.

La TARI è la Tassa sui rifiuti. Si tratta di un tributo che fa parte dell’imposta unica comunale, ed è stata istituita nel 2014, quando di fatto ha sostituito i preesistenti tributi dovuti al comune da cittadini, enti e aziende; il riferimento va in particolar modo al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.

Si tratta di un contributo dovuto da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte, a qualsiasi uso adibiti e suscettibili di produrre rifiuti urbani.

Il calcolo è effettuato dal comune italiano competente, in base alla superficie quadrata calpestabile. Il costo finale, quindi, può variare non solo da regione a regione, ma anche da un comune all’altro. Anche se, a quanto pare, sono previsti aumenti davvero importanti ancora prima dell’estate: le statistiche non faranno sorridere i cittadini italiani.

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Abbiamo detto che la TARI varia da regione a regione e da comune a comune, tuttavia si può decifrare comunque come una tassa importante sui conti dei contribuenti. Negli ultimi anni in particolare, l’importo dell’obbligo è aumentato considerevolmente, tant’è vero che ormai supera i 400 euro all’anno per una famiglia (in media). Il problema è che tale aumento non sembra tradursi in miglioramento dei servizi.

In particolar modo l’analisi della UIL, ha gettato più di qualche dubbio sul modus operanding dei comuni, perché anche se alcuni riescono a gestire con efficienza la raccolta dei rifiuti, altri non sono riusciti a donare un servizio a pagamento adeguato. Pensiamo a città come Brindisi, Pisa o Trapani che sfiorano i 600 euro l’anno. A La Spezia, Belluno e Novara una famiglia spende meno di 190 €, il che è una buona notizia, tuttavia è evidente un dislivello abbastanza preoccupante fra i comuni del nord e quelli presenti in tutt’altra parte d’Italia.

Questi dati vengono confermati anche in città come Genova, Napoli e Reggio Calabria che vedono la TARI pesare tanto sui contribuenti; a Milano e Bologna, invece, i costi sono più contenuti. Roma e Firenze rappresentano una sorta di intermezzo tra i due poli d’Italia, anche se la qualità del servizio risulta essere ancora molto problematica. Ci sono molti passi in avanti da fare per cambiare una situazione che definire preoccupante è anche poco: attendiamo quindi miglioramenti un po’ ovunque nel nostro Paese.