Non tutti i contribuenti italiani sanno che possono rateizzare i propri importi derivanti dalla compilazione del 730

Per molti contribuenti italiani, il modello 730 è diventato nel tempo una sorta di “salvadanaio fiscale”: una dichiarazione dei redditi da cui aspettarsi un rimborso, spesso legato a spese sanitarie, ristrutturazioni o altri oneri detraibili. Ma non sempre il finale è a lieto fine.

C’è infatti un altro volto del 730, quello meno piacevole: la dichiarazione che si chiude con un saldo a debito. Un importo da versare al Fisco, talvolta anche piuttosto pesante.

È bene ricordarlo: il modello 730 non nasce per “restituire soldi”, ma per mettere a posto i conti tra contribuente e Stato. È uno strumento di conguaglio, utile per calcolare l’esatto ammontare delle imposte dovute. A seconda della propria situazione fiscale, può quindi generare un rimborso o, al contrario, evidenziare un debito.

Pagare l’importo dovuto è obbligatorio, ma c’è una buona notizia: è possibile rateizzare il debito e diluire così l’impatto economico.

Rateizzare il debito: la strategia migliore

La situazione è tutt’altro che rara. Basta avere più Certificazioni Uniche (CU) nello stesso anno – ad esempio per via di un cambio lavoro o per l’incasso di indennità NASpI – oppure dimenticare di aggiornare le detrazioni spettanti, ed ecco che il modello 730 può restituire un conto inaspettato.

Calcolo modello 730
Come rateizzare il debito – (diritto-lavoro.com)

Un caso emblematico è quello di un contribuente che, dopo aver compilato autonomamente il proprio 730 precompilato, si è ritrovato con un debito di 2.500 euro. Con un reddito mensile inferiore ai 1.500 euro e tre CU ricevuti nel corso dell’anno, il timore era comprensibile: come affrontare una cifra simile tutta in una volta?

La chiave per evitare problemi è giocare d’anticipo. Presentare la dichiarazione entro il 15 luglio permette di suddividere il pagamento fino a un massimo di cinque rate, da luglio a novembre. Nel caso del nostro lettore, ad esempio, il debito di 2.500 euro potrebbe essere diluito in cinque pagamenti mensili da circa 500 euro, rendendo la somma più gestibile. Chi presenta tardi la dichiarazione, invece, avrà meno tempo e quindi meno rate disponibili.

Il meccanismo della rateizzazione è accessibile in entrambi i casi: sia che si indichi il sostituto d’imposta (datore di lavoro o INPS), sia che si presenti un 730 senza sostituto. Con sostituto d’imposta, le rate vengono trattenute direttamente dalla busta paga o dalla pensione. Senza sostituto, il contribuente dovrà effettuare i pagamenti in autonomia utilizzando il modello F24. In entrambi i casi, le scadenze sono identiche e il numero di rate resta invariato.