Un’iniziativa pionieristica: un contributo pubblico per promuovere la previdenza complementare fin dai primi anni di vita
L’obiettivo è semplice ma ambizioso: stimolare la cultura del risparmio a lungo termine, grazie a un incentivo cumulativo che può raggiungere i 1.100 euro . Ecco tutti i dettagli.
Per i genitori, l’apertura di un fondo pensione a nome del figlio rappresenta un’opportunità di risparmio fiscale: il capitale investito è separato, tutelato in caso di fallimento del fondo, e gode di una tassazione agevolata (aliquota al 20%).
L’invito per le famiglie è chiaro: aprire tempestivamente una posizione per il proprio figlio e sfruttare gli anni successivi per ottenere appieno l’incentivo fino a 1.100 €, garantendo così un primo mattone per la futura pensione integrativa del bambino.
Come funziona il bonus
La misura prevede tre step di sostegno:
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300 € versati alla nascita, adozione o affidamento del bambino;
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200 € all’anno per i successivi quattro anni, purché la famiglia versi almeno 100 € nello stesso fondo pensione.

Il saldo finale arriva pertanto a 1.100 € nel corso dei primi cinque anni. Questo importo è vincolato all’apertura di un fondo di previdenza complementare intestato al minore, che può essere un fondo aperto o un Piano Individuale Pensionistico (PIP) iscritto all’albo COVIP.
Il beneficio è riservato ai minori residenti in Trentino‑Alto Adige nati, adottati o affidati a partire dal 1° gennaio 2025. In modo innovativo, la norma include anche i bambini fino a cinque anni nati dopo il 2020, o adottati/affidati entro lo stesso intervallo di tempo. Non ci sono limiti basati sul reddito ISEE: il requisito unico è la residenza del minore in una delle province autonome,
Per ottenere il contributo, la famiglia dovrà aprire una posizione previdenziale complementare a nome del bambino, utilizzando un fondo riconosciuto da COVIP; dimostrare la residenza del minore (almeno tre anni per i genitori, residenza attiva per il bambino). I successivi versamenti annuali richiedono la conferma della residenza continuativa del piccolo.
La gestione del fondo è affidata a Pensplan Centrum SpA, la società in house delle Province autonome, che gestirà anche le iscrizioni attraverso sportelli comunali e uffici anagrafe. I numeri parlano chiaro: con circa 8.500 potenziali beneficiari annui, si prevede una spesa di 3,2 milioni di euro per il primo anno, che poi dovrebbe stabilizzarsi intorno a 2 milioni a regime . Le stime indicano una partecipazione iniziale vicina al 20% del totale dei nuovi nati e casi di adozione o affidamento.
Con questo strumento, il Trentino‑Alto Adige si pone in anticipo rispetto al dibattito nazionale sulla previdenza integrativa. L’approccio universale e l’assenza di filtri economici lo rendono particolarmente inclusivo. Se confermato nel tempo, questo modello potrebbe ispirare altre regioni e contribuire a diffondere una cultura del risparmio previdenziale nelle giovani generazioni.





