Essere reperibili durante il periodo di malattia è uno degli obblighi che ogni lavoratore deve rispettare. State in guardia
Tutto ciò è fondamentale evitare conseguenze spiacevoli, inclusi tagli salariali o addirittura il licenziamento. Sebbene il malfunzionamento del citofono o del campanello possa sembrare una scusante legittima, la legge stabilisce chiaramente che non può essere considerato un motivo valido per non rispondere alla visita fiscale. Scopriamo insieme come evitare problematiche legate all’irreperibilità e quali misure adottare per proteggere i propri diritti.
Quando un lavoratore è in malattia, deve essere presente nel proprio domicilio durante le fasce orarie di reperibilità stabilite dalla legge (generalmente dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 17:00 alle 19:00, ogni giorno). Non è sufficiente essere in casa; il lavoratore ha il dovere di assicurarsi che tutti i sistemi di comunicazione, come il citofono e il campanello, funzionino correttamente. La Corte di Cassazione, nella sentenza n. 9523 del 1993, ha chiarito che l’assenza di precauzioni adeguate da parte del lavoratore è considerata negligenza, con gravi ripercussioni per il dipendente.
Le sanzioni per non aver risposto alla visita fiscale possono essere severe. In primo luogo, il lavoratore rischia la sospensione della retribuzione per i giorni di malattia. Nei casi più gravi, l’irreperibilità ingiustificata può portare a sanzioni disciplinari, inclusa la possibilità di licenziamento per giusta causa.
Come evitare problemi
Per tutelarsi e garantire la propria reperibilità, il lavoratore dovrebbe adottare una serie di accorgimenti pratici. La prima azione è verificare che il citofono o il campanello siano perfettamente funzionanti. In caso di guasto, è fondamentale trovare soluzioni alternative, come l’affissione di un cartello ben visibile sul portone con informazioni sul malfunzionamento e, se possibile, un numero di cellulare per essere raggiungibile. Inoltre, è consigliabile mantenere il portone aperto durante le ore di reperibilità.

Un altro aspetto cruciale riguarda l’indicazione chiara del nome sul citofono: l’assenza di un nominativo può rendere difficile per il medico identificare correttamente il residente e, in caso di visita, potrebbe giustificare un’irreperibilità. Anche se il lavoratore si trova a riposo per motivi di salute, è importante essere vigili e pronti a rispondere al campanello, evitando di dormire profondamente, a meno che non vi siano condizioni mediche documentabili.
Se nonostante tutte le precauzioni il medico fiscale non riesce a effettuare la visita, il lavoratore deve agire tempestivamente per limitare i danni. La prima cosa da fare è verificare, tramite il portale dell’INPS, se il medico ha effettivamente tentato la visita. Se necessario, è possibile inviare una comunicazione scritta all’INPS e al datore di lavoro, allegando la documentazione medica che giustifica l’assenza.
Nel caso in cui l’assenza fosse dovuta a motivi validi, come un guasto improvviso del citofono, il lavoratore dovrebbe fornire una spiegazione dettagliata, allegando la documentazione necessaria. La comunicazione deve essere tempestiva, in quanto ogni ritardo potrebbe essere interpretato come negligenza e compromettere la giustificazione dell’assenza.
La legge prevede alcune eccezioni in cui l’assenza durante le ore di reperibilità è legittima. Questi casi sono espressamente normati e riguardano situazioni particolari in cui la salute del lavoratore prevale sull’obbligo di reperibilità. Tra le principali giustificazioni troviamo terapie salvavita: trattamenti medici urgenti che non possono essere rinviati senza mettere a rischio la vita del paziente; malattie gravi: patologie riconosciute che esentano automaticamente il lavoratore dalla reperibilità, come specificato nel DPR 834 del 1981; ospedalizzazione e visite mediche improrogabili: in alcuni casi, l’impossibilità di restare a casa per motivi medici giustifica l’assenza alla visita fiscale.





