Sono tante le novità che riguardano le pensioni italiane. Ecco cosa dovete sapere, per programmare entrate e uscite

Il panorama pensionistico italiano si prepara a cambiamenti significativi a partire dal 2025, con una serie di modifiche che influenzeranno le modalità di calcolo delle pensioni e i requisiti per accedere alla pensione.

Questi cambiamenti sono legati principalmente all’aumento della speranza di vita e alle riforme introdotte dalla legge Fornero.

Pensioni: tutti i cambiamenti che impattano sui cittadini

Il governo Meloni sembra intenzionato a porre un freno all’aumento automatico dei requisiti pensionistici che sarebbe previsto dal 2027. Questo meccanismo, introdotto dalla riforma Fornero, lega l’età pensionabile e i requisiti contributivi alla speranza di vita della popolazione: più la vita media cresce, più aumentano i requisiti necessari per accedere alla pensione.

Novità pensioni
Come cambierà il sistema pensionistico italiano – (diritto-lavoro.com)

Secondo la normativa attuale, il 2027 vedrebbe l’introduzione di 3 mesi in più di età pensionabile e contributi richiesti per le pensioni anticipate. Il governo intende congelare questo incremento, utilizzando fondi statali per coprire la spesa derivante dai 3 mesi aggiuntivi di pensione per i lavoratori che andrebbero in pensione prima.

Se il governo riuscirà effettivamente a bloccare questa modifica dipende dall’approvazione di un decreto che dovrebbe essere varato entro la fine dell’anno. Se il decreto non interviene, i requisiti pensionistici aumenteranno come previsto dalla legge.

Anche se il governo dovesse fermare l’aumento dei requisiti pensionistici, il calcolo delle pensioni contributive cambierà inevitabilmente a causa dell’adeguamento dei coefficienti di trasformazione legati alla speranza di vita.

Le pensioni contributive sono calcolate sommando i contributi versati durante la carriera lavorativa, che vengono rivalutati in base all’inflazione, e successivamente moltiplicati per i coefficienti di trasformazione. Quando la speranza di vita aumenta, questi coefficienti diventano più penalizzanti, il che significa che, a parità di contributi, l’importo della pensione sarà inferiore per chi andrà in pensione dopo l’adeguamento.

Nel caso specifico, chi andrà in pensione a 67 anni nel 2026 percepirà un assegno più alto rispetto a chi si ritirerà nel 2027 o 2028, pur avendo versato gli stessi contributi.

Nel 2025, i cambiamenti principali riguarderanno il calcolo delle pensioni: sarà più difficile accumulare un importo pensionistico elevato a causa della revisione dei coefficienti di trasformazione.

Per quanto riguarda i requisiti per il pensionamento anticipato, il governo è determinato a evitare l’aumento automatico previsto dal 2027, ma non è ancora chiaro se riuscirà a bloccare definitivamente l’adeguamento. I lavoratori e i futuri pensionati dovranno quindi monitorare attentamente l’evolversi delle politiche governative per capire come queste modifiche influenzeranno le loro possibilità di pensionamento e gli importi delle loro future pensioni.