Scopri come ottenere un risparmio fiscale concreto nella dichiarazione dei redditi 2025 grazie alla deduzione dell’assegno di mantenimento all’ex coniuge, seguendo regole precise e evitando gli errori più comuni.

Nel quadro della dichiarazione dei redditi 2025, il tema della deduzione dell’assegno di mantenimento assume un ruolo centrale per chi, a seguito di una separazione o divorzio, versa una somma periodica all’ex coniuge. Si tratta di una possibilità prevista dall’articolo 10 del DPR n. 917/1986, che può comportare un vantaggio fiscale notevole, ma solo a determinate condizioni. È importante chiarire che l’assegno deducibile è esclusivamente quello versato all’ex coniuge, mentre i contributi per il mantenimento dei figli seguono regole differenti e non possono essere dedotti.

Per poter beneficiare di questa opportunità, l’assegno deve essere stabilito da un provvedimento giudiziario, come una sentenza di separazione o divorzio. Se le somme vengono versate spontaneamente o in forma una tantum, la deduzione non è consentita. Anche il versamento in sostituzione, ad esempio il pagamento di una quota di mutuo in cambio della rinuncia all’assegno, non è fiscalmente vantaggioso.

Quando l’assegno di mantenimento è deducibile e quando no

Secondo la circolare 24/E/2022 dell’Agenzia delle Entrate, l’assegno è deducibile se stabilito in modo chiaro e documentato. Nel caso in cui il giudice abbia fissato un importo unico per ex coniuge e figli, solo la parte relativa all’ex coniuge può essere detratta, generalmente considerata il 50% a meno di specificazioni. Sono deducibili anche gli arretrati, se riferiti a periodi passati, e gli assegni trattenuti dalla pensione, purché siano versamenti ordinari previsti dalla legge.

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Tuttavia, non si può richiedere la deduzione per assegni una tantum, rateizzazioni straordinarie, né per forme di sostituzione patrimoniale. È per questo motivo che molti contribuenti rischiano di perdere un importante beneficio fiscale, non conoscendo a fondo i criteri richiesti per l’accesso.

Quando si parla di assegno per i figli, va chiarito che il sistema fiscale italiano ha introdotto l’assegno unico come strumento alternativo alle detrazioni tradizionali. Questa misura non è deducibile ma ha una sua incidenza sul bilancio familiare e sull’ISEE.

Come dichiarare l’assegno e quanto si può risparmiare

Per dichiarare correttamente l’assegno di mantenimento all’ex coniuge, nel modello 730/2025 bisognerà indicarlo al rigo E22, mentre nel modello Redditi PF va riportato nel rigo RP22, insieme al codice fiscale del beneficiario. Questa precisione è fondamentale per garantire la validità della deduzione ed evitare errori che potrebbero annullare il beneficio.

Anche l’ISEE è coinvolto: chi versa l’assegno può detrarlo dal proprio reddito disponibile, mentre chi lo riceve deve includerlo come reddito percepito. Diversamente, l’assegno per i figli deve essere inserito sempre nella DSU, poiché non viene considerato nella dichiarazione fiscale.

Un esempio pratico rende chiaro l’effetto della deduzione. Un lavoratore con reddito lordo annuo di 30.000 euro che versa 400 euro al mese all’ex coniuge (per un totale di 4.800 euro all’anno), potrà ridurre il reddito imponibile a 25.200 euro. In termini fiscali, questo si traduce in un risparmio Irpef di circa 1.344 euro annui. Un vantaggio che può fare la differenza, soprattutto in un periodo economicamente complesso.

Conoscere in modo preciso le norme che regolano la deduzione dell’assegno di mantenimento consente di agire con consapevolezza, evitare errori e ottenere una riduzione concreta delle tasse da pagare. È un passo importante verso una gestione più efficiente e consapevole del proprio reddito in fase di dichiarazione fiscale.