Lo chiedono in molti: esistono dei modi per aumentare il proprio assegno pensionistico? Proviamo a fare chiarezza e aiutare i pensionati
Non tutti i pensionati sono soddisfatti dell’importo che percepiscono. Questo non sorprende, anzi, è ormai una realtà consolidata. Con l’aumento del costo della vita e la crescente difficoltà a far fronte alle spese quotidiane, molti pensionati si ritrovano a lottare per arrivare alla fine del mese. Per alcuni, questo diventa ancora più complicato se l’importo della pensione è particolarmente basso.
Tuttavia, esistono soluzioni per migliorare la situazione: è possibile chiedere un nuovo calcolo all’INPS, che potrebbe aumentare l’importo della pensione.
Chi percepisce una pensione bassa spesso lo deve al proprio percorso lavorativo. I contributi versati e le retribuzioni influiscono direttamente sull’ammontare dell’assegno pensionistico. Chi ha avuto contratti precari, saltuari o part-time, oppure ha alternato periodi di disoccupazione a fasi lavorative discontinue, riceverà inevitabilmente una pensione ridotta.
Nel sistema pensionistico italiano, infatti, il calcolo delle pensioni è legato alla somma dei contributi versati durante la vita lavorativa e alla relativa retribuzione. Più alto è il reddito e maggiore sarà il montante contributivo, con una pensione finale di conseguenza più alta. Pertanto, coloro che hanno versato pochi contributi o hanno avuto stipendi modesti, vedranno una pensione inferiore.
Eppure, se nove pensionati su dieci ricevono una pensione bassa per questa ragione, esiste un piccolo gruppo, circa il 10%, che potrebbe ottenere un importo maggiore richiedendo un ricalcolo della propria pensione.
Il ricalcolo della pensione: quando conviene?
Per chi ha iniziato a versare contributi prima del 1996, esiste una possibilità di ottenere una pensione più alta. Questi pensionati hanno diritto a una pensione integrata, ovvero un trattamento minimo che include delle maggiorazioni sociali. Una possibilità che non è accessibile a chi ha iniziato a versare dopo tale data, poiché non prevede queste integrazioni.

Se rientri in questa categoria, il ricalcolo può portare ad un assegno pensionistico di almeno 603 euro al mese, che corrisponde al trattamento minimo previsto per il 2025. In alcuni casi, il ricalcolo può anche trasformare la pensione da contributiva a retributiva, un vantaggio non indifferente che permette di aumentare l’importo dell’assegno.
Molti pensionati, a causa di disinformazione o dei costi iniziali, non hanno riscattato i contributi precedenti al 1996. In questi casi, chiedere oggi un ricalcolo all’INPS potrebbe risultare particolarmente vantaggioso.
Un’altra opzione che può portare a un aumento della pensione è la ricostituzione, che si può richiedere quando le condizioni reddituali cambiano. Ad esempio, se un coniuge che prima non risultava a carico diventa tale per via della mancanza di redditi propri, il pensionato può ottenere delle agevolazioni come l’integrazione al minimo o le maggiorazioni sociali. Inoltre, se il pensionato scopre che alcuni contributi versati non sono stati conteggiati nel calcolo della pensione, anche in questo caso può chiedere una ricostituzione.
In generale, sia per motivi reddituali che contributivi, chiedere un ricalcolo o una ricostituzione della pensione è un passo che potrebbe rivelarsi utile per chi vuole ottenere un importo più elevato. La possibilità di migliorare la propria situazione pensionistica esiste, ed è importante sapere come sfruttarla.





