Il Governo ha approvato una misura che segna un punto di svolta per il sistema fiscale. Tutte le novità sulle cartelle esattoriali
A partire dal 1° gennaio 2026, non sarà più valida la proroga straordinaria di 85 giorni sui termini di prescrizione e decadenza per accertamenti, controlli fiscali e cartelle esattoriali. Questa proroga era stata introdotta durante l’emergenza Covid-19 per concedere maggiore flessibilità alla macchina amministrativa, ma nel tempo ha generato confusione sia tra i contribuenti che tra gli addetti ai lavori. Con la nuova riforma fiscale, il sistema torna a regole più chiare e definite.
La sospensione dei termini era stata prevista dall’articolo 67 del Decreto Cura Italia, emanato nel marzo 2020, in piena emergenza sanitaria. L’obiettivo era quello di sospendere per 85 giorni – tra l’8 marzo e il 31 maggio 2020 – i termini relativi a liquidazioni, accertamenti, controlli, riscossioni e contenziosi tributari. Tuttavia, nei mesi e anni successivi, ci si è interrogati sull’effettiva applicazione di questa proroga: doveva valere solo per gli atti in scadenza durante quel periodo, oppure anche per quelli con scadenza successiva?
La risposta definitiva è arrivata nel gennaio 2025, con l’ordinanza n. 960 della Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha stabilito che i termini ordinari previsti dalla normativa dovevano essere automaticamente allungati di 85 giorni anche se l’atto scadeva dopo il 2020. Questo ha avuto un impatto rilevante su molti procedimenti in corso, dilatando i tempi entro cui il Fisco poteva agire e generando incertezze tra i contribuenti, in particolare per chi sperava che un atto fosse ormai prescritto.
Il ritorno alla normalità dal 2026
Con la riforma fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri il 4 giugno 2025, si è deciso di abbandonare questa eccezione temporanea. Dal 1° gennaio 2026, i termini di prescrizione e decadenza torneranno a essere quelli ordinari, senza alcuna proroga automatica. Questo significa che l’Agenzia delle Entrate e gli altri enti preposti alla riscossione non avranno più a disposizione giorni extra per emettere avvisi o cartelle esattoriali.

Per i contribuenti, si tratta di un passo importante verso una maggiore certezza del diritto. Sarà infatti più facile calcolare i termini entro cui un tributo può essere riscosso o un controllo fiscale può essere avviato. Tuttavia, è bene ricordare che la prescrizione non agisce in modo automatico: deve essere sollevata espressamente dal contribuente, ad esempio in sede di ricorso o opposizione.
I termini di prescrizione variano a seconda della tipologia di tributo. Per l’IRPEF, l’IVA e le imposte sui redditi, il termine è generalmente di 10 anni. Per tributi locali come IMU, TARI o bollo auto, la prescrizione è fissata a 5 anni. Questi termini si riferiscono al periodo entro cui lo Stato può riscuotere quanto dovuto, salvo eventuali interruzioni causate da atti formali notificati al contribuente.
Dal punto di vista pratico, ogni contribuente dovrebbe conservare con cura la documentazione fiscale e monitorare la data di eventuali cartelle ricevute, poiché l’emissione di un atto oltre i limiti temporali stabiliti è annullabile.