Un semplice bonifico bancario in entrata può nascondere insidie fiscali. Ecco come orientarsi per non incorrere in spiacevoli sorprese
In molti ignorano che, in assenza di indicazioni chiare, l’Agenzia delle Entrate potrebbe considerarlo automaticamente come reddito imponibile. Questo può portare a controlli, accertamenti e, nei casi più gravi, a sanzioni per mancata dichiarazione.
Tuttavia, non tutti i bonifici costituiscono un guadagno da tassare. L’importante è sapere quando un trasferimento di denaro va dichiarato e come giustificarlo correttamente.
Quando un bonifico non è considerato reddito
Il presupposto dell’Agenzia delle Entrate è semplice: ogni movimento di denaro sul conto corrente può essere potenzialmente riconducibile a un reddito, a meno che non sia dimostrato il contrario. Ma ci sono diversi casi in cui un bonifico non rappresenta un reddito da dichiarare, purché la sua natura sia documentata in modo chiaro e trasparente.

1. Prestiti tra privati
Se un amico o un familiare ti presta del denaro, il bonifico non rappresenta un reddito, a patto che tu possa dimostrarlo. È consigliabile accompagnare il trasferimento con una scrittura privata, anche informale, dove si specifichi l’importo, la data del prestito e le modalità di restituzione. In alternativa, si può inserire nella causale del bonifico una dicitura esplicita come: “Prestito personale senza interessi”.
2. Rimborsi spese
Nel caso tu abbia anticipato una somma per conto di qualcun altro (ad esempio per l’acquisto di biglietti, materiale, spese condominiali, ecc.), il rimborso che ricevi non è tassabile. Tuttavia, è fondamentale conservare le ricevute o le fatture che dimostrino la spesa effettiva. Anche qui, la causale del bonifico deve essere chiara, ad esempio: “Rimborso spese viaggio Roma-Milano del 12/05/2025”.
3. Donazioni e regali
Un bonifico ricevuto a titolo di donazione non è considerato reddito se ha carattere occasionale e riguarda somme non elevate. In questi casi è utile specificare nella causale: “Regalo compleanno” o “Donazione familiare”. Per importi più consistenti, è consigliabile redigere una dichiarazione di liberalità o, nei casi previsti dalla legge, procedere con un atto notarile.
4. Versamenti familiari
I genitori che aiutano i figli economicamente, o viceversa, rientrano spesso in questa categoria. Anche qui, è importante spiegare la natura del trasferimento: “Contributo familiare per affitto giugno 2025” oppure “Sostegno economico da parte dei genitori”.
Il problema nasce quando questi trasferimenti vengono effettuati senza alcuna spiegazione o documentazione. L’Agenzia delle Entrate, durante controlli o accertamenti, può domandare chiarimenti. Se non si è in grado di dimostrare l’origine non reddituale della somma ricevuta, l’importo può essere considerato reddito non dichiarato, con conseguente tassazione e applicazione di sanzioni.
Un bonifico senza causale o con descrizioni vaghe come “saldo” o “versamento”, soprattutto se di importo elevato, attira facilmente l’attenzione del fisco.
Per evitare problemi, ecco alcune regole d’oro: usare sempre causali dettagliate e veritiere quando si effettua o riceve un bonifico; conservare la documentazione (scontrini, ricevute, accordi scritti, dichiarazioni); preferire pagamenti tracciabili: evitare il contante per importi rilevanti; in caso di prestiti, anche tra parenti, firmare un accordo che specifichi gli estremi e, se necessario, registrarlo.
Ricordiamo che, in caso di controllo, spetta al contribuente l’onere di provare che le somme ricevute non sono frutto di attività lavorativa o altra fonte imponibile. Meglio quindi prevenire, che trovarsi a giustificare tardi un semplice gesto di fiducia.





