Nel dibattito sulle pensioni anticipate, spesso si torna a parlare delle possibilità di andare in pensione prima dei 60 anni.

Sebbene oggi il fenomeno delle cosiddette baby pensioni sia superato, esistono ancora alcune misure previdenziali che permettono uscite anticipate con requisiti anagrafici vantaggiosi, soprattutto per determinate categorie di lavoratori.

Una delle poche soluzioni consolidate per ottenere la pensione prima dei 60 anni è rappresentata dalla pensione di vecchiaia anticipata con invalidità pensionabile. Questa misura, rivolta principalmente alle donne, consente l’accesso al trattamento pensionistico a partire dai 56 anni di età, accompagnati da almeno 20 anni di contributi versati. Per gli uomini, invece, l’età minima è fissata a 61 anni, con l’obbligo di una percentuale di invalidità pensionabile non inferiore all’80%.

L’invalidità pensionabile è una condizione specifica che si distingue dall’invalidità civile. Essa riguarda una riduzione della capacità lavorativa tale da impedire lo svolgimento dell’attività lavorativa abituale, senza possibilità di ricollocamento. Questo parametro viene valutato in relazione alla mansione svolta dal lavoratore e può risultare più severo rispetto all’invalidità civile tradizionale. Pertanto, per chi ha una patologia invalidante, è fondamentale procedere con l’accertamento sanitario presso le commissioni medico-legali dell’INPS per verificare il diritto alla pensione anticipata.

Limiti e requisiti delle pensioni anticipate senza limiti di età

Le altre forme di pensionamento anticipato che non prevedono limiti anagrafici richiedono però un numero elevatissimo di anni contributivi. Ad esempio, la pensione anticipata ordinaria richiede un minimo di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Ciò significa che per poter andare in pensione a 59 anni, un uomo dovrebbe aver iniziato a lavorare intorno ai 16 anni senza interruzioni nella carriera contributiva. Per le donne la situazione è simile, con solo un anno di differenza.

Un’alternativa leggermente più accessibile è rappresentata dalla Quota 41, che consente il pensionamento anticipato con almeno 41 anni di contributi, ma anche in questo caso si tratta di carriere lavorative particolarmente lunghe e continue, difficilmente riscontrabili nel panorama occupazionale attuale.

Vista la difficoltà di raggiungere i requisiti per una pensione anticipata prima dei 60 anni, molte aziende e lavoratori si orientano verso il prepensionamento aziendale, noto anche come Isopensione. Questa soluzione è riservata a chi si trova a meno di sette anni dalla pensione anticipata ordinaria, cioè ha almeno 35 anni e 10 mesi di contributi, e lavora in aziende con almeno 15 dipendenti che stanno attraversando processi di ristrutturazione o riorganizzazione.

L’Isopensione si attua attraverso un accordo tra azienda e sindacati, con l’INPS che eroga un assegno di prepensionamento al lavoratore. L’azienda, inoltre, si fa carico del costo dell’assegno e continua a versare i contributi figurativi per il dipendente, che può così lasciare anticipatamente il lavoro pur restando in attesa di maturare i requisiti per la pensione ordinaria.

Accertamento sanitario e invalidità pensionabile: la procedura INPS aggiornata

Per accedere alle misure pensionistiche basate sull’invalidità pensionabile, è necessario un accertamento sanitario che verifica la sussistenza dei requisiti richiesti. Il processo inizia con la presentazione di un certificato medico introduttivo, che deve indicare dettagliatamente la natura delle patologie invalidanti e la diagnosi. Il certificato viene trasmesso telematicamente all’INPS, che organizza la visita medico-legale presso le ASL o i Centri medico-legali dell’INPS, a seconda delle convenzioni regionali.

In caso di impossibilità a recarsi presso la sede designata, è possibile richiedere una visita domiciliare, previo invio di apposita certificazione medica. Durante la visita, il richiedente può essere assistito da un medico di fiducia e deve presentare tutta la documentazione sanitaria rilevante.

L’INPS emette quindi un verbale che stabilisce il grado di invalidità pensionabile e, se superiore al 74%, può aprire la strada a specifiche prestazioni economiche e benefici di natura assistenziale e fiscale. È importante sottolineare che la legge prevede anche visite di revisione per le invalidità suscettibili di modificazioni nel tempo, con procedure che consentono di aggiornare la valutazione sanitaria.

La domanda di riconoscimento dell’invalidità può essere presentata online o tramite patronati e associazioni di categoria, con specifiche modalità anche per i minori. L’INPS ha reso disponibili strumenti digitali per l’invio della documentazione sanitaria aggiornata, facilitando così la gestione delle pratiche e la riduzione dei tempi di attesa.