Pensione anticipata: nel 2025, i nati tra il 1960 e il 1965 possono andare in pensione già dai 59 anni. L’Inps conferma
L’argomento delle pensioni in Italia continua a suscitare interesse e preoccupazione, soprattutto con l’avvicinarsi del 2025, un anno che rappresenta un punto di svolta per molti lavoratori, in particolare per quelli nati tra il 1960 e il 1965. Sebbene il requisito standard per accedere alla pensione di vecchiaia sia fissato a 67 anni, il sistema previdenziale italiano offre diverse opportunità per un pensionamento anticipato. Secondo l’INPS, l’età media di pensionamento in Italia è di poco superiore ai 64 anni, evidenziando come molti italiani riescano a lasciare il lavoro prima di raggiungere l’età pensionabile standard.
Nel 2025, diversi strumenti previdenziali permetteranno a chi è nato tra il 1960 e il 1965 di ritirarsi dal lavoro con un certo anticipo, a condizione di rispettare specifici criteri contributivi. È fondamentale analizzare le opzioni disponibili per questi lavoratori, chiarendo i requisiti e i vantaggi di ciascun percorso.
Pensione anticipata: ecco come
Il primo strumento a disposizione è la pensione anticipata, che consente di andare in pensione indipendentemente dall’età, purché si abbiano maturati un certo numero di anni di contributi. Per gli uomini, il requisito è di 42 anni e 10 mesi di contribuzione, mentre per le donne è di 41 anni e 10 mesi. Questo significa che un uomo nato nel 1965, che ha iniziato a lavorare a 18 anni, potrebbe andare in pensione già a 60 anni, una volta raggiunti i 42 anni e 10 mesi di contributi. Le donne, invece, potrebbero andare in pensione anche poco prima dei 60 anni, se hanno iniziato a lavorare prestissimo. Questa opportunità è particolarmente vantaggiosa per coloro che hanno avuto una carriera lavorativa continua e senza interruzioni.

Un’altra possibilità è rappresentata dalla Quota 41, che permette di andare in pensione dopo aver lavorato per almeno 41 anni, senza considerare l’età. Questa misura è riservata a categorie specifiche, come disoccupati, invalidi, caregiver e lavoratori in settori particolarmente gravosi. Per i nati nel 1960, ciò significa che potrebbero accedere alla pensione già a 59 anni, un’opzione che offre un notevole vantaggio a chi ha iniziato a lavorare da giovane. La Quota 41 si rivela quindi un’importante opportunità per molti, specialmente per coloro che hanno affrontato situazioni lavorative difficili.
Sebbene non si tratti di una vera e propria pensione, l’Ape Sociale è un’altra opzione interessante per chi desidera uscire dal mondo del lavoro prima del compimento dei 67 anni. Questa misura è accessibile a chi ha almeno 63 anni e 5 mesi e ha versato 30 anni di contributi, ma solo per determinati profili, come disoccupati, invalidi o caregiver. Per chi ha svolto lavori usuranti, il requisito di contribuzione si riduce ulteriormente a 36 anni.
Infine, per le lavoratrici, esiste l’Opzione Donna, che consente di andare in pensione prima dell’età standard. Questa misura è rivolta a donne che entro il 31 dicembre 2024 raggiungono i 61 anni e 35 anni di contributi, con possibilità di riduzione del requisito anagrafico in base al numero di figli.
Il 2025 si preannuncia come un anno cruciale per il pensionamento anticipato, in particolare per coloro che sono nati negli anni ’60. Le varie opzioni disponibili, che spaziano dalla pensione anticipata a misure specifiche come Quota 41 e Ape Sociale, offrono diverse possibilità per chi ha accumulato un’adeguata carriera contributiva. Rimanere informati sulle opportunità e sui requisiti necessari è fondamentale per pianificare un ritiro dal lavoro che risponda alle proprie esigenze personali e professionali. Con una normativa in continua evoluzione, è essenziale prestare attenzione ai cambiamenti e alle novità che potrebbero influenzare le scelte di pensionamento nel prossimo futuro.





