Una nuova ordinanza vieta il consumo di cibo e bevande nel luogo più bello: multe fino a 500 euro anche per chi mangia un gelato. Scoppia la polemica tra turisti.
La Sardegna è una delle mete più ambite dai turisti non solo italiani ma anche stranieri. Le sue acque cristalline, il paesaggio e la storia che racconta quest’isola bagnata dal Mar Mediterraneo occidentale, è molto affascinante. Tuttavia è regolamentata da leggi che i visitatori devono rispettare.
Tutti amano godersi la spiaggia e il mare in totale relax. Fare lunghe passeggiate sul bagnasciuga, nuotare nel mare blu e poi perchè no? Fare uno spuntino sotto l’ombrellone. In realtà non è così che si fa. Almeno non in un comune specifico della regione. Una nuova ordinanza comunale infatti ha acceso un vero e proprio scontro tra turisti, residenti e amministrazione locale.
Il punto critico? Una norma che vieta esplicitamente il consumo di cibi e bevande in spiaggia. Anche un semplice gelato o un panino, se consumati nel posto sbagliato, potrebbero costare carissimo: fino a 500 euro di multa. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta e soprattutto dove vale questa legge.
Cosa prevede l’ordinanza nel dettaglio
L’iniziativa arriva dal Comune di Sant’Antioco, località turistica amatissima nella provincia del Sud Sardegna. Il sindaco ha deciso di stringere le maglie in nome della tutela ambientale, introducendo un pacchetto di regole piuttosto rigide per l’uso delle spiagge. Ma è proprio il divieto di mangiare, anche senza lasciare tracce o sporcare, a scatenare un’ondata di critiche. Per molti villeggianti e operatori del settore, infatti, si tratta di una misura eccessiva e poco chiara, che rischia di trasformare un gesto quotidiano e innocuo in un atto sanzionabile.

A complicare la situazione è il linguaggio usato nell’ordinanza, che parla genericamente di “divieto di consumare pasti di qualsiasi natura”. Un’espressione così ampia che può comprendere qualsiasi cosa: dal picnic con tovaglia stesa sulla sabbia, al gelato sciolto tra le mani di un bambino. E così, mentre il Comune difende la scelta come necessaria per mantenere pulito il litorale, i turisti si chiedono: si rischia davvero una multa anche solo per addentare un tramezzino?
Il provvedimento, intitolato “Norme utilizzo spiagge”, include 24 divieti complessivi. Oltre al famigerato stop al cibo, vieta anche di montare tende, creare gruppi di ombrelloni troppo fitti e usare pietre o altri oggetti non autorizzati come ancoraggi contro il vento. Il cuore delle polemiche, però, resta il punto legato al consumo di alimenti e bevande.
Secondo il sindaco Ignazio Locci, l’ordinanza non vuole colpire chi si limita a uno spuntino rapido e discreto, ma chi organizza veri e propri pranzi da campeggio, con tavolini, borse frigo e rifiuti lasciati in spiaggia. Tuttavia, l’ambiguità del testo lascia spazio a interpretazioni arbitrarie da parte di chi dovrà far rispettare la norma: agenti, vigili urbani e forze dell’ordine.





