Dalle app fasulle agli SMS a pagamento: come riconoscere e fermare gli abbonamenti non richiesti che prosciugano il conto senza che tu te ne accorga.
Con l’avvento del mondo digitale sono subentrati nuovi modi pratici di gestire le cose, ma sono nate anche truffe che colpiscono ogni giorno migliaia di persone in tutta Italia. Soprattutto in ambito social dove l’affluenza di utenti è più alta. Proprio qui infatti, scorrendo tra foto e video, spuntano offerte irresistibili: un prodotto a pochi euro, un’app che promette sicurezza totale, o magari un servizio gratuito per un periodo limitato.
Peccato che dopo, sul conto corrente o sulla bolletta del telefono, spunta un addebito mai autorizzato. E lì inizia il calvario. Il fenomeno degli abbonamenti occulti non è nuovo, ma negli ultimi mesi ha conosciuto un’impennata preoccupante, proprio grazie alla popolarità di Facebook, Instagram e altri social.
Gli annunci fraudolenti sono studiati per sembrare affidabili: grafiche curate, loghi simili a marchi famosi, persino recensioni entusiaste di presunti utenti. Dietro, però, c’è una macchina ben rodata che sfrutta la distrazione e la fretta di chi naviga. Basta un click — o addirittura solo la visualizzazione di un banner — per ritrovarsi iscritti a un servizio a pagamento senza accorgersene.
Come funziona la truffa degli abbonamenti occulti
Le prime avvisaglie delle truffe online arrivano spesso tardi. Alcuni scoprono l’inganno dopo mesi, quando il totale degli addebiti diventa impossibile da ignorare. Altri, più fortunati, lo notano subito e riescono a intervenire. In ogni caso, il meccanismo è sempre lo stesso: dietro la promessa di un vantaggio immediato, si nasconde un contratto non richiesto che si rinnova in automatico, svuotando il conto poco alla volta.

Gli schemi più diffusi ruotano attorno a tre trappole principali: i servizi digitali non richiesti che permettono l’ accesso a contenuti premium, news o persino materiale per adulti, attivati senza consenso esplicito,
le app fasulle, ossia software che imitano app famose, ma nascondono codice malevolo capace di prelevare dati o sottoscrivere abbonamenti e i numeri e gli SMS a pagamento: basta aprire un messaggio o cliccare su un link per avviare un addebito settimanale.
Un esempio emblematico è quello di un’app che prometteva protezione dati gratuita: bastava sfiorare il sensore d’impronta per ritrovarsi con un abbonamento da quasi 100 dollari a settimana. L’app, gonfiata da recensioni false, ha fruttato migliaia di euro in poche settimane. I truffatori sanno esattamente come ingannare l’utente medio: nomi e icone quasi identici a quelli ufficiali, errori di ortografia mascherati, offerte a tempo limitato che spingono a cliccare in fretta. In alcuni casi, le app fake arrivano persino negli store ufficiali, rendendo quasi impossibile distinguerle da quelle legittime.
Ma come difendersi? La prima arma è la vigilanza. Prima di scaricare un’app o inserire dati di pagamento controlla il nome dello sviluppatore e leggi le recensioni, soprattutto quelle negative. Diffida inoltre dalle app nuove con troppi download in pochi giorni e verifica sempre le autorizzazioni richieste: se un’app torcia chiede accesso alla fotocamera e ai contatti, è un campanello d’allarme. Usa infine un antivirus aggiornato e attiva l’autenticazione a due fattori.
Se ti accorgi di essere vittima, contatta subito l’operatore telefonico o la banca, chiedi la disattivazione del servizio e, se possibile, il rimborso. Più agisci in fretta, maggiori sono le possibilità di recuperare i soldi persi. Le truffe digitali cambiano in fretta e diventano ogni giorno più sofisticate. Mantenere alta l’attenzione è l’unico modo per evitare di cadere nella rete di chi ha fatto dell’inganno un business milionario.





