Dal 2026 cambia il decreto Flussi: niente più “corsa al click” per assumere badanti e assistenti socio-sanitari. Ecco come funzioneranno le nuove regole per famiglie e lavoratori.

L’Italia è un Paese con una popolazione a maggioranza anziana e questo comporta una serie di necessità non da poco. Assistere una persona che non è più nel fiore degli anni è diventata una necessità per molte famiglie e cresce il bisogno di figure dedicate. 

Badanti e operatori specializzati diventano sempre più centrali per le famiglie che devono affrontare la gestione quotidiana di anziani e disabili. Ma fino ad oggi l’accesso di lavoratori stranieri a queste mansioni era vincolato alle rigide quote del decreto Flussi e soprattutto al famigerato “click day”, una corsa contro il tempo che creava più disagi che soluzioni.

Dal 2026, però, le cose cambiano radicalmente. Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che porta una piccola rivoluzione, con l’obiettivo di rendere più semplice e trasparente l’ingresso in Italia di badanti. Non si tratterà di una liberalizzazione totale, ma di un sistema più ordinato e meno caotico, che tiene conto sia delle esigenze delle famiglie sia della necessità di controlli.

La cosa che più colpisce è proprio l’addio al click day per l’assunzione di queste lavoratrici e lavoratori che si occupano di ultraottantenni e persone con disabilità gravi. In questo modo si passa da una logica a “numeri chiusi” a una gestione più flessibile e personalizzata.

Niente più click day per chi assiste anziani fragili e disabili

Con la nuova riforma, l’ingresso di badanti non sarà più vincolato alle quote previste dal decreto Flussi quando si tratta di lavoratori destinati alla cura di ultraottantenni o disabili. Questo significa che le famiglie che hanno reale necessità di assistenza potranno fare richiesta senza dover attendere la “lotteria digitale” del click day.

Lavoro badanti
Il decreto Flussi cambia: niente più “corsa al click per chi cerca lavoro come badante – diritto-lavoro

Attenzione però: non è un via libera illimitato. Ogni richiesta sarà valutata singolarmente e sarà vincolata a controlli precisi. Il lavoratore potrà cambiare datore di lavoro solo con l’autorizzazione degli Ispettorati territoriali e, solo dopo un anno, potrà eventualmente spostarsi in un settore diverso dal lavoro domestico.

Non saranno i singoli cittadini a gestire direttamente le domande. Le richieste dovranno essere inoltrate tramite agenzie per il lavoro accreditate o tramite le principali associazioni datoriali del settore domestico (come ASSINDATCOLF, Domina e altre federate in FIDALDO). Questo passaggio serve a garantire maggiore trasparenza ed evitare pratiche scorrette, come il lavoro nero o l’intermediazione abusiva.

Le famiglie, quindi, non dovranno districarsi tra moduli complicati, ma potranno rivolgersi a questi enti per avviare la pratica di assunzione.

Se invece la richiesta non riguarda l’assistenza a ultraottantenni o disabili, restano in vigore le regole tradizionali del decreto Flussi, compresa la precompilazione delle domande online sul sito del Ministero dell’Interno. In questi casi il datore di lavoro privato potrà presentare fino a tre richieste, mentre per agenzie e operatori professionali non ci saranno limiti.