Il Governo ha introdotto un correttivo al decreto Ilva per fronteggiare un problema che ha colpito centinaia di migliaia di famiglie italiane

La sospensione dell’Assegno di Inclusione (AdI) nel mese di luglio. Un dramma per molti. Il sussidio, che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, si è interrotto in modo automatico per oltre 500mila nuclei, lasciandoli temporaneamente senza alcun aiuto economico.

Per rimediare, l’Esecutivo ha approvato un “bonus ponte” da 500 euro, pensato per coprire il mese scoperto.

Perché è stato necessario il bonus

L’AdI è stato introdotto a inizio 2024 per supportare le famiglie più fragili, in particolare quelle con minori, anziani, disabili o soggetti non occupabili. Ma la misura prevede un limite temporale: dopo 18 mesi di erogazione, è obbligatorio un mese di pausa prima di poter fare richiesta per un nuovo ciclo di sussidi.

500 euro di bonus ponte
500 euro dal Governo – (diritto-lavoro.com)

Il primo ciclo dell’AdI è scaduto a giugno 2025, e così da luglio moltissime famiglie si sono ritrovate senza alcun sostegno, pur mantenendo i requisiti economici e sociali per riceverlo. Il bonus ponte da 500 euro nasce proprio per colmare questo vuoto, in attesa che le domande di rinnovo vengano presentate ad agosto.

Il bonus non sarà versato immediatamente, ma verrà accreditato insieme alla prima mensilità dell’AdI rinnovato. Per riceverlo, sarà necessario presentare una nuova domanda attraverso il portale dell’INPS, accedendo con credenziali digitali (SPID, CIE o CNS). Chi ha difficoltà a farlo autonomamente potrà rivolgersi ai CAF o ai patronati.

Non serve fare alcuna richiesta specifica per il bonus: sarà l’INPS a riconoscere automaticamente l’importo ai nuclei familiari che risultano aver perso l’assegno a luglio per effetto della pausa obbligatoria.

Nel frattempo, l’AdI ha subito alcune modifiche, grazie a un emendamento alla legge di bilancio. Dal 2025, infatti, i criteri di accesso sono stati aggiornati per allargare la platea dei beneficiari: la soglia ISEE è stata innalzata da 9.360 a 10.140 euro; il reddito massimo del nucleo è passato da 6.000 a 6.500 euro; in presenza di persone over 67 o non autosufficienti, la soglia sale a 8.190 euro; per le famiglie in affitto, il limite può raggiungere i 10.140 euro.

Il bonus ponte da 500 euro rappresenta una misura-tampone, utile a evitare che il vuoto normativo penalizzi famiglie già fragili. Ma riaccende anche il dibattito sulla necessità di stabilizzare e semplificare il sistema di sostegno economico, rendendolo più continuo e meno soggetto a interruzioni burocratiche. In attesa di riforme strutturali, il Governo prova così a chiudere una falla imprevista nel sistema di protezione sociale.