Fate attenzione a come utilizzate WhatsApp. La privacy è migliorata, ma non è certamente totale. Ecco come comportarsi
WhatsApp è uno dei servizi di messaggistica più utilizzati al mondo, e uno dei suoi punti di forza è la privacy garantita dai numerosi strumenti di protezione dei dati. La piattaforma di Meta ha sviluppato regole e funzionalità che consentono a utenti di scambiarsi messaggi, note vocali e contenuti multimediali in modo sicuro, senza che terzi possano accedervi facilmente. Tuttavia, ciò non significa che si possa parlare liberamente di tutto senza conseguenze, specialmente nel contesto lavorativo.
Il caso dei dipendenti licenziati per via di WhatsApp
Un recente episodio accaduto in Germania ha messo in luce come l’uso di WhatsApp possa avere conseguenze legali devastanti, anche se si pensa di trovarsi in uno spazio privato. Un gruppo di sette dipendenti ed ex dipendenti di un’azienda aveva utilizzato WhatsApp per parlare in modo poco professionale di colleghi e superiori. I messaggi contenevano insulti razzisti, commenti offensivi e denigratori. Quando il datore di lavoro è venuto a conoscenza di queste conversazioni, ha preso immediatamente provvedimenti, licenziando senza preavviso uno dei partecipanti al gruppo.

L’ex dipendente licenziato ha tentato di difendersi, sostenendo che le chat su WhatsApp fossero private e che, di conseguenza, non dovessero avere alcuna rilevanza ai fini del diritto del lavoro. In un primo momento, il Tribunale del Lavoro tedesco ha accolto la sua difesa, ritenendo che le conversazioni dovessero essere considerate come una discussione privata.
Tuttavia, dopo un riesame del caso, lo stesso Tribunale ha annullato la sentenza iniziale, facendo notare che i commenti denigratori e ripetuti all’interno della chat erano un segnale chiaro del fatto che non ci fossero più prospettive di miglioramento nel rapporto lavorativo. In base a questa valutazione, l’azienda ha avuto il diritto di licenziare immediatamente il dipendente senza necessità di un avvertimento preventivo.
Il caso ha suscitato l’interesse di esperti legali, tra cui l’avvocato del lavoro Peter Meyer, che ha commentato la sentenza sottolineando un aspetto cruciale: i datori di lavoro sono generalmente tenuti a emettere avvertimenti preventivi quando i dipendenti superano certi limiti nei messaggi privati. Tuttavia, se i contenuti dei messaggi sono particolarmente gravi e ripetuti, il licenziamento immediato diventa una possibilità legittima senza necessità di un preavviso.
L’importante lezione da trarre è: quando si parla di lavoro o di colleghi, anche su piattaforme private come WhatsApp, è sempre meglio essere cauti e riflessivi.





